TESTIMONIANZA DI UNA CONVERSIONE
ANNULLATA LA CONFERENZA DELL’EX BR FULVIA MIGLIETTA
L’ex brigatista rossa Fulvia Miglietta fa parte di quei pentiti che sono tali non solo di nome – magari per raccogliere indulti, posti di lavoro o altro, o anche solo per pontificare sulla loro scelta di lotta armata – ma anche di fatto, perchè per loro il pentimento è diventato la porta aperta verso la conversione.
E intendiamo conversione nel senso etimologico di cambiamento di percorso, quindi cambiamento di vita.
Per la Miglietta la conversione ha poi assunto anche il significato religioso di avvicinamento alla fede, di rapporto personale e verticale con Dio come dice lei stessa. Un cambiamento che si è fatto visibile nell’attività di catechista nel centro storico di Genova.
Normalmente questa sarebbe giudicata una buona notizia, una di quelle che danno speranza raccontando di una vita che fa autocritica di sè e che, voltata decisamente pagina, condanna gli errori del passato e si impegna in modo positivo nel futuro.
Ho detto normalmente, dimenticando che questa nostra società non è una società normale: da noi i buoni sono sempre buoni e i cattivi sempre cattivi, non è dato perdono o speranza di redenzione, la divisione resta sempre netta, gli errori o i meriti del passato valgono per sempre.
Una società cristallizzata ed eternamente giudicante, pienamente manichea, in cui – vedi il nostro caso – le vittime sono sempre vittime (è uno status anche questo) e così vogliono essere ricordate nei secoli dei secoli. Amen.
Da questa mentalità algida e dura nasce la polemica dell’Associazione italiana vittime del terrorismo sezione di Genova, all ¹incontro organizzato dalla comunità laica carmelitana genovese e dalla Curia, incontro che avrebbe dovuto raccontare la scoperta della fede da parte dell’ex brigatista Miglietta.
Una testimonianza bella e utile, soprattutto per i più giovani.
Invece no, Roberto Della Rocca e Carlo Castellano, due ex gambizzati, non ci
stanno e accusano la Chiesa di Genova, anche molto duramente: Una manifestazione che non fa onore alla Chiesa dice Castellano, top manager dell’imprenditoria genovese, Una manifestazione di pessimo gusto aggiunge Dalla Rocca.
Una grande prova di astio covato per decenni – diciamo noi – e, soprattutto, di condanna senza appello nel non voler riconoscere agli altri, nonostante gli errori, gravissimi, commessi, la possibilità di chiedere perdono e di dare una testimonianza che cambiare si può, nonostante tutto.
E poi, lasciateci aggiungere, la spocchia – e l’ignoranza – di chi vuol dare lezioni alla Chiesa di come ci si debba comportare con chi ha commesso atti anche devastanti ma si è poi pentito veramente: nessun perdono, specialmente se c’è odor di preti nei dintorni.
Lo sport del tiro alla Chiesa continua.
Flora
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