TRA I CINQUESTELLE TORNA IL MALUMORE: “COSI’ SIAMO DIVENTATI IRRILEVANTI”
LA SCELTA DI GRILLO DI NON TRATTARE CON GLI ALTRI PARTITI AGITA I PARLAMENTARI
«Duce. Anzi. Peggio del Duce». Chi? «Renzi». Ah ecco.
Il parlamentare Cinque Stelle Danilo Toninelli è un uomo che in genere non trasmette emozioni. Al massimo le racconta.
Questa volta però si sfoga appellandosi alla Grande Storia. Anche se questa sembra a malapena cronaca.
«Il segretario del Pd, in sintonia con Berlusconi, fa peggio di Mussolini che nel 1923 aveva sì previsto una soglia del 25% per il premio, ma si era guardato bene dall’inserire il doppio turno. Con la proposta renziana un qualsiasi partito può governare anche col 20%».
Deriva autoritaria. Attentato alla santissima democrazia orizzontale.
Che un po’ è anche la linea di Maurizio Santangelo, capogruppo grillino al Senato.
«Sulla legge elettorale il Movimento 5 Stelle non decide nelle segrete stanze delle sedi di partito o tra due sole persone, una delle quali condannata per frode fiscale ed espulsa dal Senato grazie al voto palese proposto e voluto da noi. Il M5S farà decidere e votare gli oltre 80.000 iscritti certificati in Rete».
Ottantamila? È fiero di se stesso. Deve essere quell’«oltre» a rassicurarlo.
E quando lo scrive gli dispiace di non avere un fratello gemello che gli dia una pacca sulle spalle.
Eppure sembra il triplo carpiato rovesciato della logica. Valgono più i tre milioni delle primarie democrat o – ipotizzando che decidano di esprimersi tutti – gli ottantamila del blog casalingo? Dettagli.
L’«Italicum» è una vergogna. Il timbro notarile arriva da Grillo, che nel pomeriggio, forse per testimoniare il collasso non solo narrativo, ma anche strutturale, dell’universo politico nostrano, aveva dato a Renzi dello showman.
«La legge elettorale Renzie-Berlusconi, il “Pregiudicatellum”, prevede che i partiti si scelgano i propri parlamentari. I cittadini devono stare a guardare. Liste bloccate con nominati da pregiudicati e condannati in primo grado e nessuna preferenza».
Tutti compatti, dunque? Mica tanto. L’Italicum non piace a nessuno.
Ma c’è anche un altro problema che non lascia sereni gli inquieti parlamentari M5S. «Non è che questo ennesimo pasticcio nasce anche perchè noi, come sempre, ci estraniamo dalla lotta?».
L’eco esatta di quanto detto da Renzi al Caro Leader genovese. «Fino a quanto costringerai i tuoi a stare sull’Aventino?». Domanda che si fa anche il senatore Orellana: «Dovremmo chiedere alla rete che cosa pensa della possibilità di discutere con il Pd». Eresia? Scandalo? Vergogna? O un peccato che molti vorrebbero commettere? «Dobbiamo aggiustare la linea politica nazionale: togliere un po’ di pepe e aggiungere un po’ di carne. Il pepe dà sapore. La carne nutre», scrive il senatore Campanella, mentre alla Camera emissari del Pd provano a tessere nuovamente la tela con la parte dialogante dei Cinque Stelle.
«Se passa questa legge elettorale d’ora in poi bisognerà iscriversi al Pd o a a Forza Italia per fare politica», chiosa l’onorevole Rizzetto.
A che serve l’opposizione quando diventa solo un volo verso l’oblio?
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