SONDAGGIO IPSOS: ITALIANI DIVISI SULL’EUROPA, IL 48% È DIFFIDENTE MENTRE IL 39% DICHIARA FIDUCIA
SUL PNRR PREVALE (35%) CHI ATTRIBUISCE LE DIFFICOLTÀ ALLE MANCATE RIFORME DELL’ESECUTIVO
Il rapporto con l’Europa è questione centrale per il governo Meloni. Oggi il 39% dichiara fiducia nell’Europa, il 48% esprime sfiducia. Non è solo, e forse non soprattutto, questione di orientamento politico. Certo, gli elettori pd sono europeisti senza se e senza ma (78% di fiducia), ma negli altri elettorati le opinioni tendono ad essere più equilibrate con gli elettori di FdI e M5S più critici (ma in entrambi i casi circa il 40% esprime fiducia in questa istituzione).
È molto di più questione di condizione sociale: sono i ceti popolari ad essere critici verso l’Ue (due terzi degli intervistati meno abbienti nega la fiducia all’Europa), al contrario i ceti medio alti sono favorevoli all’istituzione. Pur in questo contesto critico, si tende a ritenere che il rapporto del governo italiano con l’Europa sia più positivo (46%) che non negativo (30%). Questo indubbiamente grazie alle capacità diplomatiche, da molti sottolineate, della presidente del Consiglio.
I dossier
Questione più complessa invece il Pnrr. Le difficoltà nel perseguire i risultati richiesti sono attribuiti dal 35% alle difficoltà del governo nel procedere sulla strada delle riforme (71% tra gli elettori pd, 53% tra i 5 Stelle), dal 18% invece alle scarse capacità dei governi precedenti, Conte e Draghi, (31% tra gli elettori di FdI), mentre il 10% accusa la burocrazia europea e il 9% non vede rallentamenti.
L’altro grande tema, incognita del prossimo futuro, è la revisione del patto di Stabilità. Prevale in questo caso l’idea di una sua revisione, nel solco delle proposte del governo di escludere alcune spese dal conteggio del deficit (38%), ma il 28% pensa che debba essere riproposto sostanzialmente nelle forme pre-Covid (53% tra gli elettori del Pd). Rilevante la quota di chi non si esprime (35%).
Infine, un contenzioso sempre più evidente è quello relativo alla compagnia di bandiera, l’Ita, per la quale il governo accusa l’Ue di inaccettabili ritardi. In questo caso le opinioni degli italiani tendono a essere meno drastiche: il 37% invita il governo a percorrere tutti i canali diplomatici necessari (66% tra gli elettori pd, 55% tra i pentastellati), mentre 31% si schiera a favore delle lamentele del governo (58% tra gli elettori fdI, 54% tra le altre forze di centrodestra).
Gli schieramenti
E, in conclusione, quale sarebbe l’atteggiamento migliore da tenere nei confronti dell’Unione europea? Qui le opinioni si dividono quasi perfettamente a metà. Il 39% infatti ritiene che il governo dovrebbe battere i pugni sul tavolo, con un atteggiamento più rigido che faccia valere meglio gli interessi nazionali. Il 38% al contrario reputa che occorrerebbe essere più collaborativi, perché questo sarebbe il modo migliore per fare gli effettivi interessi del Paese.
Con differenze interessanti: gli elettori pd massicciamente schierati sulla collaborazione (76%), mentre questa ipotesi viene sostenuta più freddamente dagli elettori pentastellati (48%). Nel centrodestra l’opzione di irrigidimento è sposata dai due terzi circa (ma un terzo sarebbe «trattativista»). Insomma, l’Europa rimane un tema divisivo, che in qualche modo produce atteggiamenti parzialmente diversi sia nel centrodestra che tra i 5 Stelle. L’unica certezza è che il Pd è rimasto l’ultimo partito europeista.
Nando Pagnoncelli
(da il Corriere della Sera)
Leave a Reply