SI METTE MALE PER TRUMP: DONALD E I FIGLI DOVRANNO DEPORRE AL PROCESSO PER FRODE SUI CONTI DELL’ORGANIZZAZIONE DI FAMIGLIA
LA CORTE SUPREMA DI NEW YORK HA RESPINTO IL RICORSO DEGLI AVVOCATI DELL’EX PRESIDENTE, IL CERCHIO SI STA STRINGENDO DOPO CHE ANCHE I COMMERCIALISTI DI “MAZARS” HANNO ABBANDONATO “MCDONALD” AL SUO DESTINO
Donald Trump e i figli Donald jr e Ivanka dovranno rispondere alle domande della procuratrice dello Stato di New York, Letitia James.
Ieri Arthur Engoron, giudice della Corte Suprema di New York, ha respinto il riscorso degli avvocati trumpiani, che avevano ricusato James, perché «politicamente prevenuta» nei confronti dell’ex presidente.
È un passaggio importante per l’inchiesta condotta sui conti della Trump Organization. James ha formalizzato l’accusa lo scorso 18 gennaio: la holding della famiglia Trump avrebbe gonfiato il valore di sei proprietà immobiliari «in modo fraudolento e fuorviante». Obiettivo: ottenere più facilmente prestiti bancari, coperture assicurative, benefici fiscali. Nel dicembre scorso, la procuratrice aveva convocato di imperio («subpoena») i vertici della società, cioè Donald Trump, Donald jr e Ivanka.
Ma per tutta risposta aveva ricevuto copia di due ricorsi presentati dai legali trumpiani. Uno è ancora pendente davanti al tribunale di Syracuse, nello Stato di New York. L’altro è stato respinto ieri.
Il giudice Engoron non ha accolto le tesi degli avvocati: la procuratrice James non agisce per «motivi politici» e non sta usando le indagini di diritto civile per alimentare l’altra indagine penale aperta, in parallelo, dal procuratore distrettuale di New York, Alvin Bragg.
La sentenza di ieri, però, sottolinea che i Trump potranno beneficiare di ampie garanzie: «quando saranno chiamati a deporre avranno il diritto di rifiutarsi di rispondere a ogni domanda che ritengono possa portare a una loro incriminazione». In sostanza è probabile che «The Donald» e i due figli non dicano una parola alla magistrata.
In ogni caso è il secondo colpo per il clan nel giro di pochi giorni.
Martedì 15 gennaio si è saputo che la società di consulenza Mazars aveva preso le distanze dalle dichiarazioni fiscali compilate per conto della Trump Organization, dal 2011 al 2020.
Ora Letitia James potrà seguire la pista aperta dall’interrogatorio di Allen Weisselberg, per 46 anni il «contabile» della famiglia Trump. Gli accertamenti riguardano la quotazione dichiarata per asset come il golf club di Aberdeenshire, in Scozia. Oppure l’attico nella Trump Tower, a Manhattan, per anni l’abitazione dell’ex costruttore. Per i fiscalisti trumpiani vale 373 milioni di dollari; secondo i periti di James non più di 200.
(da il Corriere della Sera)
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