UNA PERSONA NORMALE HA UNA CHAT CRIPTATA A LIVELLO “MILITARE” E NON FORNISCE AI GIUDICI LA PASSWORD PER VERIFICARNE IL CONTENUTO?
LE VERITA’ NASCOSTE NEL CELLULARE DI SAVOINI LA DICONO LUNGA SUL PERSONAGGIO
La procura ha scoperto che c’è una seconda chat segreta nel telefonino dello sherpa dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini in Russia, su un’applicazione blindata: Wickr.
Come racconta Monica Serra su La Stampa: è protetta da un sistema di crittografia sicuro: i messaggi si autodistruggono nel giro di pochi secondi, al massimo in sei giorni, e il livello di cifratura delle comunicazioni è, a detta degli esperti, «militare». Non solo.
Nata a San Francisco per garantire la privacy nelle comunicazioni tra uomini d’affari, salvo poi essere usata anche da tanti narcotrafficanti nel mondo, Wickr è una app di messaggistica istantanea molto diffusa in Russia.
Impossibile accedere anche per i consulenti degli inquirenti, a meno che non sia l’indagato a fornire le password.
I pm Sergio Spadaro e Gaetano Ruta le hanno chieste a Savoini, ma la risposta del presidente dell’associazione Lombardia Russia è stata: «No».
Così il giallo del telefonino ancora sotto sequestro s’infittisce. Perchè quella chat potrebbe nascondere i contatti che il “regista” Savoini ha tenuto coi suoi interlocutori russi prima e dopo l’incontro del 18 ottobre scorso al Metropol di Mosca, in cui si discusse la vendita di un’ingente fornitura di petrolio russo all’Eni per far confluire almeno 65 milioni di dollari nelle casse della Lega.
All’appello mancavano due chat: Wickr e Signal. Per accedere alla seconda una settimana fa si è tenuto un incontro alla presenza di un consulente della difesa di Savoini. E ora quei messaggi, a quanto sembra non così rilevanti, sono sulla scrivania dei magistrati che con l’aggiunto Fabio De Pasquale coordinano l’inchiesta per corruzione internazionale.
La stessa cosa non si può dire per le chat che Savoini ha scambiato su Wickr, che al momento rimangono un mistero.
Nel frattempo le indagini procedono sul fronte degli accertamenti bancari sui conti correnti direttamente e indirettamente collegati ai tre indagati italiani: oltre a Savoini, l’avvocato Gianluca Meranda e l’ex bancario Francesco Vannucci. E sul fronte della difficile rogatoria in Russia.
Anche perchè secondo i finanzieri, diretti dal comandante Vito Giordano, quello del 18 ottobre scorso a Mosca potrebbe non essere stato l’unico incontro, o l’unico tentativo di accordo che Savoini ha predisposto con la Russia.
A quel tavolo Savoini era seduto come «uomo della Lega». Ma gli investigatori vogliono capire per conto o su mandato di chi abbia agito.
(da agenzie)
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