VIAGGIO NELLA GALASSIA CENTRISTA IMPLOSA PER ANSIA DA SEGGIO
PROLIFERANO I GRUPPETTI… LA SOLITUDINE DI ALFANO
Per ricerca del centro perduto, o ritrovato, la traccia la offre quel vecchio segugio di Augusto Minzolini, chiacchierando in Transatlantico: “Ma che è ‘sto centro? Oggi state tutti sul centro. Il centro non esiste, è uno spazio virtuale. Ve ne siete accorti che Alfano è finito?”.
I movimenti però sono reali: le richieste di appuntamento ad Arcore, le trame. Compare Enrico Costa, al suo primo giorno da parlamentare, col telefono in mano: “Non sa quanti messaggi e telefonate. La gente vuole un centrodestra unito che torni al governo. Stiamo lavorando per irrobustirlo. Il come? Dipende anche dalla legge elettorale. Se c’è il listone è un conto, se c’è la coalizione occorre costruire una quarta gamba, di centro”.
Torniamo a Minzolini: “La questione è semplice. Questi centristi non sono un soggetto politico. Se a Berlusconi servono per fare la legge elettorale, è un conto, altrimenti li lascia dove stanno”.
E si gode lo spettacolo dei “traditori”, così li chiamano ad Arcore, che tornano a Canossa. L’altro giorno a una riunione con gli inquieti coordinatori del sud, si è precipitato Niccolò Ghedini, per tranquillizzarli, perchè l’allarme è scattato: “Non li vogliamo, i posti sono per noi che siamo sempre stati leali al presidente”.
L’avvocato ha assicurato: non saranno candidati di Forza Italia, se vogliono possono fare un gruppo centrista e si vedrà . Una quarta gamba appunto.
Ci stanno lavorando, appunto, Enrico Costa, l’ex sindaco di Verona della Lega Flavio Tosi e l’attivissimo Lorenzo Cesa, il cui sodalizio con Casini si è rotto da tempo. Maligno Fabrizio Cicchitto dice: “Quelli di Forza Italia lavorano a una “bad company, dove assembleare i pentiti evitando di sconsacrare la casa madre e di turbare quelli rimasti nei secoli fedeli”.
Quarta gamba o “bad company” è solo una delle tante, infinite dinamiche che produce l’ansia da seggio.
L’altra porta a Denis Verdini, il cui gruppo è ormai in dissoluzione. Soffre e si offre. Per ora senza risultati. “Silvio è un genio” dice a Repubblica Eva Longo, campana, che tre anni fa fece un selfie con Renzi, votando le sue riforme.
Due giorni fa, l’ex plenipontenziario di Berlusconi ha avuto un lungo incontro con Maurizio Lupi, per provare a fare di due debolezze una forza. Per chi può essere interessato la notizia è che, di fatto, hanno scaricato Alfano.
Una fonte di Area Popolare dice: “Angelino in questo momento è inspendibile sia per dialogare con Berlusconi sia con Renzi. Lupi vuole tornare in prospettiva in un’area di centrodestra, ma non da solo. Prova a costruire un gruppo in modo da avere capacità negoziale, in attesa di capire come si vota. E con Verdini e Zanetti si parla di qualche decina di parlamentari”.
L’ipotesi, o meglio l’intenzione, è quella di arrivare a gruppi unitari entro fine luglio. Il che porterà ad alcune defezioni di gente di Ala che andrà nei vari gruppi e gruppetti di centrodestra.
Alfano, invece, ha un altro disegno ancora. Fare la gamba di centro, però di una coalizione di centrosinistra, nel caso Franceschini riuscirà mai a riaprire la discussione sulla coalizione. E dialoga con Stefano Parisi.
Anche se l’ansia da sopravvivenza crea paradossi. Con Parisi che qualche settimana fa si è precipitato all’iniziativa di Salvini, dopo aver predicato moderazione per mesi. “Il problema di Parisi — dicono dalle parti di Zanetti — è che vuole fare il leader di un qualcosa e pretende che gli altri si iscrivano al suo movimento Energie. Il progetto non si capisce”.
Mettiamo un punto fisso. In tutto questa trasmigrazione, il governo non rischia nulla, anzi. Perchè è chiaro che chi è preoccupato per il seggio alla prossima legislatura non lo vuole perdere ora.
Passiamo ai disegni più chiari, in questa geografia. Raffaele Fitto, con i suoi Conservatori e Riformisti, non entrerà mai in gruppi para-berlusconiani, pur rimanendo nel centrodestra.
E Gaetano Quagliariello, con la sua Idea, spiega: “Con Costa o Alfano? Per carità , ho massimo rispetto per chi esce dall’ibernazione, ma noi siamo un’altra cosa. Noi siamo quelli del no al referendum. Io lavoro per una federazione della Libertà che va da noi alla Meloni”. Eccoli, tutti i “centri”, reali o virtuali che siano.
(da “Huffingtonpost”)
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