TANGENTI DENTIERE LOMBARDIA DEL LEGHISTA RIZZI: 4 MILIONI DI DANNI ALLA SANITA’
I MAGISTRATI CONTABILI SEQUESTRANO CONTI E IMMOBILI A TUTELA DELL’ERARIO
La Procura della Corte dei Conti della Regione Lombardia ha eseguito a tutela dell’Erario numerosi sequestri conservativi su beni immobili, conti correnti e altri crediti nei confronti di pubblici funzionari di aziende sanitarie lombarde.
Ne dà notizia la Procura stessa, spiegando che le misure cautelari sono state disposte nell’ambito del procedimento di responsabilità erariale conseguente a un ipotizzato e ingente danno patrimoniale alla sanità pubblica – circa quattro milioni di euro – scaturente dalla violazione della disciplina degli appalti pubblici nell’affidamento a privati del servizio di odontoiatria.
Il tutto si riferisce all’inchiesta per presunte tangenti connesse ad appalti odontoiatrici nella sanità lombarda.
L’inchiesta vede Fabio Rizzi, l’ex consigliere regionale leghista ed estensore della riforma della sanità lombarda, accusato di aver pilotato una serie di gare d’appalto nel settore dell’odontoiatria.
L’attività investigativa diretta ed effettuata dalla Procura della Repubblica di Monza con la cosiddetta indagine ‘Smile’ ha consentito l’avvio del parallelo procedimento di responsabilità erariale con l’ausilio del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Milano seguito dal Procuratore regionale Antonio Caruso e dai sostituti procuratori Alessandro Napoli e Luigi D’Angelo. Gli inquirenti stanno svolgendo inoltre ulteriori accertamenti.
Proprio in queste ore la Regione ha deciso di costituirsi parte civile contro Rizzi.
A rappresentare gli interessi dell’istituzione è stato scelto Domenico Aiello, l’avvocato personale di Roberto Maroni. Il legale difende il governatore lombardo anche nel processo per due presunte assunzioni clientelari di due collaboratrici di Maroni e in passato ha già sostenuto la difesa di 19 ex consiglieri regionali leghisti, accusati di avere gonfiato le spese dei contributi ai gruppi del Pirellone per spenderli quasi tutti in pranzi e cene.
(da “La Repubblica“)
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