SPESE PAZZE TRAVOLGE LEGA E FRATELLI D’ITALIA: RINVIATI A GIUDIZIO IN LIGURIA RIXI (IL VICE DI SALVINI), BRUZZONE E IL CAPOLISTA DEL PARTITO DELLA MELONI
“SI SONO FATTI RIMBORSARE SCONTRINI PRIVATI SPACCIANDO LE SPESE PER ATTIVITA’ ISTITUZIONALI”…UN ALTRO LEGHISTA PATTEGGIA 2 ANNI… RIXI NON SI DIMETTE “PERCHE’ SONO LEGATO ALLA MIA TERRA”: ORA LO STIPENDIO SI CHIAMA COSI’
Ventitrè rinviii a giudizio, tra cui il presidente del consiglio regionale ligure, Francesco Bruzzone, e l’assessore allo sviluppo economico e alle infrastrutture della giunta di centrodestra guidata da Giovanni Toti, Edoardo Rixi, entrambi leghisti; un altro esponente del partito di Salvini (di cui Rixi è il vicesegretario nazionale), l’ex consigliere Maurizio Torterolo, condannato a due anni con il patteggiamento.
A processo anche Matteo Rosso, capogruppo di Fratelli d’Italia.
Con le decisioni della giudice per l’udienza preliminare Roberta Bossi si conclude la prima fase della lunga inchiesta sulle spese pazze sostenute con i soldi dei gruppi regionali dal 2010 al 2012.
Prosciolto dall’accusa di peculato Mario Amelotti, tesoriere del gruppo Pd; ridotte anche le accuse all’ex capogruppo democratico Nino Miceli, per il quale sono caduti due dei tre capi di imputazione, mentre ne resta un terzo per scontrini da giustificare per 38 mila euro.
“Sono soddisfatta degli alleggerimenti delle accuse nei confronti degli esponenti del Partito democratico” ha detto Raffaella Paita, attuale capogruppo in Regione Liguria. L’inizio del processo è stato fissato per l’8 giugno.
Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Francesco Pinto, i consiglieri si sarebbero fatti rimborsare spese private con soldi pubblici spacciandole per attività istituzionali. Le accuse, a vario titolo, sono di peculato e falso.
Giustificati come rimborsi legati all’attività istituzionale ci sono viaggi in montagna, una mangiata di ostriche al Cafè de Turin di Nizza e gite fuori porta, nei weekend, a Pasqua, il 25 aprile e il Primo Maggiol
L’elenco delle voci sospette include pure pernottamenti in località montane come Courmayeur, in Valle D’Aosta, e Limone, in Piemonte; un agriturismo per due a Cogne, passando per alberghi in città d’arte come Venezia e Pisa.
Ad attirare l’attenzione degli inquirenti sono state soprattutto le date delle ricevute, che spesso collocano i viaggi al sabato e alla domenica. Nel budget regionale sono così finiti 84 scontrini in uno stesso ristorante di Savona, cene a Mondovì, menù per bambini, pranzi a Ferragosto e una notte passata in un motel di Broni, in Provincia di Pavia.
Il processo comincerà l’8 giugno e sul banco degli imputati ci saranno anche tutti gli ex componenti dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale negli anni 2010-2012: Rosario Monteleone, allora presidente (Udc), Michele Boffa (Pd), Giacomo Conti (Fds), Massimo Donzella (Udc
La reazione di Rixi: “Dimettermi? Non voglio abbandonare questa terra”.
Nessuno infatti lo obbliga, basterebbe rinunciasse allo stipendio, magari restituendo quello che fino ad oggi ha percepito, insieme agli altri imputati.
Ricordiamo che in caso di condanna in primo grado, la legge Severino prevede la decadenza dall’incarico.
(da agenzie)
Leave a Reply