TODDE: “DECADENZA INFONDATA”, RICORSO AL TAR O AL TRIBUNALE L’OFFENSIVA DELLA GOVERNATRICE
LA PRESIDENTE DELLA REGIONE SARDEGNA, ALESSANDRA TODDE PRESENTA UN RICORSO PER DIFENDERSI MENTRE IL CONSIGLIO REGIONALE E I TRIBUNALI SI PREPARANO A DECIDERE IL SUO DESTINO
La governatrice della Sardegna Alessandra Todde è già al lavoro con i suoi avvocati per allontanare il rischio del ritorno alle urne in regione e per convincere gli alleati, Pd in testa, della bontà della sua gestione.
Il comitato di garanzia elettorale della Corte d’Appello di Cagliari invoca la decadenza immediata per irregolarità nelle spese elettorali.
La palla passa adesso al Consiglio regionale sardo. Oggi il presidente dell’assemblea sarda Piero Comandini invierà l’atto della Corte d’Appello alla giunta per le elezioni che inizierà l’iter previsto: potrebbe portare subito al voto il Consiglio regionale sulla decadenza di Todde. E in caso di maggioranza favorevole si andrebbe alle urne. Oppure, potrebbe rinviare la decisione prendendo atto del ricorso al Tar o al tribunale civile di Todde e attendere una sentenza definitiva di un giudice terzo.
La governatrice deve consegnare l’eventuale ricorso entro gennaio. I suoi avvocati stanno lavorando per smontare alcune contestazioni che hanno portato alla richiesta di decadenza.
Secondo i legali, l’ordinanza è «completamente infondata e ingiustificata» in quanto «non tiene conto del fatto che Todde non ha sostenuto spese perché al suo posto le avrebbe sostenute il comitato elettorale costituito dal Movimento »: quindi non aveva obbligo di nominare un mandatario.
La Corte d’Appello contesta però spese fatte da Todde direttamente, come quella per la luce elettrica del suo comitato elettorale. Per i legali della governatrice si tratterebbe di una spesa minima che non fa scattare l’obbligo di rendicontazione.
Inoltre i legali di Todde contesteranno la validità del provvedimento in quanto non emesso da un organo giudiziario: si tratta del comitato di garanzia e non della Corte d’Appello pienamente intesa.
Inoltre, secondo lo staff dell’esponente 5 stelle, la decadenza avverrebbe solo per due motivi: la mancata presentazione di una dichiarazione di spesa o che si sia speso più di quanto consentito dalla norma.
Ci sarebbe solo un errore, del tutto formale: l’aver dichiarato dei contributi, pari a 90 mila euro, che in realtà erano del comitato 5 stelle regolarmente costituito. Ma già nella memoria presentata in Corte d’Appello «si rettificava» questo errore.
(da agenzie)
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