SMACCO MOGHERINI, L’EUROPA PRENDE RENZI A PESCI IN FACCIA
SALTA L’ACCORDO TRA SOCIALISTI E POPOLARI… “ITALIA TROPPO FILO-RUSSA”… STALLO DURANTE LA CENA DEI LEADER: “NOMINE EUROPEE RINVIATE A FINE AGOSTO”
La nomina di Federica Mogherini come ministro degli Esteri dell’Unione europea sembrava scontata, invece si è complicato tutto e si prospetta il rinvio di tutte le nomine della Commissione al 28 agosto.
E se un candidato non passa al primo giro, difficilmente viene tenuto in caldo per un mese e poi ripresentato col rischio di una seconda bocciatura.
La giornata è complicata, comincia con gli attacchi del Wall Street Journal alla Mogherini che arrivano dopo quelli del Financial Times e dopo lo scetticismo che ha iniziato a circolare da giorni tra Bruxelles e Strasburgo: il ministro degli Esteri italiano ha troppa poca esperienza, rappresenta un Paese troppo amichevole verso la Russia di Vladimir Putin per i suoi legami energetici, appoggia un progetto di gasdotto che piace a Mosca ma non a Bruxelles (il South Stream) e quindi non è considerata una garanzia dai Paesi ex sovietici della New Europe, gli alleati più preziosi per gli Stati Uniti nell’area.
Renzi capisce l’aria e decide di partire da Roma più tardi del previsto, salta il vertice dei socialisti che come tradizione anticipa la riunione dei capi di governo e arriva a Bruxelles quando i negoziati bilaterali sono già in corso da ore.
Spera di imporre la propria linea. Ma tutto è confuso.
Gianni Pittella, Pd, capo dei socialisti nel Parlamento europeo, nel pomeriggio spiega la posizione ufficiale della famiglia socialista, raggiunta all’unanimità : “I socialisti sono presenti in 21 governi europei su 28, quindi riteniamo di poter chiedere sia la presidenza del Consiglio europeo per Helle Thorning-Schmidt che la Politica estera per Federica Mogherini”.
Peccato che i socialisti abbiano perso le elezioni, il primo partito nel Parlamento europeo è il Ppe che infatti ha espresso il presidente della Commissione nominato, Jean Claude Juncker. Visto che Juncker ha ottenuto la fiducia da una grande coalizione, ha dovuto promettere ai socialisti il portafoglio più importante della Commissione, quello agli Affari economici e monetari che andrà molto probabilmente al francese Pierre Moscovici .
Per le altre poltrone che contano, Renzi era riuscito a far passare la seguente linea: ai socialisti, e nello specifico all’Italia, la Politica estera, la poltrona più prestigiosa dopo le presidenza.
L’Alto rappresentante per la politica estera è membro sia della Commissione che del Consiglio, ha il doppio cappello, rappresenta l’Unione nelle crisi geopolitiche.
Il Ppe, con Angela Merkel, ha dato il via libera in cambio della presidenza del Consiglio, i popolari hanno molti più nomi per la successione a Herman van Rompuy di quanti non ne abbiano i socialisti.
Ma Pittella annuncia che quell’accordo non è più valido, si ridiscute tutto.
Federica Mogherini ci ha messo del suo per indebolirsi: è andata in Russia da ministro degli Esteri del Paese che ha la presidenza di turno dell’Unione, ha invitato Vladimir Putin al vertice Asem (Europa-Asia) che si terrà a Milano in ottobre.
Un evento europeo, non italiano.
E a Bruxelles non l’hanno presa bene: ma come, noi cacciamo Putin dal G8 brussellese di giugno per la crisi ucraina e voi lo riammettete subito dopo senza chiedere niente a nessuno?
Era l’occasione che aspettavano i Paesi della New Europe, quelli terrorizzati dal tornare sotto l’area d’influenza russa, per attaccare l’Italia: il Paese che, colpa anche del gas dell’Eni, è il più filo-russo di tutti, il più morbido sulle sanzioni contro Mosca.
I lobbisti dell’energia a Bruxelles si sono attivati, per bloccare la Mogherini favorendo così progetti e aziende ostili a Mosca (ci sono in gioco miliardi).
La Polonia ha colto l’opportunità : prima si è smarcata dal blocco ex sovietico, poi ha iniziato a negoziare.
Renzi capisce il gioco di Varsavia e appoggia il nome del premier Donald Tusk per il Consiglio: è un popolare, piace ad Angela Merkel e garantirebbe la conferma della Mogherini.
Nel pomeriggio l’ambasciata polacca a Roma lavora per la Mogherini, anche quella d’Israele si attiva. Ma non basta.
La prova di forza dell’Italia rischia di rivelarsi una dimostrazione di debolezza.
Stefano Feltri
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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