TASSI A PARTIRE DAL 2%: ECCO I MUTUI SUPERAGEVOLATI PER GLI INQUILINI DEL SENATO
I PARLAMENTARI ( O PERSONA DA LORO PRESENTATA) COMPRANO CASA PAGANDO UN TASSO CHE E’ MENO DELLA META’ DI QUANTO PAGA UN COMUNE CITTADINO
Sul testo della convenzione è scritto chiaramente: «Condizioni particolari per senatori in carica, cessati dal mandato, gruppi parlamentari, dipendenti in servizio o in quiescenza».
Quell`aggettivo «particolari» – è la chiave di tutto.
Spiega i tassi agevolati di cui può usufruire chi ha la fortuna di avere un conto alla Bnl di Palazzo Madama.
Spiega le condizioni di favore di cui si gode anche al Banco di Napoli della Camera, dove il massimo scoperto va (secondo i racconti dei correntisti) dai 12 ai 20mila euro.
Spiega perchè – con una telecamera nascosta – l`onorevole Barbato sia riuscito a dimostrare a Piazza pulita quanto sia più conveniente – per chi gira in Parlamento – avere un prestito in banca.
«Il tasso presentato al deputato era sbagliato precisa Bnl – nessun mutuo è stato mai acceso a quelle condizioni».
Repubblica è però riuscita a vedere l`accordo (seb-bene considerato “privato” dagli uffici del Senato e della banca) e a verificare che i tassi applicati sono, oltre che particolari, decisamente vantaggiosi.
Partiamo dai mutui a tasso fisso a 10 anni: con un tasso irs del 2,25% (è quello fissato a livello internazionale, pagato dalla banca) la maggiorazione è dello 0,70.
Sui variabili, considerando l`euribor a 6 mesi, la maggiorazione accordata dalla banca del Senato è dello 0,70% a 10 anni, dello 0,75 a 15, dello 0,85 a 20, dell` 1,10 a 25, contro condizioni di mercato (le migliori) che vedono una differenza di quasi un punto e mezzo, dal 2,50 al 3%.
Meglio ancora i costi della pratica:
«Eppure – assicura Bnl – negli ultimi tre anni i senatori che hanno acceso mutui si contano sulle dita di una mano. I dipendenti sono stati solo 27. C`è stato un momento in cui un`altra convenzione, perla pubblica amministrazione, era più conveniente».
Di accordi privilegiati ce ne sono stati, ad esempio per enti di previdenza, ma – spiegano alcuni bancari – sono accordi commerciali:
l`istituto offre un pacchetto di servizi, guadagna su una cosa, magari perde un po` su un`altra, ma ad accendere un mutuo a persone con stipendi alti e sicuri (come avviene in Parlamento) si rischia meno.
Semmai, mormora qualcuno, «da cittadino trovo sconveniente che un`istituzione imponga una gara al ribasso. Che dicano invece: vogliamo pagare come tutti gli altri».
«Tra poco ci sarà la nuova gara – spiega il questore pd di Palazzo Madama Benedetto Adragna – potremmo perfino strappare regole più vantaggiose.
Deve però essere chiaro che il Senato non sborsa un euro per questo.
La banca offre condizioni vantaggiose per fornire il servizio, non c`è un costo che ricade sui cittadini». T
ra l`altro, di quei privilegi godono anche i giornalisti parlamentari che aprono un conto li.
Ammette, Adragna, che quei tassi sono privilegiati.
Il suo collega questore della Camera, l`onorevole Albonetti, dice invece che al Banco di Napoli «sono più in linea col mercato».
E addirittura «rivisti al rialzo dopo la crisi».
Sarà , ma due anni fa un deputato – lo rivela lui stesso – ha avuto un mutuo variabile a dieci anni con un tasso maggiorato dello 0,65% più l` euribor a un mese.
A Montecitorio la convenzione è nascosta meglio: è un`intesa privata, «è il mercato bellezza». Alle istituzioni, però, si può chiedere trasparenza anche su questo.
Accordi e convenzioni sui siti, ad esempio.
Annalisa Cuzzocrea
(da “La Repubblica”)
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