EDITORIALE
FINI PREFERISCE SOSTARE ALLA “CAMERA” ARDENTE E NON OFFICERA’ ALLE ESEQUIE DI AN … DELEGA NOSFERATU, ALEMANNO COSTRUISCE SINAGOGHE, FORMIGONI CONGELATO AL PIRELLONE, IL VOLTO NUOVO E’ SCHIFANI.
La vita politica italiana, a differenza di quelle di tanti altri Paesi europei, è segnata ogni giorno, più che da fatti concreti, da illazioni, distinguo, sofismi, polemiche e colpi sottotraccia. Altro che “grande cooalizione” alla tedesca ( dove viene per primo l’interesse del Paese e poi quello dei partiti), da noi prima di tutto viene l’interesse ad personam, poi quello della “corrente”, poi quella del partito. Se rimane un minuto, alla fine, si pensa anche a come tacitare gli elettori. La mancanza di una mentalità di appartenza alla Nazione, di una connotazione unitaria, di un senso etico dello Stato e della politica, giustifica ogni particolarismo, ogni lobbie piccola o grande, ogni compromesso. Si riducono i partiti, ma non cambia mai lo spartito, litiga sia chi ha vinti sia chi ha perso, realizzando almeno in questo una unanime par condicio.
Oggi tengono banco l’annuncio di Fini che lascerà la presidenza di AN per la presidenza della Camera e l’esito dell’incontro tra Berlusconi e Formigoni per stabilire il ruolo del governatore della Lombardia nel nuovo Governo.
“Di fronte all’offerta della presidenza della Camera – ha dichiarato Gianfri – nessuno è così presuntuoso da rifiutare una proposta del genere”. Ovviamente, dato che Gianfri, non conosce certo la parola “presunzione” ha accettato subito la poltrona e a quel punto ha chiamato le Pompe funebri per fissare le esequie di AN, precisando che lui aveva già provveduto a scavare una adeguata fossa. La cerimonia dovrebbe svolgersi in autunno, alla presenza di autorità militari e civili, banda militare della marina americana che alternerà le musiche di “Romagna mia” con quelle di” Bella ciao” e la colonna sonora di “Berretti verdi” . Dato che Gianfri preferisce sostare in raccoglimento alla Camera ardente, ma non officiare la funzione funebre, ha delegato Nosferatu Ignazio a tenere una ieratica commemorazione, con la coppia di chierici Ronchi e Urso, mentre le offerte saranno raccolte dal sagrestano La Morte ( qualificata presenza la sua, visto il tipo di cerimonia). All’organo è stata delegata la Giorgia Meloni mentre per la suddivisione dei posti delle prime file il compito spetterà a Matteoli. Il servizio d’ordine sarà garantito da carabinieri in congedo, coordinati per l’occasione dal colonnello Gasparri. Sull’uscio (come sempre), in livrea d’ordinanza, riceverà i convitati afflitti Gianni Alemanno, addetto ai funerali identitari.
In caso di mancamenti, è assicurato un servizio rinfresco a base di acqua Fiuggi, gentilmente fornito dalla Ciarrapico & C.. Unico dubbio la presenza di Alemanno, confidando che le date non si sovrappongano con la inaugurazione della nuova sinagoga di Ostia, il taglio del nastro dei nuovi lavori al Museo della Shoah, la cerimonia per l’apertura del nuovo cimitero ebraico, tutte promesse elettorali fatte dal gran cerimoniere per ingraziarsi il voto della Comunità ebraica romana. Ma siamo certi che alla fine gli concederanno il permesso di assistere alle esequie di AN.
Poi c’e’ il caso del povero Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, l’uomo più temuto dai maggiorenti del PdL per il dopo-Berlusconi, in quanto unisce cultura, capacità poltica, impatto mediatico, carisma, appoggi che contano. Di lui si era parlato come futuro presidente del Senato, poi come assegnatario di un ministero pesante…alla fine Berlusconi pare gli abbia proposto di rimanere al Pirellone. Vien da chiedersi: che l’avete fatto candidare a fare allora? Roberto, anima e mente per tanti anni di Comunione e Liberazione, è un possibile erede di Silvio e come tale temuto da chi ambisce alla stessa successione. Ha fatto della Lombardia un modello a livello europeo, coniugando tagli alla spesa ed efficienza. Roberto ha radicamento sociale e di fede, ha cultura e talento amministrativo, ha riformato sanità e apparati amministrativi portandoli ai massimi livelli continentali. Studi di settore hanno stabilito che la Lombardia ha fatto risparmiare allo Stato italiano tra i 60 e gli 80 miliardi di euro in termini di spesa pubblica, proprio per gli elevati standard di qualità e di controlli. Per questo che “da grande” Formigoni meriterebbe non tanto un riconoscimento ( che si dà ai servi solitamente), ma una collocazione che potesse essere utile al nostro Paese, in termini di esperienza e di capacità gestionale.
Evidentemente fa paura per questo, troppe “mezze calzette” vedrebbero in pericolo il loro “posto al sole” e congelare Roberto al Pirellone rende più tranquille tante persone.
Accontentatevi di Schifani al Senato…almeno non avrà un diavolo per capello. E con lui tanti “signorsì” di Corte.
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