VERSO L’ACCORDO: 209 MILIARDI PER L’ITALIA, 82 DI SUSSIDI A FONDO PERSO E 127 DI PRESTITI
LA NUOVA BOZZA DEL RECOVERY PLAN GARANTIREBBE PIU’ AIUTI RISPETTO AL PIANO ORIGINARIO CHE PREVEDEVA 172 MILIARDI… RIUNIONE IN CORSO
Dopo la terza notte di pugni sbattuti sul tavolo, scontri e tensioni tra ben 22 paesi dell’Ue e i frugali capitanati dall’Olanda, i toni dei leader europei sono decisamente più ottimistici oggi sulla possibilità di raggiungere un’intesa sul recovery fund.
Lo è anche Giuseppe Conte, che accoglie con favore l’ultima proposta di compromesso che dovrebbe planare sul tavolo dei capi di Stato e di governo riuniti in una plenaria il cui inizio è stato più volte rimandato in giornata.
Lo riferiscono ad Huffpost fonti di Palazzo Chigi. Perchè, fatti i conti, con la nuova proposta del presidente del Consiglio Charles Michel all’Italia spetterebbero in totale oltre 200 miliardi di euro, tra sussidi (80mld) e prestiti (120-125mld). E, ma questo le fonti di Palazzo Chigi non lo specificano, il governo potrebbe evitare di fare ricorso ai soldi del Mes, circa 36mld.
La bozza, che però ancora deve ottenere l’ok della plenaria e tutte le incognite del caso vanno prese in considerazione alla luce di un vertice difficilissimo e lungo, prevede un ammontare totale del fondo pari a 750 miliardi di euro, 50mld in meno rispetto al piano iniziale della Commissione europea. La parte relativa ai sussidi scende da 500mld a 390mld, 110mld in meno. Quella sui prestiti aumenta, da 250mld a 360mld.
Ma il premier Conte è soddisfatto. Perchè i tagli ai sussidi non toccano nè la Recovery and resilience facility, che nella proposta iniziale ammontava a 310mld, nè la ‘React Eu’, 50mld dal pacchetto ‘Next generation Eu’ più altri 4,8mld dal bilancio Ue.
Si tratta dei fondi dai quali il governo Roma conta di pescare quasi tutte le sovvenzioni, “il 90-95 per cento dei nostri interessi”, dice una fonte di governo ad Huffpost. E sono quelli dai quali le risorse arrivano più direttamente agli Stati, con un tasso di ritorno del 20 per cento.
In effetti, secondo l’ultima bozza d’intesa, la ‘Recovery and resilience facility’ dovrebbe arrivare a 312 miliardi e mezzo, mentre React Eu perderebbe solo due miliardi e mezzo. Insomma, l’Italia ricaverebbe 80mld di sovvenzioni a fondo perduto in totale
Quanto ai prestiti, nella nuova bozza Michel aumentano. Il governo di Roma potrebbe prenderne fino a 120-125 miliardi di euro, rispetto ai 70-80 miliardi che avrebbe potuto chiedere con la proposta iniziale della Commissione von der Leyen.
Significa che, a conti fatti, l’Italia potrebbe fare a meno dei prestiti (circa 36mld) del Meccanismo europeo di Stabilità (Mes) che è ancora oggetto di polemica politica. Ma questo le fonti governative sentite da Huffpost non lo specificano.
Governance delle risorse: è stata esclusa l’unanimità in Consiglio europeo, sulla quale l’olandese Mark Rutte ha tanto insistito in questi giorni per avere un controllo, nonchè potere di veto, sull’uso dei fondi Ue da parte degli Stati membri.
E’ previsto invece un meccanismo di maggioranza rafforzata: un paese membro può sollevare problemi rispetto all’erogazione delle risorse, soprattutto dei sussidi, se non è convinto dei piani di investimento e riforma presentati e può chiedere al presidente Michel di discuterne in Consiglio. Ma l’ultima parola spetterebbe alla Commissione europea tramite l’Ecofin: a maggioranza rafforzata.
La ripartizione delle risorse resta quella della proposta originaria: 70 per cento per il 2021-22, il 30 per cento nel 2023. Ma la prima quota non verrà calcolata in base ai dati della disoccupazione degli ultimi 5 anni, come prevedeva la proposta originaria, bensì in base al calo del pil per quest’anno e l’ulteriore calo nel 2021, computo che verrà svolto entro giugno dell’anno prossimo.
Si tratta di una bozza che soddisfa la delegazione italiana, ma i condizionali sono d’obbligo, a valle di un vertice in corso da venerdì. La questione dei rebates, gli sconti sui contributi al bilancio europeo di cui beneficiano i frugali, è ancora aperta, per dire. Olanda, Svezia, Danimarca e Austria chiedono un aumento dello sconto, il cui ammontare dipenderà dalle dimensioni totali dei sussidi. Se si chiude con 390mld, lo sconto sarà minore. Se si chiude con 400mld, lo sconto sarà maggiore.
Conte si prepara alla plenaria con la determinazione a “chiudere in fretta”. Ne ha discusso con Angela Merkel, Emmanuel Macron, Pedro Sanchez, Antonio Costa in un vertice ristretto nel pomeriggio. Tutti stufi di stare ancora a battagliare con piccoli paesi del nord che stanno bloccando l’intesa da giorni, soprattutto l’Olanda.
(da “Huffingtonpost”)
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