SONDAGGIO DEMOS: FORZA ITALIA SORPASSA LA LEGA, CRESCE IL PD, SCENDE M5S
PD 32,2%, M5S 25,8%, FORZA ITALIA 13,3%, LEGA 13,2%, FDI 5,5%, SINISTRA ITALIANA 4,7%, NCD-UDC 2,1%
Le stime di voto elaborate da Demos riportano il Pd oltre il 32%. Poco più rispetto allo scorso novembre. Ma era dall’estate scorsa che non raggiungeva questo livello. Peraltro, il M5S — unica vera opposizione, fino ad oggi – è danneggiato dalle polemiche di questi giorni sulle Unioni civili. Ma, soprattutto, dai conflitti — interni oltre che con gli altri partiti – a Bologna, a Livorno, a Parma… E, prima ancora, a Quarto, dov’è accusato di essere stato “infiltrato” dalla camorra.
Il M5S resta la forza politica più accreditata nella lotta alla corruzione, ma la quota di elettori che lo ritiene il soggetto più credibile, su questo piano, scende di qualche punto: dal 31% al 27%. Mentre, al contempo, si allarga l’area di quelli che non credono a nessuno.
Secondo quasi metà del campione (il 46%), di fronte alla corruzione, tutte le forze politiche sono non credibili.
Tra le altre forze politiche, si osserva il sorpasso di Forza Italia, in crescita lieve, sulla Lega Nord, in calo di quasi un punto.
Positivo il risultato attribuito ai FdI, che raggiunge il 5,5%., favorito dalla visibilità mediatica di Giorgia Meloni.
Dunque, il Pd oggi mantiene le sue posizioni, anche se il suo leader ha perduto qualche punto, negli ultimi mesi. O, forse, proprio per questo: nel PD coabitano due identità . Quella “storica” e quella “personalizzata”. Il Pd e il PdR. Riuniscono coloro che votano Pd nonostante Renzi. E quelli che votano per Renzi nonostante il Pd. Quando le due identità coabitano, allora il successo è grande. Come alle elezioni europee del 2014.
Ma la coesistenza non è sempre facile. Anzi lo è sempre meno. Anche se Renzi è abile e agile. Persegue e realizza iniziative ad alta visibilità e, comunque, gradite. Le sue polemiche con L’Unione Europea: contro i vincoli di spesa che costringono all’austerità . Contro coloro che non condividono la ripartizione delle quote di migranti. Sono largamente apprezzate dagli elettori. Non solo nel Pd, ma ben oltre.
Tuttavia, Matteo Renzi appare, sempre più, un leader “solo”. Che si affida soprattutto — anzitutto – a collaboratori fidati. Nel partito, nel governo: al centro c’è lui. Il Capo. Il Premier. Tutto il resto gli ruota intorno.
Così, se, in termini proporzionali, il Pd si conferma primo partito, in caso di ballottaggio, il suo successo risulta più incerto.
(da “La Repubblica“)
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