SEGREGATO IN CASA E PICCHIATO DA UNA BABY GANG DI ITALIANI, MUORE 66ENNE: TUTTI SAPEVANO, NESSUNO HA MOSSO UN DITO
VIDEO DI SEVIZIE, FERMATI 14 GIOVANI, 12 SONO MINORENNI, PARTICOLARI AGGHIACCIANTI… MA PERCHE’ LE FORZE DELL’ORDINE E I GENITORI CHE ERANO STATE INFORMATI NON SONO INTERVENUTI PER ANNI?
Emergono particolari agghiaccianti dall’inchiesta sulla morte del pensionato manduriano, Antonio Cosimo Stano , per la quale sono indagate quattordici persone, dodici non ancora maggiorenni, che devono rispondere di omicidio preterintenzionale ed altri reati gravissimi.
Il branco di ragazzini (i due maggiorenni hanno appena 19 e 22 anni) che secondo gli investigatori avrebbe usato violenza sull’uomo per derubarlo ed anche per gioco, avrebbe filmato le proprie bravate scambiandosi poi i video nelle chat.
Le scene riprese che chi le ha viste le ha definite «in stile arancia meccanica», il film di Stanley Kubrick, opera cult sulla violenza di un gruppo di giovani che quotidianamente commettevano azioni criminali su persone indifese in cerca di emozioni, sarebbero la prova in mano agli inquirenti.
Scene di una brutalità inaudita con richiesta di denaro, insulti, aggressioni animalesche con calci e pugni e addirittura con dei bastoni sull’uomo inerme e indifeso, gravato, tra l’altro da problemi psichici che lo tenevano lontano da amicizie e incline all’isolamento. La vittima ideale, insomma, del bullismo elevato all’ennesima potenza.
Le aggressioni, ripetute nel tempo, sarebbero avvenute sia in casa del pensionato ma anche all’esterno, per strada, davanti a persone che non intervenivano in difesa del più debole.E non da adesso.
In giro esisterebbero video vecchi addirittura di sei anni. Il povero Stano, insomma, era diventato (e così lo chiamavano nel branco), «il pazzo del Villaggio del fanciullo», dal nome dell’oratorio e della chiesa di San Giovanni Bosco situato proprio di fronte alla sua abitazione.
La notizia degli indagati sta scuotendo le coscienze dei manduriani che si interrogano sul «come sia potuto accadere».
Molto significativo è l’intervento di un educatore della parrocchia in questione, Roberto Dimitri che su Facebook ha pubblicato un lungo intervento che prova quanto le vessazioni e le violenze su Stano fossero conosciute da molti.
Nel descrivere «un tessuto sociale che si sta deteriorando sempre di più», l’educatore confida le sue difficoltà di interagire con i ragazzi e poi ammette: «personalmente — scrive – ho ripreso tante volte i ragazzi che bullizzavano il signore, chiamato le forze dell’ordine e chiamando i genitori, ma senza risultati.
Ora — aggiunge – provo dispiacere per l’uomo, ma anche per i ragazzi che, ahimè hanno perso l’occasione di vivere serenamente la propria età come tanti altri». Mi piacerebbe — conclude – che da queste occasioni i centri come l’oratorio, le strutture di aggregazione sociale, potessero avere una rivalutazione da parte delle famiglie che devono sentirsi scomodate nel bene e per il bene dei propri figli».
L’esame autoptico dirà se la morte del sessantaseienne è stata causata dai traumi subiti ripetutamente dall’uomo o l’esito di fattori patologici propri, magari aggravati dallo stato di profonda prostrazione in cui era caduta la vittima costretta a non uscire da casa per timore di incontrare i suoi aguzzini.
(da “La Voce di Manduria”)
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