SILVIO IL PACIFICATORE: DISERTA LA BIANCOFIORE, E’ FREDDO SU GALAN (“INCAZZATO” CON LUI)
PUNTA SULL’INTESA CON NAPOLITANO E LAVORA ALL’IMMAGINE DI PADRE DELLA PATRIA
La “pacificazione” prima di tutto. Con l’obiettivo di chiudere “come Ruby” le altre pendenze giudiziarie, da Napoli a Bari.
E, nel lungo periodo, trovare un modo per ricandidarsi. È questo l’obiettivo che Silvio Berlusconi ha fissato con i suoi avvocati.
Perchè l’assoluzione ha alimentato il frenetico desiderio di essere riabilitato “politicamente”. E sulla linea da padre della patria, secondo i ben informati a Grazioli, è in atto un “disgelo col capo dello Stato”.
Così vengono lette le parole che Giorgio Napolitano pronuncia nel corso della cerimonia del Ventaglio.
Non è la prima volta che il capo dello Stato si dice favorevole a una riforma della giustizia.
È però un inedito il suo apprezzamento delle parole di Berlusconi, definito un “interlocutore significativo”. Quelle, per intenderci, usate dall’ex premier, dopo l’assoluzione, per lodare la maggioranza silenziosa dei giudici.
È il segno che la triangolazione con Napolitano e con Renzi sta funzionando. Nel senso che sta creando un “clima nuovo”.
Se continua così, ragionano i suoi nell’ottimismo di questi giorni, non è un azzardo pensare che, nei prossimi mesi, si possa trovare un modo per cancellare l’onta di questi mesi, con la decadenza.
Perchè per il Cavaliere, la riabilitazione totale equivale a un’ultima battaglia sul campo da leader.
Proprio per non mettere a rischio la “pacificazione” in una giornata che in altri tempi sarebbe stata perfetta per far rullare i tamburi di guerra, l’ex premier si fa “colomba”.
Accettando il consiglio dei suoi avvocati di non andare alla presentazione del libro di Micaela Biancofiore dal titolo “Il cuore oltre gli ostacoli”. Appuntamento ad alto rischio.
Perchè, di fronte alla curva di fanatici, Berlusconi si sarebbe potuto abbandonare a qualche parola di troppo su quello che gli hanno fatto passare i giudici in questi anni, a livello personale e politiche, partecipando alla manovra a tenaglia per disarcionarlo.
Ma Berlusconi si fa colomba soprattutto sul caso Galan, che emotivamente non lo lascia affatto indifferente. La nota con cui, a votazione avvenuta, si dice “addolorato” per l’amico e “certo della sua correttezza” è una sintesi perfetta della nuova strategia, definitivamente consolidata dopo l’Assoluzione milanese.
Parole istituzionali, toni pacati, rispetto nei confronti della magistratura.
Fanno notare i fautori di questi consigli con un certo orgoglio che il termine “correttezza” è più politicamente corretto di “innocenza”, parola più conflittuale verso i giudici.
Resta isolato Brunetta che, nel corso della capigruppo, arriva a paventare il mancato sostegno di Forza Italia alle riforme se il Pd non avesse rinviato il voto su Galan.
Nulla di più lontano dall’ottica di Berlusconi.
In fondo la conferma arriva dalle parole dello stesso Galan, incazzato per non essere stato difeso dal suo partito.
E dal suo leader.
(da “Huffingtonpost“)
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