UCRAINA, I FILO RUSSI AVANZANO AD EST, POLONIA IN ALLARME
SUL FRONTE COMBATTE UNA LEGIONE STRANIERA: SPAGNOLI, FRANCESI E ITALIANI
Russi , certo. Ma tra i calcinacci e le barricate della «Nuova Russia » devastata dai bombardamenti dell’esercito di Kiev ci sono guerriglieri arrivati da tutto il mondo, per combattere al fronte nell’Est ucraino.
E lo fanno in entrambi gli schieramenti, filo-russi e lealisti.
Nella carneficina che ha già fatto scavare quasi tremila tombe, Angel lo spagnolo e Viktor il francese sono a Donetsk con la tedesca Margherita, disposti a morire insieme a decine di stranieri per difendere una terra cui non appartengono.
Francesco, italiano con una lunga militanza tra i neofascisti di Casa Pound, sta dall’altra parte della barricata, coi filo-governativi, insieme a Mikael lo svedese. Con centinaia di polacchi e combattenti arrivati da mezzo mondo per arruolarsi nei battaglioni volontari, si affiancano in battaglie altrui al demoralizzato esercito di Kiev.
Oltre ai francesi e agli spagnoli che ha intervistato, Paula Slier di Russia Today dice che tra le file dei ribelli separatisti a Donetsk ci sono anche «serbi e polacchi, britannici, israeliani e tedeschi»
Mentre i leader del mondo occidentale pianificano e varano sanzioni per punire Putin della “invasione” russa, un’altra invasione strisciante di ragazzi è in corso proprio dai loro stessi Paesi. «Siamo qui per difendere i civili: per favore, salvate la gente del Donbass », dicono Angel Davilla Rivas e Munoz Perez, spagnoli poco più che ventenni, alla telecamera a Donetsk. Mostrano orgogliosi tatuaggi di Lenin e Stalin: «Non sono e non siamo terroristi nè mercenari, sono gente che difende la propria casa. Le televisioni occidentali non dicono la verità , questa gente non vuole attaccare Kiev ma solo difendersi, e non capisce perchè il governo ucraino li attacca e li uccide. Vogliono solo vivere in pace, chiedono che sia rispettata la volontà che hanno espresso con il referendum, in cui all’80 per cento hanno detto sì all’indipendenza ».
«Io a Putin non mi inchino», dice sul fronte opposto filo-governativo il ceceno Ruslan Arsayev al freelance Oliver Carroll, che lo intervista per Mashable News.
Armato fino ai denti, ha un gattino sulla spalla e una storia di guerra e guerriglia che affonda le radici nella sua famiglia: un fratello, dice, era coinvolto nel dirottamente di un aereo russo in Turchia, costato la vita a due persone; l’altro era un dirigente nel governo clandestino ceceno nella terribile guerra con Mosca.
Ora combatte contro i separatisti nel battaglione volontario Aidar in cui militano, secondo quanto riferiscono a Carroll, anche ucraini e bielorussi, e «fino a poco tempo fa anche due canadesi, o forse svedesi ».
Svedese è per certo Mikael Skillt, uno che combatte «per la sopravvivenza dei bianchi» nel famigerato battaglione Azov, pesantemente infiltrato dai neonazisti ucraini di Pravi Sektor.
Alla Bbc ha detto di essere pronto a combattere anche per Assad, che è contro il «sionismo internazionale », e nelle arcane ragioni della passione politica estrema, in Siria potrebbe trovarsi dalla stessa parte dei francesi Viktor Lenta e Nikola Perovic (di origine serba), oggi in prima linea tra i ribelli del Donbass: intervistati da Le Monde , spiegano che «la Russia è l’ultimo baluardo alla globalizzazione », ma in Francia avevano fondato un movimento di supporto proprio ad Assad.
Da un tetto della povera Donetsk, la deliziosa capitale del Donbass svuotata sotto i colpi di artiglieria sparati dall’esercito di Kiev e dai battaglioni volontari che combattono al suo fianco, la giovane e bella tedesca Margherita Zeider dice che non poteva «rimanere a guardare come i nazisti ucraini ammazzano i civili», e per questo ora è lì a difendere il Donbass casa per casa. Ma sono stranieri anche le «molte decine di polacchi» catturati dai ribelli all’aeroporto di Donetsk.
Dalla Serbia erano invece arrivati 205 volontari: «Si uniranno alla brigata “Sevic”», annunciava a luglio Igor Strelkov, l’ex “ministro della Difesa” del Donbass. Secondo il nuovo leader dei ribelli, Aleksandr Zakharchenko, anche turchi e romeni aiutano la causa.
Accanto al neonazista svedese Skillt, nel battaglione Azov combattono il 47enne francese Gaston Besson e l’ultracinquantenne italiano Francesco Saverio Fontana, nome di battaglia “Stan”, fascista militante dagli Anni Settanta, amico di Gabriele Adinolfi e del fondatore di Casa Pound, Gianluca Iannone.
Su Twitter affronta una giovane appassionata militante “tedesca e socialista”, Steiner1776: «Sei morta», le dice.
Paolo G. Brera
(da “La Repubblica”)
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