SEGNA ED ESULTA CON SALUTO ROMANO E MAGLIETTA DELLA RSI: ANCHE OGGI IL SOLITO FASCIO DA AVANSPETTACOLO CONQUISTA LA PRIMA PAGINA
OVVIAMENTE LO FA A MARZABOTTO, LUOGO DOVE I NAZISTI UCCISERO 770 CIVILI PER RAPPRESAGLIA
Decide un derby in seconda categoria ed esulta con il saluto romano e mostrando una maglietta con il simbolo della Repubblica di Salò. È successo a Marzabotto, città teatro di uno degli eccidi nazisti più feroci
La gara, valida per la nona giornata del campionato di seconda categoria, si è disputata domenica 12 novembre. La capolista Marzabotto riceve i vicini del 65 Futa, squadra di Loiano. Dopo il vantaggio iniziale dei padroni di casa, gli ospiti pareggiano e segnano il gol vittoria in pieno recupero. Poi, l’esultanza, inequivocabile.
Un gesto che ha scosso il piccolo comune emiliano, che poco più di un mese fa commemorava il 73esimo anniversario della strage. “Lo sport deve educare ai valori della Costituzione — ha dichiarato in un comunicato il sindaco della città Romano Franchi — È un atto premeditato che non giustifica nessuna ragione”.
Franchi, assieme alla giunta comunale, ha fatto sapere che procederà per via legali per chiedere l’applicazione delle leggi esistenti che punisco il reato di apologia di fascismo (Legge Scelba e legge Mancino).
La protesta della giunta coinvolgerà anche la Figc, la federcalcio italiana. “Chiediamo immediate misure nei confronti della società 65 Futa che prevedano l’allontanamento del giocatore dai campi di calcio”.
Secondo il comunicato, è assai improbabile che i dirigenti non si siano accorti della maglietta che il giocatore ha indossato sotto la tenuta di gioco. “È una questione di rispetto per la memoria di chi ha dato la propria vita per la libertà e la democrazia”.
Sulla vicenda è intervenuta la sezione Anpi di Marzabotto: “Il fascismo è un reato, non una semplice opinione. Marzabotto ne è la dimostrazione tangibile”. Il comunicato, firmato dal presidente Alessandro Borghi, invita la società e il calciatore a visitare il Sacrario dei caduti e “chiedere pubblicamente scusa per quanto fatto ieri”. “La memoria è fatta di atti concreti e gesti formali. Non possiamo archiviare episodi di questo tipo come semplici ‘ragazzate’. Il caso in oggetto dimostra che vi è un generale clima favorevole all’emergere di tali fenomeni che vanno stroncati alla radice. Ci auguriamo che la giustizia sportiva faccia il suo corso”.
L’eccidio di Marzabotto è considerato il più feroce atto messo in atto dai nazisti in Italia.
Dal 29 settembre al 5 ottobre del 1944, le SS guidate dal maggiore Walter Reder uccisero 770 civili tra uomini, donne, bambini e anziani. Una rappresaglia nei confronti della Resistenza partigiana. I rastrellamenti nella colline del Monte Sole colpirono i comuni di Marzabotto, Grizzana e Monzuno.
(da agenzie)
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