“VI VOGLIAMO RINGRAZIARE COSI’“, I PROFUGHI UCRAINI PULISCONO I GIARDINI DI NAPOLI
COME SEGNO DI RINGRAZIAMENTO NEI CONFRONTI DEI NAPOLETANI CHE LI HANNO ACCOLTI
Piccoli grandi gesti per ringraziare i cittadini e le famiglie di Napoli per l’accoglienza. I profughi ucraini che sono arrivati nel capoluogo campano hanno deciso di partecipare alle operazioni di pulizia straordinaria dei giardini pubblici – partendo da quello della centralissima piazza Cavour – del Comune.
Un segno tangibile che mostra un grande cuore che risponde allo stesso grande cuore dimostrato da molti cittadini partenopei che hanno aperto le loro case e i loro spazi a chi sta fuggendo dalla guerra
E si è partiti da quel giardino di piazza Cavour che da anni è simbolo di degrado: tra rifiuti che tolgono ossigeno al verde e uno stato di pulizia che mette in cattiva luce le bellezze della città partenopea.
E sono stati proprio i profughi ucraini a rivolgersi direttamente agli uffici pubblici per entrare a far parte, in forma volontaria, di queste operazioni condotte da una task force.
Un gesto per dire grazie, per rispondere all’amore e a quel sentimento di solidarietà che è tipico del cuore napoletano che non indietreggia mai davanti alle difficoltà. Anche quando arrivano dall’esterno.
“Si sono presentati in ufficio offrendosi di lavorare, è stato un gesto che ha commosso tutti. Ci ringraziano e ci danno una lezione di vita allo stesso tempo”.
Questo il racconto di Fabio Greco, presidente della municipalità su cui insiste piazza Cavour. Poi si sono messi all’opera. Anche i più piccoli hanno voluto partecipare a questa operazione straordinaria, prendendo in mano scope e rastrelli per ripulire quella zona dal degrado. Un gesto di ringraziamento che si palesa negli occhi lucidi di una donna fuggita da Leopoli intervistata da La Repubblica
“Lo facciamo per solidarietà verso il popolo napoletano, perché ci hanno accolto con il cuore, ci hanno aiutato tanto e ora a modo nostro diciamo grazie”.
Adesso il Municipio di piazza Cavour chiederà che la manutenzione di quella zona sia affidata proprio a quei profughi ucraini che vogliono continuare a dire grazie, lavorando, a quella Napoli che ha aperto le sue porte.
(da NetQuotidiano)
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