SONDAGGIO DEMOS: BERLUSCONI FIDUCIA A PICCO AL 30%
SOLO UN ITALIANO SU QUATTRO PENSA CHE ABBIA MANTENUTO LE PROMESSE…PDL AL 27%, PD AL 24%: IN DUE ANNI HANNO PERSO COMPLESSIVAMENTE IL 20% DI VOTI… IL CENTROSINISTRA BATTEREBBE LA COALIZIONE PDL-LEGA, TERZO POLO AL 20,1%
Silvio Berlusconi resiste.
Nonostante le inchieste, gli scandali e le proteste. Anzi, reagisce con violenza. Contro i nemici. La Magistratura, i giornali e i giornalisti della Repubblica Giudiziaria.
Perfino – anche se in modo meno esplicito – contro il Presidente della Repubblica.
Ma la sua posizione e la sua immagine ne hanno risentito sensibilmente.
Come mostra il sondaggio condotto nei giorni scorsi dall’Atlante Politico di Demos .
Oggi, infatti, la fiducia dei cittadini nei confronti di Silvio Berlusconi ha toccato il fondo.
La quota di italiani che ne valuta positivamente l’operato (con un voto almeno sufficiente) è ridotta al 30%.
Meno che nel settembre 2005, quando il Cavaliere sembrava avviato a una sconfitta pesante alle elezioni politiche dell’anno seguente.
Il che suggerisce di usare cautela, prima di darlo per finito, visto come sono andate le cose in seguito.
Tuttavia, gli avvenimenti recenti fanno sentire i loro effetti.
Quasi metà degli italiani ritiene vere le accuse rivolte dagli inquirenti a Berlusconi.
E pensa che il Premier si dovrebbe dimettere.
Meno del 20% considera, invece, falsi i fatti che gli sono addebitati.
Anche se oltre metà degli italiani ritiene che, per quanto colpevole, il Premier resterà “impunito”. Come sempre.
Anche per questo la fiducia in Berlusconi, oltre che limitata, appare in declino costante e precipitoso.
È, infatti, calata di 5 punti percentuali negli ultimi due mesi, ma di 12 rispetto allo scorso giugno e addirittura di 18 rispetto a un anno fa.
I motivi di insoddisfazione degli elettori, d’altronde, vanno al di là delle feste e dei festini a casa del Premier.
Solo un italiano su quattro, infatti, pensa che il governo Berlusconi abbia “mantenuto le promesse”.
Quasi metà rispetto a due anni fa.
Neppure gli elettori leghisti sembrano disposti ad ammetterlo.
Da ciò la crescente in-credibilità di Berlusconi.
Sempre più indebolito sul piano del consenso personale.
Mentre tutti gli altri leader politici hanno migliorato la propria immagine presso gli elettori, negli ultimi due mesi.
Nella maggioranza (e non solo), Tremonti resta il più apprezzato.
Nel Terzo Polo, non solo Casini – di gran lunga il più stimato – ma anche Fini ha recuperato (un po’ di) credibilità , dopo la battuta d’arresto subìta il 14 dicembre.
Nel Centro-Sinistra, infine, Vendola si conferma il “più amato”, per quanto anche Bersani abbia allargato la propria base di consensi.
È significativo il seguito di una outsider come Emma Bonino.
Nonostante il peso elettorale, limitato, del suo partito. A conferma del disorientamento di quest’epoca, senza riferimenti fissi.
Senza baricentri.
Come emerge, con chiarezza, dalle intenzioni di voto.
Contrassegnate, anzitutto e soprattutto, dal calo sensibile dei due partiti principali. Il PDL, infatti, scende al 27%, il PD al 24%.
Insieme: poco più del 50%.
Alle elezioni politiche del 2008 superavano il 70%.
Segno definitivo che l’illusione bipartitica è finita.
Compromessa – se non finita – insieme alla capacità di Berlusconi di unire e dividere il mondo (politico) italiano.
Con la conseguente frammentazione, che, più degli altri, premia la Lega, a destra, e SEL, a sinistra.
I dati del sondaggio parlano del Pdl al 27,2%, Lega all’11,8%, Fli al 5,5%, Udc al 7,1%, Pd al 24,3%, Idv al 5,9%, Seal all’8,2% .
È interessante osservare come il quadro cambi sensibilmente di fronte a scenari di coalizioni possibili.
In primo luogo, si assiste a una riduzione consistente degli indecisi.
I quali, praticamente, si dimezzano con effetti evidenti sugli equilibri politici.
Secondo le stime dell’Atlante Politico, infatti, l’attuale coalizione di governo, allargata alla Destra di Storace, perderebbe nettamente il confronto (57% a 43%) con una – ipotetica – “Grande Alleanza” di opposizione, che dal Terzo Polo arrivasse fino a SEL, passando per il PD e l’IdV.
Ma appare sfavorita anche in una competizione tripolare.
Il Centrosinistra (PD e IdV insieme a SEL) vincerebbe, infatti, in misura più larga rispetto a due mesi fa (6 punti percentuali in più).
Aiutato, per un verso, dal voto di elettori incerti di centrosinistra; per altro verso, dalla crescita del Terzo Polo a spese del Centrodestra.
Finirebbe con la sinistra al 41,4%%, Pdl-Lega al 39,7%, Terzo Polo al 20,1%.
Si spiega così la resistenza del Premier di fronte a ogni ipotesi di voto anticipato.
Assecondato, con malcelato disagio, dalla Lega.
Si spiegano, allo stesso modo, le telefonate del Premier durante le trasmissioni “nemiche”, la crescente pressione esercitata sui media.
Ma anche la guerriglia condotta dagli uomini della maggioranza contro ogni sondaggio sfavorevole.
Il Premier, il PdL, il centrodestra sono impegnati a modificare il clima d’opinione loro sfavorevole. Con ogni mezzo. E ad allontanare le elezioni anticipate.
Visto che oggi il Centrodestra ha la maggioranza – ipotetica e incerta – in Parlamento, ma è minoranza nel Paese, fra gli elettori.
Oggi, un’alleanza tra le forze di opposizione avrebbe grandi possibilità di rappresentare la “maggioranza” – dei cittadini ma anche degli elettori.
È ciò che teme Berlusconi.
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