UE, SCHLEIN CONTRO MELONI: “NON FA GLI INTERESSI DELL’ITALIA”. CONTE FA IL VERSO ALLA PREMIER: £RAFAZZI SVEGLIATEVI”
RENZI AFFONDA: “SE VUOLE SAPERE CHI L’HA ESCLUSA, SI GUARDI INTORNO, E’ STATO IL PPE DI TAJANI”
“Trovo positivo che la presidente del Consiglio si accodi a chi come noi l’Europa vuole cambiarla e non uscirne. Mi aspetto che nella discussione di domani porti le priorità del Paese e non della sua famiglia politica, perché spesso le due cose non coincidono”.
È l’affondo della segretaria del Pd Elly Schlein nelle dichiarazioni di voto in Aula alla Camera dopo le comunicazioni della premier in vista del Consiglio europeo.
Contro Giorgia Meloni si scaglia anche il leader M5S, Giuseppe Conte: “Recuperi l’immagine dell’Italia, imparate ad amare il tricolore, non a sventolarlo nelle dirette social”. E rievoca le parole rivolte stamane dalla premier ai suoi ministri (“ragà, alzateve pure voi”): “Mutuo il suo linguaggio: ragazzi svegliatevi”.
A innescare gli attacchi del centrosinistra sono state le parole della presidente del Consiglio alla vigilia del vertice Ue sulle nomine per i top jobs. Una partita, quella europea, nella quale la leader del governo italiano è stata di fatto esclusa, alla luce del patto siglato tra Ppe, Pse e liberali.
“Meloni non vuole inciuci con la sinistra? Non si preoccupi. Questa sinistra non è disponibile e non lo sarà mai” a fare accordi con le destre in Ue, ha rivendicato Elly Schlein.
E ha aggiunto: “Non si lamenti se nel Parlamento europeo dove la democrazia conta e i socialisti hanno più deputati di voi ci opponiamo a qualsiasi alleanza con voi e con i vostri alleati che non credono nell’Ue”.
Poi, rivolgendosi alla premier, ha posto l’accento sul tema dei migranti: “Il fatto che nessuno parli più di redistribuire chi arriva in Italia non è una conquista, ma la vostra resa. Mentre lei fa accordi con l’Albania, noi in Italia continuiamo ad essere l’Albania dei vostri amici in Europa, come Viktor Orban. Dico a Meloni che il problema non sono le sue personali simpatie o amicizie: il punto è con chi costruire alleanze strategiche per l’Italia”.
Sulle alleanze ha insistito anche Giuseppe Conte: “Negli ultimi anni gli accordi col centrosinistra li avete già fatti. Come quello sul patto di stabilità con Macron e Scholz”, ha sottolineato. E ha poi lanciato una frecciata. “Per la sedicente patriota”, ha dettom gli scenari davanti sono due: “Meloni incoerente o Meloni ininfluente? Mi permetto un consiglio: l’abbiamo vista cambiare idea un pò su tutto, nessuno si stupirebbe di una nuova clamorosa incoerenza, e allora conviene andare in Europa con forza e determinazione, vada a prendersi un posto di prestigio che spetta di diritto all’Italia, paese fondatore. E magari questa volta non affidiamolo a un parente o a un sodale di partito ma a una persona competente, applichi il principio di meritocrazia”.
Nel pomeriggio, al Senato, è stata la volta di Matteo Renzi: Meloni, ha detto, “ci ha raccontato una storia a metà tra una grande statista e la piccola fiammiferaia. La grande statista che ha la forza per potere cambiare il mondo e la piccola fiammiferaia che si lamenta perché non la chiamano ai caminetti. Non mi faccia difendere la sinistra, ma se vuole sapere chi non l’ha chiamata ai caminetti, si giri piano piano verso destra e guardi il ministro Tajani, è Tusk che ha detto ‘non voglio parlare con Meloni’, ed è iscritto al Ppe”.
(da agenzie)
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