TRUFFA DA 7 MILIONI DI EURO AL PARLAMENTO EUROPEO: MARINE LE PEN NEI GUAI A UN ANNO DALLE ELEZIONI
LE JOURNAL DU DIMANCHE PUBBLICA IL RAPPORTO FINALE DELL’UFFICO EUROPEO DELLA LOTTA ALLA CORRUZIONE
A meno di un anno dalle prossime elezioni presidenziali, lo spettro degli impieghi fittizi al Parlamento europeo del Rassemblement National torna a togliere il sonno a Marine Le Pen.
A far riemergere l’inchiesta lanciata nel 2015 ci ha pensato oggi il settimanale Le Journal du Dimanche, che ha pubblicato in esclusiva il rapporto finale dell’Ufficio della lotta alla corruzione e alle infrazioni finanziarie e fiscali (Oclciff).
Secondo gli inquirenti, il partito di estrema destra francese avrebbe messo in piedi un sistema “fraudolento di sottrazione di fondi europei a suo profitto”.
In altre parole, i fondi concessi da Bruxelles agli europarlamentari per stipendiare i propri assistenti sarebbero stati impiegati dal partito di estrema destra per coprire funzioni nazionali.
Un meccanismo lanciato in occasione delle elezioni europee del 2014, quando la formazione si chiamava ancora Front National ed era diretta da Jean-Marie Le Pen, che avrebbe così lasciato in eredità alla figlia un sistema ben rodato, diventato nel corso degli anni la norma da seguire per risparmiare sugli stipendi dei collaboratori.
L’attuale presidente del partito viene descritta dal Journal du Dimanche come “l’istigatrice e la beneficiaria di questo sistema”, grazie anche alla complicità del collaboratore belga Charles Van Houtte.
Le Pen avrebbe consentito agli europarlamentari di scegliere solamente un assistente, mentre gli altri sarebbero stati assunti direttamente da lei con compiti da svolgere per il partito, lontano dall’emiciclo europeo.
Secondo il rapporto, Van Houtte “faceva riempire delle deleghe ai deputati del Front National che gli permettevano così di avere accesso ai dati amministrativi e finanziari delle buste paga”. Il fedelissimo della Le Pen si è difeso rigettando tutta la responsabilità sulle spalle della sua leader: “Conoscete Marine Le Pen, con lei tutto è centralizzato”, ha detto ai giudici.
Adesso secondo il rapporto ci sono 17 dirigenti del Rassemblement National che rischiano di finire alla sbarra, tra cui Marine e Jean-Marie Le Pen, per una truffa stimata a 6,8 milioni di euro, contro la quale l’Europarlamento si costituito parte civile.
L’inchiesta è stata portata avanti negli anni nonostante le difficoltà, con i legali del Rassemblement National, che hanno presentato un’ondata di ricorsi nel tentativo di non far scoppiare un nuovo scandalo a ridosso del voto del prossimo anno.
Una strategia riuscita, visto che nel caso in cui il giudice dovesse rinviare a giudizio Le Pen è da escludere l’inizio del processo prima della primavera 2022.
(da agenzie)
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