SI AUTODENUNCIANO SOLO I POVERI CRISTI, QUEI CONSIGLIERI COMUNALI E SINDACI DI PICCOLI COMUNI CHE NON GUADAGNANO NEANCHE 500 EURO AL MESE
PARLAMENTARI E CONSIGLIERI REGIONALI TACCIONO, EPPURE SONO CENTINAIA AD AVER CHIESTO IL BONUS PARTITA IVA
Si ‘autodenunciano’. E non si pentono. Anzi, rivendicano di aver richiesto il bonus dei 600 euro previsto per chi aveva visto il suo introito ridotto a causa del Covid.
Protagonisti di questa storia sono Anita Pirovano, la prima a dichiarare di aver fatto richiesta, Jacopo Zannini, consigliere comunale di Trento e Francesco Rubini, collega ad Ancona.
Non si pentono perchè, spiegano, non vivono di politica – il corrispettivo di un consigliere comunale è, lo ricordiamo, al massimo di 1300 euro per chi riveste l’incarico in una città come Milano e addirittura pari a zero per chi è eletto in paesi con meno di mille abitanti. Alla spicciolata arrivano i loro post su Facebook. Con tanto di motivazione.
La prima, in ordine di tempo, è Anita Pirovano, consigliere comunale a Milano. “Sarei coinvolta – scrive su Facebook – nello scandalo dei ‘furbetti del bonus’ e mi autodenuncio. Non vivo di politica perchè non voglio e non potrei”. E ancora: “Come tanti mi indigno, perchè è surreale che un parlamentare in carica fruisca di ammortizzatori sociali e penso sia paradossale che una misura di sostegno al reddito non preveda nessuna soglia di reddito. Tutto ciò premesso, qualcuno mi spiega perchè da lavoratrice, e la politica non è un lavoro per definizione, non avrei dovuto fare richiesta di una misura di sostegno ai lavoratori perchè faccio anche politica?”.
Pirovano spiega di avere “un reddito annuo dignitoso e nulla di più, ho un mutuo, faccio la spesa, mantengo mia figlia e addirittura ogni tanto mi piace uscire e durante le ferie andare in vacanza”. L’impegno a Palazzo Marino “non mi garantisce nè un’indennità nè i contributi Inps”.
Secondo quanto riportato ieri da ‘Repubblica’, tra i percettori del bonus Inps ci sarebbero anche 2mila tra assessori regionali, consiglieri regionali e comunali, presidenti di Regione e sindaci.
“Mi arrabbio ancor più – conclude la consigliera comunale – se penso che tra questi probabilmente sarà stato tirato in causa anche qualche sindaco di un piccolissimo Comune con una grandissima responsabilità pubblica e un’indennità di poche centinaia di euro annue, accomunato ai parlamentari o ai consiglieri regionali dal comune impegno politico ma non dal conto in banca”.
Alle sue parole sono seguite quelle di Jacopo Zannini, di Trento: “Anche io non vivo di sola politica, pago l’affitto ogni mese e per marzo e aprile sono rimasto senza lavoro e ho chiesto come te i 600 euro visto che con i gettoni di presenza non sarei arrivato a fine mese … ed è giusto rivendicarlo”.
Ultimo della lista, per il momento, il consigliere di Ancona. “Ho 29 anni, sono un giovane avvocato precario con una Partita Iva aperta nel 2019 e faccio il Consigliere Comunale nel Comune di Ancona dove percepisco gettoni di presenza (niente stipendio, indennità , rimborsi, benefit etc, etc) per una media di 600/700 euro al mese (ribadisco: 600/700 euro) per gestire commissioni, sedute del consiglio, rapporto con i cittadini, incontri sul territorio e tutto ciò che concerne il ruolo. Ho chiesto e ottenuto il bonus di 600 euro per i liberi professionisti perchè, malgrado una laurea magistrale, un titolo da avvocato, una nobile professione e un ruolo istituzionale in un capoluogo, sono ancora costretto a barcamenarmi per avere un reddito mensile decente. Adesso, cari populisti da strapazzo, odiatori di professione, leoni da tastiera e buffoni vari, venite a prendermi per processarmi in pubblica piazza nella vostra ridicola guerra contro ‘i politici ladri’. Vi aspetto a braccia aperte”.
(da agenzie)
Leave a Reply