SLITTANO REDDITO DI CITTADINANZA E QUOTA 100, RETROMARCIA SULLE TASSE NO PROFIT
MOODY: “LE TASSE LOCALI SALIRANNO DI 2 MILIARDI”
Bisognerà aspettare ancora per avere la parola definitiva sul decreto per Reddito di cittadinanza e quota 100. Slitta, probabilmente alla prossima settimana, la discussione su queste tematiche nel Consiglio dei ministri, dal quale si attendeva il varo del provvedimento: l’esecutivo si incontra ugualmente oggi, ma senza avere sul tavolo nè il maxi-decreto nè la nomina del nuovo presidente della Consob.
Prende invece corpo la retromarcia sulla cancellazione dell’agevolazione Ires al non profit (enti del terzo settore): dovrebbe trovare posto nel decreto sulle semplificazioni, come confermano i due relatori, Mauro Coltorti (M5S) e Daisy Pirovano (Lega) al termine dell’ufficio di presidenza che ha deciso di sconvocare la seduta delle commissioni di domani e di rinviare i lavori sul provvedimento direttamente a martedì prossimo 15 gennaio (il giorno in cui il testo sarebbe dovuto arrivare già in Aula).
Nell’ordine del giorno della riunione del Cdm non si ha dunque traccia delle misure cardine di Lega e M5s.
Per questi temi, la possibile data di recupero è il prossimo venerdì. “E’ probabile”, ha detto il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, a chi gli chiedeva se la riunione dell’esecutivo si sarebbe tenuta la prossima settimana.
Un ennesimo segnale dopo ore di tensione nell’esecutivo, che – tra ipotesi di referendum sulla Tav e gestione dell’immigrazione – ha finito per mandare ai tempi supplementari anche il testo-manifesto del governo gialloverde. Sullo slittamento è montata la critica dell’opposizione.
Il deputato Pd Camillo D’Alessandro ha attaccato: “Quota 100 slitta a data da destinarsi. Il governo dice che forse il decreto sarà approvato la prossima settimana, ma in precedenza aveva detto che sarebbe partito entro questa settimana, per permettere a tutti gli interessati di poter fare domanda da subito per poter usufruire del provvedimento in estate. Lo stesso destino per il reddito di cittadinanza. Il governo è nel caos più totale”.
L’agenzia di rating Moody’s ha dedicato un report al mancato rinnovo del blocco delle aliquote dei tributi degli enti locali, che era in vigore dal 2016, derivante dalla legge di Bilancio gialloverde.
L’analisi a firma di Massimo Visconti, VP Senior Credit Officer dell’agenzia, ricorda che in questo modo gli enti “potranno nuovamente rimodulare le aliquote e le addizionali sulle quattro principali imposte: Irap, Imu/Tasi e addizionali Irpef famiglie e imprese”.
Considerando che gli enti potranno inoltre “decidere di applicare o rimuovere le esenzioni fiscali per alcune categorie di beneficiari come famiglie o imprese”, Visconti stima che “la riforma potrebbe consentire ulteriori entrate di circa 2 miliardi di euro”.
Una cifra in linea con i calcoli che qualche settimana fa redigeva la Uil, Servizio Politiche territoriali, che parlava di 130 euro in media pro capite: addizionale Irpef regionale (1,5 miliardi totali), addizionale Imu comunale (112 milioni) e aliquote Imu/Tasi (600 milioni) i singoli contributi stimati.
Secondo Moody’s, circa l’80% dei governi regionali e locali potrebbe cogliere l’opportunità di alzare le tasse nel corso del 2019. “Le grandi città come Milano, Venezia, Torino, Napoli e la Città Metropolitana di Roma, o Regioni come il Lazio o il Piemonte ne beneficeranno di meno, dato che avevano già impostato le aliquote vicino al loro livello massimo prima del congelamento”, si legge nel report.
Le elezioni locali del 2019 potrebbero fungere da deterrente per gli amministratori locali, ma il taglio ai trasferimenti statali nell’ordine del miliardo di euro (stima Uil) previsti dalla stessa legge di Bilancio potrebbe spingere in direzione opposta.
(da “La Repubblica“)
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