STATALI SUL PIEDE DI GUERRA: NO A NUOVI BLOCCHI DEGLI STIPENDI
I SINDACATI: “RENZI SIA CHIARO SULLA MANOVRA O SARA’ UN AUTUNNO INCANDESCENTE”
I sindacati del pubblico impiego sono pronti a dissotterrare l’ascia di guerra contro il governo Renzi.
Le ipotesi di un intervento sulle pensioni, in particolare su quelle maturate con il sistema contributivo che sarebbero ricalcolate con il meno generoso criterio contributivo, insieme a ulteriore proroga del blocco degli stipendi dei lavoratori statali, scatenano la reazione netta delle organizzazioni sindacali che hanno già annunciato la mobilitazione.
Il rischio è che alla fine della pausa estiva inizi un autunno incandescente.
Per questo le sigle sindacali maggiori hanno chiesto al governo di smentire le voci che circolano da giorni. «Lasciate in pace i pensionati, la pazienza è finita. Ci mobiliteremo» ha scritto su Twitter la segretaria generale di Spi Cgil, Carla Cantone, dopo che già la Cgil nazionale aveva chiarito senza mezzi termini il suo punto di vista: «Un intervento sull pensioni retributive è inaccettabile».
Netto il «no» dei sindacati anche alla ipotesi di congelare le buste paga dei lavoratori del settore pubblico: «C’è da augurarsi che sia una bubbola agostana. Un nuovo blocco biennale dei salari nella P.A. Sarebbe inaccettabile», ha tuonato la Cgil.
«Attendiamo una smentita da parte del presidente Renzi e della ministra Madia», hanno aggiunto i segretari generali della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil.
Il governo ha in parte accolto l’invito con il vice ministro dell’Economia, Enrico Morando, che ha sottolineato che quella previdenziale è «l’unica riforma che è già stata fatta».
«Dobbiamo fare le riforme strutturali che non abbiamo fatto — ha aggiunto — la mia opinione è che introdurre in questo ambito la discussione sulle pensioni sia estremamente negativo perchè la riforma della previdenza pubblica è stata già realizzata, non c’è bisogno di farne un’altra».
A parlare di ipotesi «premature» è stato anche Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia che però non ha chiuso la porta all’intervento prospettato qualche giorno fa dal ministro del Lavoro Poletti che aveva avanzato l’ipotesi di un nuovo prelievo a carico degli assegni previdenziali più alti.
«Non è la stessa cosa parlare di un intervento spot o di uno inserito nel più globale contesto della riforma del lavoro» ha detto Baretta. «Ciò premesso, se a certe pensioni chiederemo poi un contributo quando non riusciremo a trovare i fondi per garantire gli 80 euro ai pensionati da mille euro mensili, non mi pare uno scandalo. Diamoci un equilibrio: vogliamo le riforme, ma non vogliamo che nessuno paghi il conto?».
Sul fronte politico l’ipotesi vede la netta contrarietà di Forza Italia, con Renato Brunetta: «È una follia solo a parlarne anche perchè provoca incertezza e apprensione. Non è possibile attaccare i pensionati, che non si possono difendere, in questa maniera. Giù le mani dalle pensioni, noi lo abbiamo detto in tutti i modi».
Anche Cesare Damiano del Pd sostiene che un nuovo intervento sulle pensioni è «difficile».
«Mi rendo conto — ha aggiunto — che il ministro Poletti, avendo annunciato una iniziativa strutturale nella Legge di Stabilità a proposito di pensioni, ha bisogno di risorse e quindi questo potrebbe preludere a un intervento. Però…».
Filippo Caleri
(da “il Tempo”)
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