VERDINI DA’ I NUMERI CONTRO ALFANO: “ABBIAMO IL 75%”
SILVIO A PRANZO CON FITTO PENSA DI ANTICIPARE IL CONSIGLIO NAZIONALE E FARE LA CONTA
Occhiali sulla testa, sigaretta mai spenta, Denis Verdini, l’uomo delle conte (spesso sbagliate) controlla il totale: “Abbiamo il 75 per cento, ma possiamo arrivare all’ottanta al consiglio nazionale. Il partito è con Berlusconi. Punto”.
È questo il verdetto che porta al pranzo di guerra a palazzo Grazioli.
Il Cavaliere all’alba ha alzato la cornetta per convocare i duri: “Voglio Sandro, Denis e Raffaele. Oggi si decide di accelerale. Voglio capire bene i numeri”.
L’idea è di anticipare, subito, la conta interna. Di non concedere tempo ad Alfano e alle colombe. Convocando il consiglio nazionale prima del voto sulla decadenza. E in quella sede chiamare il partito all’ordalia finale, in nome del ritorno a Forza Italia: “O con me o contro di me”.
Ci sono già un paio di dare sul calendario, il 9 o il 16 di novembre. Di sabato comunque, per render più agevole l’arrivo a Roma degli ottocento membri.
L’ex premier, però, prima di dare il via libera alle lettere di convocazione, chiede una mappa precisa delle forze in campo. I numeri, assicura Denis, ci sono.
La cartina è sul tavolo di Verdini, in San Lorenzo in Lucina. Su ogni regione vengono segnati i numeri. È un via vai per tutta la mattinata.
Arrivano i capibastone, territorio dopo territorio, con i fogli delle firme al documento che sancisce il ritorno a Forza Italia e la sospensione delle cariche.
Verdini segna, regione dopo regione. Come un conduttore tv che mette le bandierine la sera delle elezioni.
È l’ora della conta. Schifani a palazzo Madama ha invece il foglio dei senatori, per dare ad Alfano la cifra da portare al pranzo con Enrico Letta e Dario Franceschini.
Il menù, ufficialmente è la legge di stabilità . Ma il piatto più importante è, come a palazzo Grazioli, la scissione.
Tormentato, preoccupato, Alfano ha paura davvero.
Il pallottoliere sulla carta dice 28, ma Berlusconi ancora non ha iniziato a telefonare ai senatori in nome del “con me o contro di me”.
E a quel punto può succedere di tutto: “Chi vota contro Berlusconi?” è l’interrogativo che rimbalza tra i ministri. Quagliariello e Lorenzin ripetono alle truppe: “Prima il paese”.
Ma tra i senatori in cerca di conferme il ragionamento del tengo famiglia suona così: “Con Berlusconi la rielezione è certa. Alfano non ha voti. E non abbiamo garanzie che la legislatura duri”.
(da “Huffingtonpost”)
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