L’ORSA ANCORA IN FUGA, IL MINISTERO SPARA CAZZATE, LA GIUNTA TRENTINA VERGOGNA D’EUROPA: DANIZA DIVENTA UN CASO INTERNAZIONALE
ANCHE IL “GUARDIAN” DENUNCIA IL CASO… IN AUSTRIA LE AUTORITA’ SI COMPORTANO DIVERSAMENTE…PARTONO LE PRIME DENUNCE CONTRO GLI AMMINISTRATORI TRENTINI MENTRE LA LAV CHIEDE UNA PERIZIA SULLA PRESUNTA AGGRESSIONE
Il sedicente ministero dell’Ambiente (o meglio chiamarlo della tutela dei cacciatori) interviene ufficialmente sul caso Daniza, che a Ferragosto avrebbe aggredito un cercatore di funghi di Pinzolo in Trentino, con una lettera inviata alla Provincia Autonoma di Trento.
“La sicurezza degli abitanti trentini è una esigenza primaria che va tutelata – si legge nella nota – ma al contempo non va vanificata l’importante esperienza del programma di ripopolamento degli orsi in corso in trentino. L’orsa Daniza deve essere messa in condizione di non aggredire più gli uomini”.
Il ministero assicura che “la situazione è affrontata dalla Provincia di Trento secondo i protocolli e le normative vigenti che in casi come questo arrivano a prevedere la cattura ed il ricovero in un’area recintata, ma non l’abbattimento. Particolare importanza viene assegnata al futuro dei due cuccioli”.
“I dati scientifici disponibili – continua la lettera – evidenziano che esemplari di orso bruno sottoposti a captivazione prolungata difficilmente possono essere reintrodotti nell’ambiente naturale, a causa delle modificazioni comportamentali che la fase di cattività determina in questa specie, e che i cuccioli di orso bruno che perdono la madre nella stagione estiva presentano in genere buone probabilità di sopravvivenza nel medio e lungo periodo”.
I tecnici del ministero ritengono quindi “che vada comunque evitata la captivazione dei due cuccioli e che, nel caso della rimozione della madre, vada previsto un attento monitoraggio dei due individui anche con tecniche radiotelemetriche, al fine di assicurare la tempestiva registrazione di eventuali comportamenti anomali”.
Il rischio che va evitato, conclude il ministero dell’Ambiente, “è che questo episodio rimetta in discussione un programma di ripopolamento (il progetto Life Ursus, avviato nel 1999, ndr.) che ha avuto successo, reinserendo in quest’area una comunità di orsi che ha raggiunto le 50 unità , e che rappresenta un esempio virtuoso a livello nazionale e internazionale”.
La posizione del ministero in merito alla sorte dei cuccioli viene giudicata giustamente “indecente” dai Verdi.
“La posizione del ministero dell’Ambiente sulla vicenda dell’orsa Daniza è semplicemente indecente, vergognosa e incompatibile con l’ordinamento giuridico della Repubblica italiana”, sottolinea il coportavoce nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli.
“Sono indignato nel leggere che il comunicato del ministero dell’Ambiente che, oltre a dare l’assenso alla cattura della mamma orsa Daniza, afferma che ‘i cuccioli di orso bruno che perdono la madre nella stagione estiva, presentano buone probabilità di sopravvivenza nel medio e lungo periodo’.
Quindi, secondo il ministero dell’Ambiente, per i cuccioli non è certa la possibilità di sopravvivenza ma solo probabile e affidiamo la possibilità di continuare a vivere per i cuccioli orsi in base alle valutazioni di probabilità dei funzionari del ministero”.
“Daniza ha agito come le mucche austriache”.
Pertanto i Verdi presenteranno domani mattina un esposto alla Procura di Trento con la richiesta dell’apertura di un’indagine e il blocco della cattura dell’orsa.
“Ritengo alla luce anche della nota del ministero dell’Ambiente, che non garantisce la certezza della sopravvivenza dei cuccioli in assenza della mamma, che ci troviamo di fronte alla violazione dell’art.544 ter del codice penale”, conclude Bonelli.
Che ricorda anche che “in Austria, alcuni giorni fa, alcune mucche hanno attaccato degli escursionisti per lo stesso motivo di Daniza: e cioè per difendere i loro vitelli. Ma in quel caso, le autorità austriache non hanno pensato di abbatterle o confinarle – ha chiarito il portavoce dei Verdi- Hanno semplicemente distribuito volantini informativi ai turisti invitandoli a tenersi a debita distanza dalle mucche al pascolo con la prole”.
Il volantino in questione ha un titolo significativo: “Un pascolo alpino non è uno zoo!”. In esso si spiega che le vacche vanno trattate con riguardo e non provocate, soprattutto se circondate dai loro vitellini.
Ricerche senza esito.
Intanto, proseguono le ricerche dell’animale, che vaga per i boschi con i suoi cuccioli e continua a sfuggire ai tentativi di cattura.
L’orsa ha accuratamente evitato le “trappole a tubo”, provviste di esche allettanti (miele e carne).
Sui social network fanno quasi tutti il tifo per mamma orsa e l’hashtag #iostocondaniza continua a riscuotere consensi.
La petizione su Avaaz ha raccolto 39mila firme, mentre quella ufficiale su Change arriva addirittura a quota 52mila (sempre su Change un’altra petizione è a oltre 7mila adesioni).
Il gruppo su Facebook, invece vola verso i 15mila “Mi Piace.”
Il caso è diventato internazionale, dal momento che persino il prestigioso quotidiano britannico The Guardian ha dedicato un articolo a Daniza.
Lav presenta una diffida.
In difesa di Daniza la Lav-Lega anti vivisezione ha depositato una diffida indirizzata al presidente della Provincia Ugo Rossi e alla Procura di Trento in cui chiede “l’immediato ritiro dell’ordinanza”, con la richiesta di avviare indagini, anche di medicina forense veterinaria, “per capire cosa sia accaduto veramente a Pinzolo”.
“Se il provvedimento provinciale venisse portato a compimento, il presidente Rossi e gli operatori addetti alla cattura di Daniza si renderebbero responsabili della violazione di almeno tre leggi nazionali e due articoli del codice penale posti a tutela dell’ambiente e degli animali”, afferma Massimo Vitturi, responsabile nazionale del settore fauna selvatica dell’associazione.
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