TRA BERLUSCONI E SALVINI SI E’ APERTO UN ABISSO
USCENDO DAL SAN RAFFAELE IL CAVALIERE DETTA LA LINEA: POPOLARI CONTRO POPULISTI, DUE VISIONI OPPOSTE… CENTRODESTRA UNITO? MA PER FARE COSA?
Lasciando il San Raffaele, Berlusconi si è espresso da leader del Partito popolare europeo. Ha usato cioè le stesse parole che avrebbe potuto spendere una Merkel, oppure Juncker, a proposito dei rischi che corre l’Europa all’indomani di Brexit.
Con grande delusione per quanto sarebbe potuto essere (e non è stato), ma nella speranza che l’Unione risorga e non precipiti ancora più in basso.
Discorsi che fanno a pugni con quanto va sostenendo Salvini. Il quale due giorni fa ha teorizzato che, se lui arrivasse al governo, uscirebbe nottetempo dalla moneta unica senza nemmeno passare da un referendum come nel Regno Unito.
Populisti contro popolari
Salvini non è affatto isolato in Europa; come lui la pensano Marine Le Pen, l’olandese xenofobo Wilders e il candidato alla presidenza austriaca Hofer, tutti quanti riuniti con la Lega nella formazione politica dell’Enf.
È una prospettiva euroscettica radicalmente diversa da quella del Cav, la cui collocazione europea è popolare ma non populista.
Anzi, i populisti sono i peggiori avversari del popolarismo. In particolare, poi, da una prospettiva alla Brexit un tycoon come Berlusconi avrebbe tutto da perdere, laddove Salvini potrebbe rimetterci al massimo la ruspa.
Come possano convivere due visioni così diverse, nessuno lo sa.
Il sedicente Partito del Nord
Poi, certo, siamo in un fantastico paese in cui niente viene preso sul serio. Per cui quasi nessuno si scandalizza se molti esponenti di berlusconiani (il fantomatico «partito del Nord») per paura di non essere rieletti continuano a ripetere, come in un mantra, che il centrodestra deve marciare unito, Forza Italia e la Lega insieme possono battere Renzi e Grillo.
Insieme, okay: ma per fare cosa? Per uscire dall’euro o per rimanerci? Per avere più Europa o per demolire ciò che ne resta?
Silvio e il Consultellum
Alla luce di queste differenze, si capisce come mai Berlusconi non si scaldi particolarmente alla prospettiva di cambiare la legge elettorale, introducendo nell’Italicum il premio per la coalizione.
Perchè Silvio, reso forse più distaccato dalla malattia, si domanda: coalizione con chi? Con questo Salvini che insulta il Papa, il Presidente della Repubblica, e per giunta ci vuole legare al carro della Le Pen? Meglio soli, piuttosto.
Nella speranza che al referendum costituzionale vincano i «no», e perlomeno al Senato si continui a votare con il proporzionalissimo «Consultellum», dove ognuno corre per sè e si allea con chi gli pare.
Ugo Magri
(da “La Stampa“)
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