SEGNALE DI FUMO NON ARRIVATO, MA CRESCE NEL M5S L’INSOFFERENZA VERSO DI MAIO E CHI SI AUGURA CHE SI VADA A SCHIANTARE
ALLA VIGILIA DEL MANDATO ESPLORATIVO A FICO NESSUN AVVICINAMENTO TRA SALVINI E DI MAIO… LA PAURA DI DI MAIO CHE FICO POSSA TROVARE UN APPOGGIO A SINISTRA
Per tutto il giorno Luigi Di Maio ha atteso un segnale: “Entro domenica sera Matteo Salvini deve farci sapere se molla Berlusconi”, è il ragionamento che circola tra i vertici pentastellati e rimbalzato alla Lega.
Ma le ore scorrono nel silenzio e il segnale non arriva.
Non si tratta del silenzio legato al voto in Molise, bensì all’impossibilità da parte di Salvini e Di Maio di dire o fare qualcosa di concreto che possa diminuire la distanza tra loro. Quindi, riflettono ancora i 5Stelle, “Lunedì inizia un’altra storia e vediamo cosa succede con il Pd”.
I due leader, quello del Carroccio e quello M5s, non riescono a trovare un’intesa nonostante lo scambio di messaggi che va avanti ormai da settimane.
Prova ne è il fatto che il capo grillino non ha ricevuto dalla Lega la risposta tanto attesa dopo l’invito a fare un governo insieme senza Silvio Berlusconi.
Anzi, Salvini per ora ribadisce che il centrodestra resterà unito e in questo contesto un nuovo mandato esplorativo, questa volta a Roberto Fico, si avvicina.
Stando così le cose non è difficile pensare che si tratti di un secondo tentativo, dopo quello portato avanti dalla presidente Maria Elisabetta Casellati, che difficilmente porterà a un inizio di trattativa credibile tra Lega e M5s.
A differenza del passato, questi ultimi metteranno sul tavolo una carta in più, cioè le due proposte di contratto alla tedesca.
Di Maio ha infatti chiesto al comitato scientifico da lui incaricato di terminare in anticipo, prima del 30 aprile, il lavoro sulla compatibilità dei programmi con un’attenzione rivolta in particolare alla Lega e al Pd.
È da qui che il capo politico grillino vuole provare a intavolare una trattativa, presentandosi quindi con carte alla mano davanti all’esploratore incaricato da Sergio Mattarella.
Ma l’intento sembra già naufragare. Il tweet di Salvini a favore della flat tax, “una tassa unica per far ripartire le imprese”, è apparso come una provocazione.
Le giravolte sono state tante in questi mesi, è vero, anche su questo tema.
Ma a marzo scorso un post sul blog parlava dell’argomento definendo la proposta una “flop tax”.
Di Maio oggi non ha risposto alla provocazione, ma parlare di tassa unica in questo momento così delicato è come mettere un masso lungo la strada di un programma condiviso.
Perchè c’è un’anima del Movimento che ribolle, che in silenzio finora ha provato ad accettare questo tentativo di trattare con la Lega ma adesso non ne può più.
Ad andare su tutte le furie è stato il senatore Nicola Morra: “Così i poveri vengono dimenticati”.
A rimettere la macchina in corsia, sempre in attesa di ricevere una risposta positiva dalla a Lega, ci ha pensato il capogruppo al Senato Danilo Toninelli: “Se è costituzionale e non svantaggia i poveri siamo d’accordo”.
Sta di fatto che Di Maio inizia a fare i conti con i malumori interni finora sopiti.
Non manca chi, nel Movimento, spera addirittura che la conquista del governo da parte del giovane di Pomigliano d’Arco possa fallire pur di vederlo finire all’angolo. Tutti attendono di vedere l’evolversi della trattativa per la formazione del governo e se Di Maio la spunterà diventando il più giovane inquilino di Palazzo Chigi.
Ma c’è chi, in queste ore, si frega le mani sperando in un sorpasso a sorpresa -e a sinistra- di Fico, visto di buon’occhio dal Pd e considerato a capo degli ortodossi e custode dei valori grillini prima di arrivare a sedere sullo scranno più alto di Montecitorio.
Da lunedì se dovesse concretizzarsi l’ipotesi di un incarico esplorativo al presidente della Camera saranno diversi, nel Movimento, a sperare nel colpo di scena.
Adesso è presto per dirlo. Di certo dai dem arrivano segnali. Se nelle prossime ore la possibile trattativa tra M5s e la Lega sarà definitivamente archiviata, “può iniziare un confronto e vediamo che succede”.
Nessun esito è scontato.
(da “Huffingtonpost”)
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