SUCCESSO DELLA LAMORGESE A TUNISI: ACCORDO CON IL GOVERNO PER ARGINARE GLI SBARCHI
AIUTI PER 11 MILIONI DEL VIMINALE ALLA TUNISIA PER TECNOLOGIE ADEGUATE A MONITORE LE COSTE E AUMENTO DEI RIMPATRI… OTTIENE QUELLO CHE DI MAIO AVREBBE DOVUTO FARE TRE MESI FA
Undici milioni di euro subito sbloccati a disposizione del prossimo Governo tunisino, che dovrebbe insediarsi entro la fine di questa settimana, per controllare le coste e le frontiere rallentando il flusso migratorio verso l’Italia e l’Europa.
Li ha portati in dote la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese stamattina al vertice di Tunisi, con già la firma del Mef sul documento: sono fondi nella titolarità del Viminale, risparmiati sul budget per l’accoglienza.
Non solo: l’Italia metterà a disposizione anche la propria strumentazione, radar e alta tecnologia, dotazione logistica, in modo che l’allarme per la marina tunisina possa scattare in modo più efficiente e prevenire le partenze di migranti irregolari.
In cambio però, chiede maggiore attenzione proprio sulle partenze — con monitoraggio e vigilanza delle spiagge e delle acque territoriali – e un tetto ai rimpatri più alto di quello attuale — che si ferma a 80 a settimana.
Altri dieci milioni di euro dovrebbero essere sbloccati in tempi rapidi dall’Unione Europea, venendo incontro alle invocazioni delle autorità tunisine che lamentano pochi fondi e pochi mezzi per contrastare l’immigrazione illegale.
Il tutto nel quadro della promessa di un rafforzamento della cooperazione e del partenariato tra Ue e Tunisia, con un occhio attento alla crisi economica e alla necessità di riforme del Paese nord-africano.
Stamattina a Tunisi sono volati la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, accompagnati dai due commissari europei titolari della gestione dell’immigrazione – l’ungherese Oliver Varhelyi all’Allargamento e Vicinato e la svedese Ylva Johansson agli Affari Interni — per un vertice con il presidente della Repubblica Kais Saied, il premier incaricato Hichem Michichi, che nel precedente governo era ministro degli Interni, e con la ministra degli Esteri Selma Ennaifer.
Prima di decollare per il Nord Africa, i quattro politici europei hanno avuto un lungo briefing nella saletta riservata dell’aeroporto romano di Ciampino in modo da concordare una strategia comune.
L’obiettivo, nell’estate degli sbarchi moltiplicati con in più lo spauracchio del “coronavirus di importazione”, è evidente.
Ridurre le partenze dalla Tunisia e aumentare i rimpatri dall’Italia. Del resto, Tunisi vive una situazione di grave instabilità : alla crisi economica e all’instabilità politica, si è aggiunta la pandemia che ha praticamente azzerato il turismo estero, principale componente del Pil nazionale.
Così, sono tantissimi i tunisini che cercano altrove un destino migliore. Sui circa 15mila arrivi via mare di luglio e agosto — quasi il quadruplo del 2019 — 6500 sono di nazionalità tunisina.
La titolare del Viminale era già stata a Tunisi meno di un mese fa, e mantiene uno stretto rapporto con il prossimo premier Michichi. Questa volta era accompagnata dal capo della polizia Franco Gabrielli.
Si dice “assolutamente soddisfatta” dell’esito dei colloqui di oggi, pur consapevole che si tratta della tappa di un percorso e che i problemi non si sono magicamente risolti. Tuttavia, da due anni gli esponenti della Commissione Europea non mettevano piede in Tunisia, e il governo rivendica il merito di aver favorito questo passo.
Alle autorità tunisine Lamorgese ha anche espresso preoccupazione per il fatto che le partenze, leggermente diminuite da Sfax, sono aumentate verso i confini con la Libia. E il rischio è che i due flussi finiscano per saldarsi.
Da parte loro, il presidente Saied e il premier Michichi sostengono di non avere uomini e mezzi per pattugliare tutte le coste. In sostanza: dall’Europa promesse tante, ma soldi pochi.
Serve “maggiore cooperazione per affrontare alla radice le cause della migrazione” ha ribadito Saied. La commissaria Johannson ha messo l’accento sui “percorsi legali” per chi vuole venire dall’Africa a lavorare nell’Ue in modo da poter gestire il fenomeno “in modo ordinato”.
Mentre l’eurocommissario Varhelyi ha commentato gli incontri con una nota: “Siamo pronti a sviluppare ulteriormente il nostro partenariato a vantaggio sia della Tunisia che dell’Ue. Siamo al fianco del Paese nella lotta contro la pandemia, fornendo fondi considerevoli oltre alla nostra regolare assistenza bilaterale da 300 milioni di euro all’anno. Le riforme strutturali saranno fondamentali per una ripresa economica di successo e siamo pronti a sostenerle. Stiamo anche discutendo con i nostri partner tunisini su come rafforzare la nostra lotta contro la migrazione illegale”.
(da agenzie)
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