STRETTA A CAPODANNO: FFP2 OBBLIGATORIA SU TRASPORTI, AL CINEMA E NEGLI UFFICI PUBBLICI
LE MISURE SU CUI LAVORA IL GOVERNO
Nessuna decisione è stata ancora presa in vista della cabina di regia convocata da Mario Draghi per giovedì prossimo, che dovrà fare il punto su una nuova infornata di misure per contrastare la pandemia.
C’è una ragione tecnico-scientifica, ed è che al momento si procede al buio, non avendo la più pallida idea della diffusione della variante Omicron nel paese, quanti degli oltre 30mila contagi fatti registrare oggi (soglia superata per l’ultima volta a novembre dell’anno scorso) dipendono dal ceppo sudafricano, che rischia di far schizzare verso l’alto la curva dei positivi.
L’Istituto superiore di sanità era al lavoro per uno screening che non sarebbe dovuto arrivare prima del 29 dicembre, ma dal governo è arrivata la richiesta di accelerare: “Entro il 23 mattina avremo i risultati della flash survey”, ha spiegato Mauro Pistello, virologo e tra i fondatori della rete di sequenziamento dell’Iss.
C’è anche una ragione tutta politica, con il premier che si muove con cautela e centellina le informazioni sui suoi convincimenti avendo di fronte una maggioranza assai divisa sulle nuove misure da adottare.
Dario Franceschini ha fatto pervenire a Palazzo Chigi la sua contrarietà ai tamponi ai vaccinati per poter entrare nei cinema o nei luoghi di cultura, Massimo Garavaglia si è detto molto preoccupato per misure che rischiano di penalizzare ulteriormente il Turismo. Più in generale sia per Lega e da Forza Italia, sia per Pd e M5s, quella dei test per chi ha completato il ciclo vaccinale è una misura critica.
“Non si arriverà a bocciarla, come successo per il contributo di solidarietà, ma potrebbe scatenare una forte discussione”, spiega una fonte di governo. Un quadro in evoluzione che, combinato al correre dei contagi in costante aumento nelle ultime settimane, porterà alle decisioni dell’anti vigilia di Natale, in uno schema che non è tanto dissimile da quello criticatissimo dei tempi del governo Conte
Le direttrici di massima sulle quali si sta muovendo Palazzo Chigi, i cui uffici sono in contatto costante con i corrispettivi del ministero della Sanità, sono due. La prima è quella di contenere la diffusione del contagio nel periodo delle feste. Natale dovrebbe uscire indenne dalla nuova stretta, “faremo come è logico che sia delle raccomandazioni”, spiegano dal governo, ma i tempi per rendere efficaci le nuove misure sono estremamente stretti. Ecco così che si sta discutendo su una stretta per Capodanno, con provvedimenti funzionali alla particolarità di quei giorni ma che dovrebbero rimanere in vigore anche successivamente. Sembra scontata l’imposizione della mascherina tout court nei luoghi all’aperto, fatto salvo per i minori di 6 anni, persone che per ragioni mediche non ne possono far uso e per l’attività sportiva, e un ragionamento è in corso sull’adozione dei dispositivi Ffp2 sui trasporti, negli uffici pubblici e nei luoghi di stretto contatto, quali cinema, musei, stadi e palazzetti dello sport, eventi al chiuso ad alto tasso di partecipazione.
Sulla necessità di tamponi anche per i vaccinati si potrebbe arrivare a una soluzione di compromesso. Perché dal ministero della Salute si spinge affinché siano necessari per feste, discoteche, ed eventi al chiuso, anche e non solo in vista del Capodanno, e su questo lo stesso Draghi sembrerebbe convergere.
Alta la probabilità che si proceda in questa direzione, mentre si registra un rallentamento sull’ipotesi di tampone per accedere ai luoghi della cultura o dello sport per chi sia già vaccinato. Possibile anche che in soccorso alle tante ordinanze diramate da Regioni e Comuni negli ultimi giorni, arrivi una norma ad hoc per impedire o limitare feste e assembramenti per l’ultimo dell’anno.
La seconda direttrice è quella che guarda al medio periodo. Omicron sembra incontrare nella terza dose di vaccino un argine non risolutivo ma efficace: “La campagna di vaccinazione ci ha permesso di salvare vite e di riaprire l’economia, le scuole, i luoghi della nostra socialità – ha detto oggi il presidente del Consiglio – Ma l’arrivo della stagione invernale e la diffusione della variante Omicron ci obbligano alla massima cautela nella gestione dei prossimi mesi”.
Le terze dosi sono partite a rilento, solo negli ultimi giorni i dati hanno iniziato a migliorare. Per spingere una fetta di popolazione più ampia possibile a ricevere il booster il governo sta studiando un ampliamento del super green pass ai luoghi di lavoro. Per i lavoratori si guarda anzitutto al settore pubblico e a chi ha compiti che comportano contatti più stretti con gli utenti, ma l’idea potrebbe essere quella di allargare gradualmente il campo di applicazione.
Preoccupano anche i trasporti, dove una soluzione concreta fatica a essere trovata fin dall’inizio della pandemia. Al momento sembra tuttavia esclusa una nuova campagna di incentivazione allo smart working, tema sul quale si registra una forte perplessità del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta.
Così come non ha convinto Draghi la proposta di un periodo di Dad per le scuole al rientro dalle vacanze natalizie. Sempre nella direzione di una spinta alla campagna di vaccinazione, e prendendo atto degli ultimi studi sulla materia, verrà ridotto ancora una volta il periodo di validità del green pass, che dovrebbe passare dagli attuali 9 mesi a 5 o 6 al massimo.
(da agenzie)
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