VERGOGNA: IL TRENO VELOCE MILANO-BOLOGNA E’ COSTATO SEI VOLTE PIU’ DEL TGV FRANCESE
TUTTI I COSTI RECORD DEL FRECCIAROSSA: TRENITALIA AMMETTE GIA’ CHE IL COSTO AL KM DELLA TAV ITALIANA E’ TRE VOLTE QUELLO FRANCESE E SPAGNOLO…STUDIOSI ESTERNI HANNO VALUTATO INVECE CHE IL COSTO MEDIO A KM IN FRANCIA, SPAGNA E GIAPPONE E’ DI 9,7 MILIONI DI EURO, IN ITALIA E’ DI 60, 7, SEI VOLTE MAGGIORE…IL RUOLO DEI GENERAL CONTRACTORS…LA RABBIA DEI PENDOLARI
Benvenuti sul tratto ad Alta Velocità più costoso al mondo: sabato è andato in onda il debutto. Dalla stazione di Milano a quella di Bologna in un’ora e cinque minuti con il gioiellino Frecciarossa che tocca i 320km orari.
Prima tappa del futuro Milano-Roma in 3 ore e mezza senza soste intermedie e che servirà realisticamente un 5% di viaggiatori che possono spendere, gli altri continueranno la vita di prima. Il popolo dei pendolari, composto da due milioni di utenti, abituati ai ritardi e alla sporcizia, agli annullamenti e ai sovraffollamenti ha manifestato il proprio dissenso durante la cerimonia di inaugurazione.
Ma cerchiamo di andare più a fondo, dati alla mano. Quanto ci costa in Italia l’Alta Velocità ?
La stessa Trenitalia ammette che in Francia il costo medio a chilometro è stato di 10 milioni di euro, in Spagna di 9, in Italia di 32: e fa già tre volte tanto.
Ci sono poi studi attendibili esterni, esperti come Marco Ponti, docente di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano e Ivan Cecconi, specializzato in infrastrutture e opere pubbliche che hanno rifatto i conti.
Emerge quanto segue: il costo medio in Francia, Spagna e Giappone è di 9,7 milioni di euro a chilometro, in Italia di 60,7 milioni. E siamo a sei volte tanto.
Secondo l’ex ministro alle Infrastrutture del Governo Berlusconi, Pietro Lunardi, in ogni caso non è meno in Italia di 45 milioni a chilometro, poco meno di cinque volte gli altri Paesi considerati. Diamo per scontato che Spagna e Francia siano un poco più piatte del nostro Paese e quindi necessitino di meno trafori, ma le cifre iniziali erano ben altre e sono aumentate a dismisura, tanto che è entrata in azione l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, con rilievi molto severi.
Andrea Salemme, amministratore delegato di Tav, si difende sostenendo che si è scelta la strada di infrastrutture leggere che permettano anche il passaggio ai merci.
Peccato che per ora non ce ne siano, in quanto nessuna azienda ha mezzi adatti da far transitare sui binari dell’Alta Velocità .
Altri esperti hanno piuttosto fatto osservare che un’opera è utile alla collettività anche per quanto costa. Se costa da tre a sei volte tanto, rispetto ad altri Paesi, anche un bambino capirebbe che l’utilità cala.
Quanto alla presunta concorrenza all’aereo, va sottolineato che l’aereo lo paga chi viaggia, il treno ad Alta velocità lo pagano i contribuenti e non si capisce il perchè.
Ma qual è la dinamica tutta italiana che ha portato i costi della Tav ad impennarsi?
Il sistema è quello dei “general contractors” ( contraente generale). Nel 1991 le ferrovie attribuiscono alla Tav SpA la concessione per la progettazione, costruzione e sfruttamento delle linee ad Alta Velocità .
Tav affida poi le opere a consorzi di imprese radunati intorno a Fiat, Iri ed Eni. I lavori proseguono senza gare, con affidamento diretto e senza l’onere della successiva gestione in base al principio “ti pago per quanto spendi”.
La situazione appare così fuori controllo che, alla fine dello scorso anno, l’Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici è intervenuta con una propria indagine e con rilievi pesanti sui metodi di gestione della Tav.
Si legge nella relazione approntata che “le convenzioni tra Tav e general contractors sono state stipulate senza riferimento ad un’adeguata progettazione, ma sulla base di un importo presunto dell’opera. Anche nei casi in cui i costi sono aumentati a dismisura, Tav non si è mai avvalsa della facoltà di recesso. I modelli esecutivi spesso hanno mostrato un livello carente di approfondimento”.
Arriviamo al recente documento dell’Authority, datato 15 luglio 2008, in cui si parla di “abnorme dilatazione dei tempi di costruzione, di criticità di un affidamento fatto in carenza di un’adeguata definizione dell’opera”.
L’Autorità a questo punto trasmette gli atti alla Corte dei Conti e mette sotto osservazione i lavori, sia per la definizione dei contenziosi passati che per il rispetto di un obbligo: “l’affidamento a terzi con un concorso del 60% delle opere civili e di armamento”.
Qualche esperto comincia nel frattempo a fare due conti su quanto sia costata la tratta Tav prevista, rispetto ai costi inizialmente annunciati.
Ed emergono dati pazzeschi che vi segnaliamo.
La tratta Roma Napoli è costata il 568% in più del previsto. La Bologna Milano che si è inaugurata sabato, il 526% in più del preventivato. La tratta Bologna Firenze il 595% in più, la tratta Torino Milano il 740% in più.
Ma chissà perchè di questo non ha parlato nessuno, quando hanno tagliato il nastro del Frecciarossa…
Forse a qualcuno dovrebbe diventare rosso anche il viso, ma dalla vergogna. Comunque siate felici, avete la Tav più costosa al mondo, che volete di più?
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