SULL”INCONTRO CON L’UOMO DEI SERVIZI SEGRETI SALVINI DIFENDE RENZI
RESTITUISCE IL FAVORE DEL COPASIR: L’ALLEANZA TRA SOVRANISMO FINANZIARIO E DESTRA ECONOMICA
A fare più rumore nelle chat degli alleati di FdI e soprattutto tra chi conosce le dinamiche del Copasir, il Comitato parlamentare che controlla i servizi segreti, è stata però la difesa di Salvini. “L’asse tra i due Matteo si è consolidato anche sul Copasir” fanno notare dal partito di Giorgia Meloni che da settimane rivendica per sé, in quanto unico partito di opposizione, la presidenza.
Peccato che a presiedere il Copasir sia ancora il leghista Raffaele Volpi, di antica scuola Dc, che nonostante gli appelli di 40 costituzionalisti e le pressioni politiche non ha intenzione di lasciare il posto al candidato di FdI, Adolfo Urso. E a Renzi va bene così.
Non a caso Italia Viva, sempre molto attenta ai rapporti tra istituzioni e intelligence, sia l’unico partito che tace sul caso della presidenza del Copasir e abbia di fatto avallato la scelta della continuità di Volpi, in ottimi rapporti con Renzi.
Tant’è che nell’ottobre 2019, con il governo Conte-2 appena insediato, il leghista fu eletto presidente a San Macuto al posto del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, proprio grazie al voto decisivo del senatore renziano Ernesto Magorno che gli permise di ottenere 6 preferenze su 10 ed evitare un pericoloso ballottaggio visto che Forza Italia rivendicava quella poltrona per Elio Vito.
Sicché, mentre il Comitato ha ripreso a lavorare sentendo ilcommissario all’emergenza Francesco Figliuolo, il sottosegretario ai Servizi Franco Gabrielli e il numero uno dell’Aisi Mario Parente, c’è chi vede nel rapporto tra Renzi e Volpi (e Salvini) la scelta del Copasir di “scordarsi” di audire proprio il leader di Iv e l’ex premier Conte sul caso della visita del ministro della Giustizia americano William Barr nell’ambito del Russiagate.
Un tema sensibile anche per la Lega. Epperò Volpi giovedì, quando il Copasir si riunirà per ascoltare il titolare dell’Aise Giovanni Caravelli su temi di politica internazionale (Libia, Iran, Cina), dovrà decidere cosa fare anche sull’incontro tra Renzi e Mancini.
Ne discuterà l’ufficio di Presidenza. “Non lasceremo che la questione rimanga sui giornali”, fanno sapere dal Pd, mentre anche FI e il M5S sarebbero intenzionati a chiedere chiarimenti per capire come sono andate le cose. E tra le ipotesi sul tavolo, fanno sapere fonti qualificate del Copasir, c’è anche la possibilità di convocare in audizione lo stesso Renzi, Mancini e il direttore del Dis Gennaro Vecchione. Oltre a raccogliere informazioni sul colloquio, i componenti del Copasir vogliono capire anche se i due interlocutori fossero pedinati. Per quanto risulta al Fatto, no.
È vero invece che l’intraprendenza di Mancini non è gradita da tutti nel governo: il dirigente, che ai tempi dell’incontro con Renzi puntava a una vicedirezione operativa o almeno del Dis, potrebbe essere ridimensionato. Intanto ieri la deputata M5S Vittoria Baldino ha presentato un’interrogazione a Mario Draghi per chiedere chiarimenti su un possibile nesso con la caduta del governo Conte.
(da il Fatto Quotidiano)
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