VARATA LA LISTA DEI MINISTRI COL MANUALE CENCELLI
IL CAMBIAMENTO PUO’ ATTENDERE: TRA UOMINI DI PESO E MEZZE CALZETTE
Dopo settimane di estenuanti trattative tra i partiti, nomi che andavano e venivano ogni giorno, mediazioni e irrigidimenti, bombardieri libici e italiche beghe, Silvio Berlusconi ha varato finalmente il suo nuovo Governo a cui formuliamo i migliori auguri, nell’interesse del popolo italiano.
Detto questo, non si può sottacere il disagio che l’elettore di Centrodestra ha provato nell’ascoltare la lista dei ministri prescelti. In primo luogo perchè c’era stato un impegno a limitarsi a 12 ministri in totale, massimo 16 tra quelli con portafoglio e senza. Siamo arrivati a 21 ( 12 “con” e ben 9 “senza”). In campagna elettorale era stato un fiore all’occhiello questa promessa che avrebbe denotato un reale ” cambiamento ” di marcia nel “modo di fare politica”, alla fine siamo tornati al solito “manuale Cencelli” tra pesi e contrappesi delle varie componenti, in puro stile “ancièn regime”.
Ricordiamo che avrebbero dovuto esserci due vicepremier, ad es, poi dato che AN ne reclamava un terzo, sono stati tutti azzerati: non è stata una bella pagina, diciamola con la consueta franchezza. Secondo dato grave, a nostro parere, che al di là di qualche nome “qualificante” e di peso, come Tremonti e Brunetta, Bossi e Maroni,
Letta e Scajola ad es., indubbiamente competenti,si è bucata completamente la casella “giustizia”.
Di fronte a candidature rilevanti come quelle di Pera, di Mantovano, della Buongiorno che avrebbero goduto della necessaria credibilità giuridica, alla fine si è arrivati al 39enne avvocato agrigentino Alfano, di cui è nota solo la carica di coordinatore di Forza Italia in Sicilia. La rinuncia a personalità forti a favore di un “uomo di fiducia”, per di più siciliano e di scarsa esperienza, favorirà le solite accuse di “conflitti di interesse, di amicizie con Dell’Utri” e compagnia cantando. Quando tutto questo si sarebbe potuto semplicemente evitare con un personaggio che godesse perlomeno anche della stima della opposizione.
La Lega prende dicasteri importanti come gli Interni e le Riforme, ma è costretta a incassare un ridimensionamento di Calderoli che ha avuto un ministero creato ad hoc, quello sulla “semplificazione” che farà ridere tutta Europa. Non perchè il problema di ridurre e semplificare le leggi non esista, ma farne un ministero, suvvia… Gheddafi ha colpito.
Nell’ambito di Forza Italia, si è poi tenuto poco conto delle competenze, Stanca, che doveva riammodernare la macchina pubblica, alla fine è scomparso, all’ambiente è finita la Prestigiacomo invece che la più adatta Brambilla, dirottata a viceministro pare della Salute che non è certo la sua materia.
A parte gli anonimi e diligenti Frattini, Fitto, Carfagna, Vito, Bondi, Sacconi e i rischi della Gelmini all’Istruzione, ci chiediamo che fine abbiano fatto gli esterni di valore e professionalità di cui si era tanto parlato a proposito della Sanità ad es, con la candidatura di un prestigioso medico del San Raffaele di Milano.
Passando ad AN, ha ottenuto una poltrona per due colonnelli prossimi al congedo per limiti di età ( La Russa alla Difesa e il gran tessitore Matteoli alle Infrastrutture). Dato che il terzo, Alemanno, ha trovato casa al Campidoglio e Fini alla Presidenza della Camera, il problema pare ormai risolto e la fusione nel Pdl è ormai sancita. Tanto vale non battersi per la Buongiorno e per Mantovano alla Giustizia, si fa un po’ di casino per avere il Welfare, poi ci si accontenta di due ministeri di basso profilo da gettare come osso a due esponenti che hanno incorporate le ginocchiere, tanto sono abituati all’inchino servile davanti a Fini. Parliamo del portavoce Ronchi e della Meloni, ex giovane in tutti i sensi ( visto lo sfascio di Azione Giovani) che però diventa esperta di politica giovanile…scherzi del destino. Non è stato sinceramente un bel procedere come composizione della squadra, avremmo voluto più coraggio nel fare scelte controcorrente e meno lottizzazioni, più competenza nei ministri e un paio di esterni qualificati, meno interessi di bassa bottega e mezze calzette. Comunque li aspettiamo all’opera e vedremo se saremo magari smentiti dai fatti, certamente per ora non sono arrivati segnali di cambiamento, anzi pare si stiano aumentando da 8 a 11 i posti agli uffici di Presidenza di Camera e Senato. Nella pura logica della Casta…
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