VIGILANTES, M5S E LEGA SI LANCIANO OCCHIATE DI FUOCO SU OGNI VOTO SEGRETO
I GRILLINI: “LA LEGA CONTINUA A SOLLEVARE PROBLEMI SUL PECULATO”
Il clima non è affatto quello di reciproca alleanza, piuttosto è di reciproco sospetto. Lega e M5s si lanciano sguardi di fuoco, la distanza in Aula è siderale. “I deputati del Carroccio continuano a sollevare problemi sul peculato, ma per noi è imprescindibile”, racconta un deputato grillino mentre si dirige in buvette sbuffando un po’.
In pratica quella fronda leghista non controllata da Matteo Salvini resta convinta che questo provvedimento anti-corruzione debba contemplare la norma così detta salva-ladri approvata ieri quando il governo è stato battuto in Aula.
Eppure l’accordo tra i due vicepremier prevede che quell’emendamento venga cambiato in Senato per tornare al testo originale.
Anche se c’è chi ritiene che alla fine un altro tipo di soluzione si troverà . Intanto il governo si schiera in Aula, Salvini e Di Maio sono tra i banchi a vigilare fino all’ultimo voto segreto, nessuno si fida più di nessuno.
La comunicazione tra i due gruppi parlamentari è pari a zero.
Solo Francesco D’Uva il capogruppo M5s parla a lungo con il viceministro Edoardo Rixi da molti indicato tra coloro che si salverebbero grazie all’emendamento firmato dall’espulso M5s Catello Vitiello.
Nel day after lo smacco subito si sente ancora: “Ci hanno colpito sul tema a noi più caro e per di più su una proposta di modifica presentata da deputato che noi abbiamo espulso perchè massone”.
Mai tra i banchi si è respirata tanta rabbia. Anche il premier Giuseppe Conte è costretto ad esserci nonostante la manovra italiana sia stata appena stata bocciata dall’Ue. Da Bruxelles piombano parole come fendenti: “La legge di bilancio avrà un impatto negativo”.
Eppure il Movimento 5 Stelle e la Lega continuano a brigare l’uno contro l’altro sul disegno di legge Anti-corruzione. I grillini di prima mattina chiedono di sospendere la seduta perchè la maggioranza ha bisogno di tempo per capire cosa fare. I vertici e gli incontri sono senza soluzione di continuità . Partecipano anche i capogruppi sia della Camera sia del Senato.
Il segretario del Carroccio cammina nervosamente e fuma sigarette, eppure si dice che avesse smesso.
Luigi Di Maio di prima mattina inizia una serie di riunioni per venir fuori dall’impasse. Prima con i big 5Stelle, poi con i parlamentari: “L’unica cosa che so — dice – è che Salvini e Conte oggi saranno in Aula, e i voti saranno palesi. Non voglio scorciatoie per riparare al disastro”.
Nessuna parola sulla legge di bilancio, sul muro alzato nei confronti di Bruxelles. Il governo sembra concentrarsi solo sul disegno di legge anti-corruzione su cui il vicepremier grillino non vuole mettere la fiducia.
A questo punto i tempi si allungano. La Lega propone di approvarlo entro fine gennaio, ma il capo politico M5s non ci sta e rilancia: “Entro dicembre”. Il senso dello scontro con Salvini è questo: “La colpa è vostra che volete affossarlo”.
Quindi per gli M5s è necessaria una blindatura politica. Termina la riunione nella sala del governo e Conte dice: “Avevamo programmato di approvare il ddl anticorruzione per gennaio 2019 e lo approveremo entro dicembre 2018”. Ancora non una parola sulla manovra, anche gli staff in Transatlantico sono focalizzati solo sui lavori parlamentari e sul grande impasse.
Il disegno di legge sull’anticorruzione, caro ai grillini, doveva infatti essere approvato dalla Camera entro oggi. “Dobbiamo chiarirci al nostro interno per poter procedere nel migliore dei modi”.
Daniele Del Grosso del M5S che non nasconde la difficoltà del momento. Una proposta contro cui si sono schierate le opposizioni. Ecco Emanuele Fiano del Pd: “Non si possono prendere in giro l’opposizione e gli italiani”. Ed ancora: “Non si provi con un’altra norma a modificare quello che è stato espresso dalla Camera. Se ne avete la forza modificatelo in Senato”.
Roberto Fico fine nel mirino del capogruppo Pd Graziano Delrio: “Lei presidente accettando il rinvio chiesto dalla maggioranza per mettere in discussione il voto di ieri si assume una responsabilità molto forte, ricordo che la Costituzione difende la libertà dei deputati.
Il Movimento è in ambasce. I 5Stelle volevano incassare l’ok al loro provvedimento e solo dopo licenziare quello sulla sicurezza voluto Salvini che invece in Aula sarebbe dovuto arrivare venerdì.
Come fare per accelerare? Niente fiducia e niente maxiemendamento all’anticorruzione perchè tecnicamente non è possibile. Di Maio in primo momento esclude il triplo passaggio Camera-Senato-Camera, lo dice ai parlamentari quando parla di “porcata” compiuta dalla Lega. Sulla sua pagina facebook viene anche pubblicato il video ma poi sparisce per ragioni di opportunità .
L’iter parlamentare dovrà essere quello regolare anche perchè sono state apportate modifiche anche agli articoli che riguardano il finanziamento ai partiti. Resta la soglia minima di 500 euro (la Lega chiedeva che fosse di 2000) che non fa scattare l’obbligo di pubblicare il nome del donatore al partito o movimento politico, ma sono ‘salve’ le feste di partito, punto caro al Carroccio.
La sfida per tutto il giorno resta aperta: “Tutti si devono prendere la responsabilità . Chi vuole tornare casa lo deve dire in modo palese davanti ai cittadini italiani”, va dicendo Di Maio.
E intanto la commissione Affari costituzionali non si occuperà del decreto Sicurezza se prima non sarà licenziato il testo anti-corruzione.
Resta infatti aperto l’altro tavolo sui cui i grillini hanno depositato cinque emendamenti pur garantendo che saranno ritirati “siamo corretti”, dicono. Ma forse la Lega non ci crede fino in fondo e due deputati M5s, critici nei confronti del decreto, vengono sostituiti per evitare nuove cadute e tentare un quieto vivere.
(da “Huffingtonpost”)
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