“SUL FRECCIAROSSA SENZA BIGLIETTO” LA SOLITA BUFALA DEI RAZZISTI CHE NESSUNO VA A CERCARE A CASA
LA SMENTITA DI TRENITALIA: “AVEVA SOLO SBAGLIATO POSTO, BIGLIETTO VALIDO E CORRETTO”… MA NEL FRATTEMPO 75.000 CONDIVISIONI PER PROPAGARE ODIO RAZZIALE IMPUNITO
Velocissima, la notizia si è diffusa come una freccia.
Condivisa 75 mila volte in poche ore, contagiosa come dovrebbe essere e non sarà la vergogna di scoprirla falsa il giorno dopo.
L’ennesima fake news a sfondo razzista, una più una meno, partita con un post. Basta digitare ‘Frecciarossa’ su Twitter perchè la storia prenda forma, e colore scuro.
Un ragazzo su un treno. Il 9608, Frecciarossa, Termini-Milano.
Chi scrive il post lo osserva da vicino e ne descrive ogni particolare. Un vicino di posto che arriva però da un posto a un mondo di distanza.
È ben vestito, nero, non ha bagaglio ma un Samsumg S8 “di ultimissima generazione”, specifica il post su Fb.
Che è come dire, il biglietto se lo sarebbe potuto permettere pure lui, che invece non ce l’ha. O meglio ne ha uno che non va bene, è di un interregionale da 4 euro, dovrebbe pagare la differenza per arrivare a 89 euro.
La capotreno, ovviamente “gentilissima” e professionale, prova a spiegare, lui però prima fa finta di dormire, poi di non capire l’italiano e neanche l’inglese.
Il post su Facebook non si placa e rilascia il commento finale. Questo sarebbe “l’esempio lampante della totale assenza di certezza della pena che il nostro Paese ha regalato a queste persone che non sono più disponibile a chiamare ‘rifugiati'”.
Segue tutto il carosello, un accenno agli episodi di Macerata (“Pamela è stata barbarizzata, vilipesa da gente che senza diritto e senza motivo ha varcato l’uscio di casa nostra”).
Il solito, identico, finale populista. “Parlano di integrazione. Di comprensione. Di accoglienza. Ci prendono per il culo e noi li tolleriamo”.
Parlano, loro, di integrazione e di comprensione. L’ultima frase fa il giro su stessa e s’impiglia aggrovigliandosi perdendo senso.
Venti righe di in-tollerante post pubblico. Immediati sotto 120 mila polici alti e oltre 75 mila condivisioni. Gladiatori da stadio.
Contattato dalla redazione di Giornalettismo, l’ufficio stampa di Trenitalia ha fornito la versione ufficiale, e non combacia.
Il ragazzo, nero, il biglietto ce l’aveva, aveva solo sbagliato posto. Il documento firmato dalla capotreno – pubblico ufficiale – è un rapporto giurato, un documento che attesta “la realtà dei fatti”.
“Effettivamente – spiegano dall’ufficio stampa di Trenitalia -, il ragazzo, alla presenza di diverse persone all’interno del vagone, non è stato in grado di comunicare in italiano con la capotreno e il suo inglese era piuttosto stentato.
Inoltre, non era fornito di documento di identità e aveva effettivamente mostrato in un primo momento un biglietto per una tratta diversa”.
“Tuttavia – proseguono -, la capotreno, essendosi accorta che la scena destava curiosità tra i passeggeri, ha portato il ragazzo fuori dal vagone per estendere il suo rapporto. In quel momento, si è resa conto che il passeggero aveva estratto il biglietto corretto e valido proprio per quella tratta: un ticket di tariffa standard per il Frecciarossa 9608. Semplicemente, aveva sbagliato posto. Chiarito il malinteso, il ragazzo è stato regolarmente accompagnato nella carrozza e nel posto corrispondente al suo biglietto”.
La solita storia. La campagna elettorale che si avvicina e un post che si diffonde come olio sporco, Trenitalia parla di malinteso, in rete di fake news, il ragazzo ricorderà l’ennesimo, amaro, troppo rumore per nulla e in una lingua straniera.
Ma una sola cosa resta vera, lui aveva sbagliato posto. Il nostro a volte dimostra di essere veramente un posto sbagliato.
(da agenzie)
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