SONO SEMPRE GLI STESSI: IERI NO EURO, OGGI NO VAX
NELLA GALASSIA ANTI GREEN PASS GLI STESSI CHE VOLEVANO AFFOSSARE L’EUROPA
Sarà forse un riflesso condizionato, il dire no a prescindere; o anche una forma mentale, credere che dietro a ogni scelta politica si celi in realtà un complotto di un qualche tipo.
Fatto sta che le cartine potrebbero benissimo essere sovrapponibili: il ‘vecchio’ mondo no euro, euroscettico e sovranista combacia perfettamente con quello che oggi protesta contro i vaccini, il Green Pass eccetera eccetera.
Anche la simbologia adottata nella propaganda online è simile: se l’Europa dei banchieri e dei burocrati era paragonata a una nuova forma edulcorata del nazismo, inteso come pensiero unico, adesso se ne ripropone la schema, con i non vaccinati descritti alla stregua degli ebrei sotto la dittatura hitleriana.
Comunque, i capofila di questo movimento sono economisti, studiosi di vario genere, opinionisti, gente che ha costruito carriere e consensi politici attorno alla battaglia campale contro la moneta unica ora rinnova con la stessa verve lo schema attorno agli aspetti di regolamentazione sociale della pandemia.
In casa Lega, ad esempio. Lo stesso Matteo Salvini, ai tempi sfegatato no euro salvo poi cambiare idea, in questi mesi ha più o meno indirettamente dato spago agli anti-vaccinisti. In Consiglio dei ministri ha perso la sua battaglia contro le direttive di Mario Draghi, anche perché nel suo stesso partito l’ala più moderata non approva questo tipo di connivenza. Ma ci sono altri irriducibili pronti a portare avanti la protesta: Claudio Borghi, Alberto Bagnai, l’eurodeputata Francesca Donato. Tutti e tre anti-euro duri e puri poi portati nelle istituzioni dal Carroccio, in seguito scesi a più miti consigli sul fronte dell’economia; oggi scendono nelle piazze no vax e no Green Pass.
Anche nel mondo della destra ancor più radicale, tra CasaPound e Forza Nuova, in quanto forze nazionaliste fiere avversarie dei processi di integrazione, le due battaglie combaciano perfettamente. In Fn addirittura si predica l’espulsione per chi si è vaccinato.
E poi ci sono gli ‘intellettuali’ d’area o comunque tenuti in grande considerazione nella galassia sovranista, e sono tutti ovviamente schieratissimi contro la ‘dittatura sanitaria’: dal filosofo Diego Fusaro allo psichiatra Alessandro Meluzzi, passando per il professor Paolo Becchi.
Sull’Europa Gianluigi Paragone – ex direttore del quotidiano della Lega Nord La Padania, poi eletto in Parlamento con il M5S – è rimasto coerente e ha fondato il partito Italexit, un nome un programma.
Anche lui è contemporaneamente un fervente no Green Pass che grida all’attentato contro le libertà personali.
Poi c’è Claudio Messora, ai tempi della sbandata contro l’euro del M5S tra i responsabili della comunicazione del partito, con la sua ‘tv dei cittadini’ Byoblu, che in nome della ‘libera informazione’ copre assiduamente le manifestazioni contro il cosiddetto ‘inganno planetario’ del Green Pass e del tracciamento. Naturalmente Messora e company erano (sono) acerrimi nemici delle istituzioni europee.
Contrari al Green Pass ci sono pure gli ex 5 Stelle che hanno dato vita a L’Alternativa c’è, non sono tutti rimasti ancorati all’uscita dall’euro ma di certo il legame ideale con il Movimento anti-sistema è rimasto forte nella retorica e nella contrapposizione ai famosi ‘poteri forti’.
Anche a sinistra, infine, seppur con una posizione meno netta e strillata, l’equazione regge.
Dall’economista marxista Vladimiro Giacché, studioso ostile all’unità monetaria e oggi molto critico sul piano vaccinale al segretario del Partito comunista Marco Rizzo: dal suo Pc, che anch’esso esprime una posizione no euro, giusto ieri ha annunciato l’abbandono il famoso pugile Lenny Bottai che si è portato dietro tutta la federazione del partito della sua città, Livorno. Bottai, ex capo ultrà delle Brigate autonome livornesi, tra le altre cose ha lamentato una “mancanza di chiarezza sui vaccini e sulla pandemia” da parte di Rizzo e compagnia. La posizione di Bottai è classicamente comunista: se anche Cuba produce un proprio vaccino e lotta contro il Covid, come si può sminuirne l’importanza o evocare complotti da sinistra?
E come si può dirsi socialisti se si mette davanti a tutto, anche alla salute pubblica, la scelta individuale (a me piace il vaccino, a me no…)? Vecchia scuola falce e martello che però, di fronte a un tema così delicato, non si trova a proprio agio neanche tra chi professa la fede stalinista.
(da La Repubblica)
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