TRE PORTE IN FACCIA A SALVINI. ORBAN, FARAGE E SEEHOHER LO SCARICANO: “NESSUNA ALLEANZA CON LUI”
PER IL TEDESCO DELLA CDU “CON LUI NON C’E’ PIU’ FIDUCIA”… ORBAN “NON VEDE ALCUNA COLLABORAZIONE CON LUI”, FARAGE: “RESTO NEL GRUPPO EFDD”
Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, gela le aspettative di Matteo Salvini, dicendo che non vi sono molte chance che il suo partito, Fidesz, collabori con le destre del vicepremier italiano Matteo Salvini.
A riferirlo è il portavoce di Orban, Gergely Gulyas, che chiude alla possibilità che Fidesz entri a far parte del gruppo dei sovranisti nel Parlamento europeo.
Si chiarisce, dunque, meglio il risiko delle alleanze al Parlamento Ue: Orban, pur sospeso dal Partito popolare europeo (Ppe), non ha intenzione di lasciarlo, per rinforzare le fila dei nazionalisti euroscettici come Salvini e Le Pen.
Della serie, meglio rimanere sul cavallo vincitore, il Ppe, che alle urne domenica scorsa ha ottenuto il 23,83% (179 voti), e che è protagonista della partita dell’elezione delle nomine, prima fra tutti la presidenza della Commissione, piuttosto che fondersi in un gruppo populista che conta solo 58 seggi.
Anche Nigel Farage, leader del britannico Brexit Party, ha chiuso le porte ad una collaborazione con i sovranisti. Ha respinto le avance delle Lega
«Sono un “leaver”, ma in questo caso sono per restare», ha ribattuto Farage proprio a chi gli chiedeva se lascerà o resterà nel gruppo Efdd con i Cinquestelle. Il britannico ha poi rivelato ai cronisti di aver avuto un «incontro amichevole» con la delegazione M5S.
Seehofe, il ministro dell’interno tedesco, esponente della Csu bavarese e quindi tra i pezzi forti del Ppe, boccia l’alleanza sovranista in Europa, lanciata dal leader del Carroccio che vorrebbe vedere unite Lega, l’AfD di Joerg Meuthen e Rassemblement national di Marine Le Pen.
Horst Seehofer in un’intervista alla Dpa ammette che “dopo l’incontro di Salvini con l’Afd e con Marine Le Pen per me non erano più possibili intese politiche. Almeno non oltre quella che è l’usuale collaborazione tra Stati”, ribadendo che “una base di fiducia praticamente non è più possibile”.
(da agenzie)
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