VI SPIEGHIAMO COSA SONO LE RIFORME COSTITUZIONALI DI CUI SI DISCUTE
PRESIDENZIALISMO, SEMIPRESIDENZIALISMO, PREMIERATO, CANCELLIERATO, MAGGIORITARIO… COME DISTRICARSI NELLA BABELE COSTITUZIONALE E FARSI UN’OPINIONE, AL DI LA’ DELLE INDICAZIONI DEI PARTITI
Anche se riteniamo siano altri i problemi del Paese, il dibattito politico in questi giorni verte sulle riforme costituzionali e quindi cerchiamo di occuparcene, scevri da posizioni preconcette, giusto perchè ciascuno possa farsi un’opinione sulla base dei pregi e dei difetti delle varie formule che ci vengono sottoposte ogni giorno sui media, come se, insieme al federalismo, fossero la panacea di tutti i mali di cui soffre il sistema Italia.
Si parla ad esempio di presidenzialismo, in realtà esistono i presidenzialismi. Riferiamoci al modello degli Stati Uniti: il presidente è eletto direttamente dal popolo ed è capo dello Stato e capo del governo.
Anche il congresso, bicamerale, viene eletto direttamente dai cittadini.
Nel sistema statunitense, il presidente non può sciogliere il congresso che a sua volta non può sfiduciare il presidente, in pratica sono costretti a convivere.
Veniamo al semipresidenzialismo: nel modello francese, il presidente della Repubblica è eletto dai cittadini, così come l’Assemblea nazionale, che è bicamerale.
In Francia esiste il sistema elettorale maggioritario a doppio turno, con collegi uninominali.
Che differenza c’è con il modello americano?
Il presidente francese nomina il primo ministro, capo del governo, il quale deve avere la maggioranza dell’assemblea.
Se questa ha una maggioranza opposta al presidente, allora l’assemblea sceglie il primo ministro e si determina una coabitazione.
Rispetto agli Usa, il presidente francese può sciogliere il parlamento, ma non più di una volta l’anno.
Qualcuno poi parla di premierato, ma si tratta di una invenzione tutta italiana.
Il primo ministro inglese infatti non è eletto direttamente dai cittadini come premier, ma viene eletto come parlamentare.
Poi, essendo il capo del suo partito, se ha vinto le elezioni, diventa primo ministro.
In pratica il sistema inglese è inimitabile: ha bisogno di un bipartitismo e di un sovrano.
Passiamo al cancellierato tedesco: richiede l’elezione del cancelliere da parte del Bundestag, la camera dei deputati, che deve dare la fiducia al cancelliere, non al governo.
Il cancelliere non è eletto direttamente dai cittadini ed è di solito il capo del partito più grande.
Può essere sostituito con un voto di sfiducia costruttiva che richiede la maggioranza assoluta.
Entro 48 ore, un’altra maggioranza assoluta deve dare la fiducia al nuovo cancelliere, le crisi al buio non sono possibili.
Passando ad esaminare i sistemi elettorali , il maggioritario uninominale secco (caso inglese) è un sistema in cui vince il candidato che ottiene più voti, anche senza avere la maggioranza assoluta.
Nel caso francese si parla invece di maggioritario a doppio turno.
Passa al primo turno chi nei collegi ottiene la maggioranza assoluta dei voti espressi.
Al secondo turno possono passare tutti i candidati che abbiano ottenuto una certa percentuale, almeno il 12,5% .
Questa percentuale è molto elevata e, nel caso si apllicasse in Italia, porterebbe nei collegi al passaggio dei candidati Pd e Pdl, in alcune aree della Lega, in rari casi dell’Idv , mentre l’Udc passerebbe solo in Sicilia.
Salvo accordi di desistenza ovvio.
Al secondo turno vince chi ottiene più voti.
Altra domanda: in casi di riforme, è necessario poi un referedum?
Intanto servono due votazioni per ciascuna Camera, a distanza di tre mesi una dall’altra.
Se nella seconda votazione non c’è una maggioranza dei due terzi in una o entrambe le camere, allora si può chiedere un referendum contro la riforma.
Lo possono chiedere un quinto dei parlamentari (il Pd avrebbe quindi i numeri) o 500.000 elettori o 5 consigli regionali.
In questo caso, il referendum costituzionale non ha bisogno di quorum per essere valido.
Abbiamo cercato di sintetizzare i vari schemi, al di là delle “soluzioni al’italiana”. E’ indubbio che aggiustamenti vari finirebbero per inficiare la validità (per altro discutibile) del funzionamento dei meccanismi di pesi e contrappesi, previsti in altri Paesi.
Fermo restando che altrove esistono radici culturali e costituzionali di questo tipo, in Italia si tratterebbe di tradurlo in modo sicuramente forzato.
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