SPESE A VARESE SENZA PAGARE, NUOVA CONDANNA PER RICCARDO BOSSI
ACQUISTI A SBAFO DA UN GOMMISTA, UN BENZINAIO E UN VENDITORE DI LAMPADE: CONDANNATO A NOVE MESI DI CARCERE
Terza condanna nel giro di pochi mesi per Riccardo Bossi, figlio primogenito del Senatur ed ex pilota di rally, ormai famoso per il suo vizio di acquistare merce costosa senza pagare.
Il tribunale di Varese lo ha riconosciuto colpevole di truffa e insolvenza fraudolenta nei confronti di vari negozianti di Varese – un gommista, un venditore di lampade e un benzinaio – dai quali aveva fatto acquisti senza badare a spese (e senza saldare il conto).
Il giudice Alessandra Mannino ha accolto la richiesta del pm di 9 mesi di carcere e 400 euro di multa.
«Poi passo…»
Bossi junior è stato anche condannato a risarcire gli imprenditori truffati: 3.200 euro per i cerchioni di gomme non pagati, 7.600 euro per le lampade mai saldate e 150 euro per la benzina.
Dovrà anche pagare le spese legali. L’avvocato difensore d’ufficio, Andrea Boni, aveva chiesto l’assoluzione.
I truffati hanno testimoniato che l’imputato aveva fatto loro credere che sarebbe passato, appena possibile, a saldare il conto; in un caso aveva anche mostrato gli estremi di uno sportello bancario di Montecitorio.
La truffa al gioielliere
Il 16 novembre 2016 Riccardo Bossi era stato condannato dal tribunale di Busto Arsizio a 10 mesi di reclusione, con pena sospesa, per truffa aggravata ai danni di un noto gioielliere di Busto Arsizio, da cui aveva comprato gioielli per 26mila euro senza mai pagarli: un anello, un girocollo Bulgari e un orologio Rolex.
E in precedenza, il 14 marzo 2016, il figlio del fondatore della Lega era stato condannato a un anno e otto mesi di carcere per 158mila euro di spese personali con i fondi della Lega.
In quella occasione, l’avvocato difensore (poi cambiato) descrisse Riccardo Bossi come «un uomo in difficoltà che sta cercando un lavoro».
(da “il Corriere della Sera”)
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