SUL QUIRINALE RENZI SI STA INCARTANDO E VEDE NEBBIA: SE I NOMI SONO DELRIO, FASSINO, MATTARELLA, CASTAGNETTI C’E’ SOLO DA RIDERE
SE ALLA QUARTA VOTAZIONE IL NOME DEL SUO MESSIA NON PASSASSE PARE INTENZIONATO A PROPORRE CANTONE PER DARSI IL TONO DI LEGALITARIO
“Se la maionese impazzisce, faccio la renzata…”. Matteo Renzi l’ha buttata lì in segreteria Pd venerdì pomeriggio, nella riunione convocata al suo ritorno a Roma dopo il bilaterale con Angela Merkel a Firenze.
Ma la frase continua a fare scuola oggi sia nei conciliaboli del Pd che nei piani del premier, a tre giorni dal primo voto sul nuovo presidente della Repubblica.
‘Renzata’, secondo la ‘traduzione’ che viene fatta nella cerchia renziana, vorrebbe dire personaggio molto popolare, tanto popolare da zittire i veti incrociati che sollevano nebbia, ancora tanta nebbia sulla corsa quirinalizia.
Ma si tratta di un piano B, di fatto. Che potrebbe scattare solo se finisse in malora la votazione di sabato mattina, quella a maggioranza assoluta indicata da Renzi come quella ‘buona’ per eleggere il presidente.
Per ora, il segretario del Pd è ancora sul piano A: perlustrare gli altri partiti e provare a far passare la figura di un politico al Quirinale, scartando Piercarlo Padoan, sul quale pure ieri sono stati fatti sondaggi tra le altre forze politiche.
E’ che il Pd vuole un politico e non un tecnico per il Colle e almeno su questo è in sintonia con Silvio Berlusconi, che incontra il premier stasera.
Anche il ministro Angelino Alfano è uscito dall’incontro con Renzi al Nazareno parlando di “politico e non un tecnico”.
Il punto è che probabilmente nemmeno all’assemblea dei grandi elettori di giovedì mattina il Pd riceverà indicazioni su chi votare alla quarta votazione di sabato. Votazione che rischia di produrre una fumata nera.
Renzi non ha ancora deciso. Potrebbe non mantenere la promessa fatta in direzione Pd di indicare il nome del candidato all’assemblea dei grandi elettori Dem il 28 gennaio. Potrebbe dare indicazioni al partito solo a ridosso della quarta votazione. Sulle prime tre, il Pd voterà scheda bianca.
La partita si sta complicando.
Al Nazareno, dove il premier si è trasferito per le consultazioni con gli altri partiti, pesa il timore che ‘il nome’ finisca nel tritacarne fino a sabato.
‘Il nome’ dovrebbe uscire da una rosa dei seguenti candidati: Piero Fassino, Pierluigi Castagnetti, ma anche Sergio Mattarella e Graziano Delrio.
Insomma, un nome più o meno targato Pd che, nelle intenzioni del premier, dovrebbe servire a unire il partito.
Anna Finocchiaro viene data per esclusa, per via delle vicende giudiziarie che coinvolgono il marito. E scendono anche le quotazioni di Walter Veltroni.
Quanto a Padoan sarebbe fuori dalla corsa, benchè indicato ieri nei sondaggi con gli altri partiti, benchè pensato perchè una sua eventuale elezione al Colle contribuirebbe a giustificare l’idea sempreverde di un rimpasto di governo dopo l’elezione del presidente.
Il premier continua a pensarci al rimpasto: tra l’altro ha da sostituire il ministro agli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta nominata assessore in Calabria.
Però per ora il tecnico non è la carta sulla quale si punta.
Nebbia.
E rischia di saltare la quarta votazione. Stasera si capirà di più dopo l’incontro con Berlusconi al Nazareno, esattamente a un anno dal primo faccia a faccia che scombussolò il Pd.
Ed è questo il punto: stasera si capirà di più, dal lato di Berlusconi.
Dopo, ci sarà da convincere il Pd: la mission più complicata. Ma “se la maionese impazzisce” c’è la “renzata”.
Nella cerchia del premier, c’è chi vi legge il nome di Raffaele Cantone, ex magistrato nominato da Renzi presidente della authority anti-corruzione di Palazzo Chigi, spedito dal premier a gestire qualsiasi emergenza che avesse a che fare con corruzione e criminalità , dall’Expo all’inchiesta su ‘mafia capitale’.
Chissà .
(da “Huffingronpost“)
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