SCONTRO TV TRA I LEADER SPAGNOLI IN VISTA DELLE ELEZIONI
IL SOCIALISTA SANCHEZ IN TESTA NEI SONDAGGI CON IL 30%
Il primo assalto si conclude senza danni irreparabili, ma con non poche escoriazioni.
Quattro candidati sul ring televisivo di Tve, la tv pubblica spagnola, con un grande assente, l’ultradestra di Vox, per il veto della giunta elettorale centrale, dovuto al fatto che non ha ancora rappresentanza parlamentare.
A sei giorni dalle legislative anticipate di domenica prossima, si sono affrontati per 90 minuti – come in una partita di calcio, stasera il match di ritorno sul network privato Antena3 – i quattro leader dei due blocchi di destra e sinistra.
E la migliore fotografia è di sicuro quella che dà , nel suo commento, il direttore del digitale El Diario, Ignacio Escolar: “Sà¡nchez resiste, Iglesias rimonta, Rivera rinasce, Casado perde”.
Il leader socialista e premier in carica, forte del netto vantaggio nei sondaggi (è accreditato del 30 per cento circa di consensi) bada soprattutto a non fare passi falsi e a respingere gli assalti delle due destre, che lo accusano di voler sdoganare l’indipendentismo catalano e di essere disposto a scendere a patti, se fosse necessario per formare un governo, anche con la sinistra radicale basca.
Da Pedro Sà¡nchez, mano tesa nei confronti del leader di Podemos, Pablo Iglesias, che ringrazia per l’appoggio garantito ai dieci mesi di governo socialista nato dalla mozione di censura del 1° giugno scorso all’esecutivo conservatore di Mariano Rajoy.
Iglesias, camicia con le maniche rimboccate – a differenza degli altri tre contendenti in abito scuro – si dimostra il più efficace e sicuro di sè.
Con tono pacato, è l’unico a cercare – invano – di portare al centro del dibattito i temi di politica sociale, dal diritto alla casa alle pensioni alla sanità pubblica. Cita articoli della Costituzione non applicati, mentre gli altri si scambiano fendenti su Catalogna e grandi numeri di macroeconomia. Un discorso con il quale cerca di mobilitare il suo elettorato, presentandosi come unico garante di una vera politica di sinistra, in un momento in cui i sondaggi lo danno in difficoltà .
A Sà¡nchez chiede in due occasioni di chiarire una volta per tutte se esclude la possibilità di un’alleanza post-elettorale dei socialisti con il centro-destra di Ciudadanos. Ma il leader socialista comprensibilmente glissa: i sondaggi indicano che è in corso un travaso di voti dalla formazione di Albert Rivera verso il Psoe, meglio l’ambiguità che rischiare un passo falso.
La vera battaglia si svolge però a destra, tra i leader di Pp e Ciudadanos, probabili alleati nel dopo-elezioni, nel caso in cui il fronte conservatore riuscisse a prevalere con l’appoggio dell’ultradestra razzista e xenofoba di Vox.
E alla fine è Pablo Casado, numero uno dei popolari, a uscirne con le ossa rotte.
Ingessato dietro il suo sorriso permanente, spara a zero contro Sà¡nchez trincerandosi dietro dati e informazioni spesso errate (il premier ha buon gioco nell’indicarlo come il campione delle fake news). Si sforza di presentarsi come leader indiscutibile del blocco di destra (i sondaggi gli attribuiscono attualmente intorno al 20 per cento, davanti ad Albert Rivera e al numero uno di Vox, Santiago Abascal) ma risulta poco convincente.
E’ invece proprio Rivera, parecchio sopra le righe, a giocarsi le sue carte per una difficile rimonta con una strategia che, dopo gli attacchi a Sà¡nchez – poco meno che un traditore dell’unità di Spagna — non
risparmia neppure il Pp, mettendo il dito nella piaga della corruzione e criticando la politica fiscale del governo Rajoy.
Poi, la chiusura è fallimentare. Un “minuto de oro” (come chiamano gli spagnoli l’appello agli elettori) con un leader di Ciudadanos ispirato da rasentare il ridicolo. “Lo sentite? E’ il silenzio”, dice Rivera, richiamando il silenzio “che gela il sangue” davanti allo spettacolo dei catalani che proclamano l’indipendenza. O il silenzio di una coppia che non ha i mezzi per poter avere e mantenere figli.
Sui social, si sprecano meme e battute sul silenzio di Rivera.
(da agenzie)
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