“VOGLIONO TOGLIERE UN GENITORE LEGALE A UN MINORE. UN ATTO VERGOGNOSO E INDEGNO DI UN PAESE CIVILE”
LA PROCURA DI PADOVA DICHIARA ILLEGITTIMI GLI ATTI DI NASCITA DI 33 BAMBINI, NATI DAL 2017 A OGGI, DI ALTRETTANTE COPPIE DI DONNE OMOSESSUALI – SE IL TRIBUNALE DOVESSE ACCOGLIERE LA RICHIESTA DELLA PROCURA, IL NOME DELLE MADRI NON BIOLOGICHE, INDICATE COME “SECONDO GENITORE”, SARÀ CANCELLATO DAGLI ATTI DI NASCITA E IL COGNOME DEI BAMBINI SARÀ CAMBIATO
Trentatré famiglie, e chissà quante altre ce ne saranno, che rischiano di venire cancellate da un atto giudiziario. I documenti stanno venendo notificati in questi giorni ad altrettante coppie di donne omosessuali di Padova. Contengono la richiesta della Procura, indirizzata al Tribunale, di rettifica dell’atto di nascita dei loro figli: eliminando il nome delle madri non biologiche, indicate come “secondo genitore”, e rettificando i cognomi dei bambini, togliendo quello della seconda mamma. Per una delle coppie il tribunale ha già fissato la data dell’udienza per la discussione del ricorso: sarà il 14 novembre.
«Per nostra figlia rischia di essere un trauma, in una fase delicata dello sviluppo. Non avrà più un fratello e una mamma» dice la madre biologica della bambina. La donna ha 40 anni, come la moglie; si sono sposate all’estero
La richiesta, su impulso del ministro dell’Interno Piantedosi, di ricevere tutti gli atti di nascita relativi ai bambini con due mamme, è arrivata la risposta del pm: la richiesta di rettifica di tutti i 33 documenti. Ed è una richiesta che amplia il raggio di quanto avvenuto a Milano, dove già quattro atti di nascita erano stati impugnati.
La Procura di Padova invece è andata oltre, impugnando tutti gli atti dal 2017. Se il tribunale dovesse accogliere la richiesta della Procura, dall’oggi al domani questi 33 bambini si ritroveranno formalmente orfani di uno dei loro genitori. Dall’oggi al domani, 33 mamme non saranno più nulla, per la legge italiana. Non potranno andare a prendere i figli a scuola, portarli dal medico, firmare le giustificazioni sul libretto scolastico. Il rapporto più solido spazzato via da un atto giudiziario.
«Parliamo di togliere un genitore legale a un minore, anche a distanza di 6 anni dalla nascita. Un atto vergognoso e indegno di un Paese civile» commenta Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno. Tra le mamme, c’è ancora chi spera di non ricevere l’atto: «Io e mia moglie siamo terrorizzate» ammette Vanessa Finesso, mamma arcobaleno di Padova,
La donna si è rivolta al Comune di Padova perché conosceva la battaglia dell’amministrazione di centrosinistra. «Sono sereno e convinto delle scelte fatte» ha detto ieri il sindaco Sergio Giordani, «dal 2017 trascrivo gli atti di nascita dei figli di due mamme. È un atto di responsabilità verso i piccoli, non accetto che ci siano bambini discriminati nei loro diritti fondamentali. Abbiamo sempre comunicato tempestivamente alla Procura ogni atto, senza avere mai controdeduzioni. Ci sono momenti nei quali un sindaco è da solo con la sua coscienza e la Costituzione, e deve decidere nell’interesse primario di chi ha davanti. E per me l’interesse da mettere al centro era quello di questi piccoli».
L’interesse dei piccoli, appunto. «Mi chiedo come possa un tribunale di uno Stato che professa la tutela dei minori come una priorità escludere che una bambina di 6 anni iscritta alla scuola primaria possa accusare un cambio di cognome. Che il fratello e sua mamma nella forma smettano di essere famiglia» commenta ancora la madre biologica della bambina, il cui caso sarà discusso in tribunale a novembre. Parole alle quali la procuratrice aggiunta Valeria Sanzari aveva già risposto nello stesso ricorso: «La giovane età della bambina esclude che la modifica del cognome possa avere ripercussioni sulla sua vita sociale».
(da agenzie)
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