SULLA MOZIONE PER SCIOGLIERE FORZA NUOVA SILENZIO DI MELONI E SALVINI
IL PRECEDENTE E I VARI MODI
A fumo delle bombe carta ancora nell’aria, Enrico Letta lo aveva anticipato: “E’ ora di sciogliere Forza Nuova”. Ventiquattr’ore dopo, il Pd sta limando il testo della mozione che domani depositerà a Montecitorio e che chiederà al Parlamento di mettere nero su bianco la sussistenza dei presupposti giuridici per lo scioglimento dell’organizzazione di estrema destra, sulla base della Legge Scelba.
E’ probabile che il testo non darà indicazioni di metodo, tenendosi aperte entrambe le possibilità giuridiche: scioglimento sulla scorta di una sentenza della magistratura (i vertici di Forza Nuova sono stati arrestati stamattina, e si indaga anche per terrorismo) o con decreto legge che può essere emanato dal governo “in casi straordinari di necessità e urgenza”.
Un doppio binario dovuto anche all’esigenza di non andare in pressing eccessivo su Draghi, già alle prese con il fronte politico e organizzativo dell’entrata in vigore del green pass nei luoghi di lavoro venerdì prossimo.
In sostanza, quella del Nazareno è una sfida per chiamare a raccolta le forze “antifasciste” e stanare le ambiguità di Lega e FdI.
E che finora raccoglie l’adesione di Leu, quella più prudente ma chiara del leader M5S Conte – “Affidiamo la valutazione alla magistratura, ma le premesse ci sono” – quella condizionata di Italia Viva. “Siamo favorevoli a sciogliere Forza Nuova – dice Ettore Rosato – Ma vediamo come è scritto il testo”.
In palese imbarazzo Giorgia Meloni, che partecipando a Madrid a un evento organizzato dal partito ultra-nazionalista Vox si arrampica nel definire i guerriglieri urbani di ieri “squadristi” certamente ma la matrice chissà “sarà fascista, non fascista, non è questo il punto”.
La leader di FdI usa il diversivo dell’attacco alla ministra Lamorgese, un classico del repertorio salviniano: il problema è di ordine pubblico, non di ambiguità politiche. Silenzio di Salvini e di tutti i vertici della Lega, partito che ieri è uscito per ultimo a condannare gli scontri ed esprimere solidarietà alla Cgil.
Meno tiepida Forza Italia: Berlusconi è l’unico dei leader di centrodestra a chiamare personalmente Landini. Mentre Tajani a “In mezz’ora” ribadisce la condanna delle violenze, la lontananza di Forza Nuova dagli azzurri. Criptico però sul voto alla mozione: “La penso come Mattarella, le leggi ci sono già e vanno applicate”.
Il Dem Fiano battibecca con il capogruppo FdI alla Camera Lollobrigida: “Il Parlamento non ha potere di sciogliere alcun movimento”, argomenta il secondo, “Non girateci intorno, vedremo da che parte state”, ribatte il primo. Il punto è ovviamente politico.
Spiega Dario Parrini, che lavora alla mozione su incarico della capogruppo Simona Malpezzi: “Il Parlamento esprimerà un atto di indirizzo politico. Noi scriveremo che ci sono le condizioni per lo scioglimento e la confisca dei beni di Forza Nuova sulla base della Legge Scelba (che lo consente in caso di ricostituzione del partito fascista, apologia o propaganda del fascismo, ndr) Speriamo che ci sia la più ampia condivisione e che altri non fischiettino”.
I precedenti chiamano in casa sentenze della magistratura: il 21 novembre 1973 trenta appartenenti a Ordine Nuovo furono condannati, ventiquattr’ore dopo l’organizzazione neofascista fu sciolta per decreto dell’allora ministro dell’Interno Paolo Emilio Taviani.
Una via è dunque quella di attendere lo svolgimento dei processi. La strada del decreto, invece, non ha precedenti, e si tratterebbe di interpretare la “necessità e urgenza” come una sorta di guerra civile.
La ministra Lamorgese ha parlato di “atti eversivi”, ma al momento appare ardito ipotizzare un intervento del governo.
Forza Nuova però rilancia: “Ieri è stato uno spartiacque tra vecchio e nuovo, il popolo ha deciso di alzare il livello dello scontro
(da Huffingtonpost)
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