Destra di Popolo.net

LA RIVOLTA DI VIA PADOVA E’ IL FALLIMENTO DELLA LEGA: ORA IL RASTRELLAMENTO VA FATTO IN VIA BELLERIO

Febbraio 15th, 2010 Riccardo Fucile

AL GOVERNO NEGLI ULTIMI SETTE ANNI SU NOVE, ALLA GUIDA DI MILANO DA OLTRE 15 ANNI, I LEGHISTI NON HANNO FAVORITO NE’ INTEGRAZIONE NE’ SICUREZZA….240.000 IMMIGRATI, AUMENTO DEL 10% NELL’ULTIMO ANNO, NESSUN CONTROLLO PERCHE’ MANCANO GLI AGENTI..SVEGLIA!   IL MINISTRO DEGLI INTERNI SI CHIAMA MARONI, NON PEPPONE

Via Padova è uno stradone diritto lungo tre chilometri, da Piazzale Loreto punta al Naviglio Martesana, una zona ad altissima densità  di stranieri, le nazionalità  censite sono oltre cinquanta.
E’ in questo contesto che sabato scorso una rissa tra egiziani e sudamericani ha causato dapprima un morto ( un ragazzo di 19 anni, con regolare permesso di soggiorno) e successivamente gli atti vandalici che hanno determinato danni ad auto e negozi.
L’inefficienza dello Stato, sulla base di molte testimonianze, è risultata palese fin da subito: 47 minuti sono trascorsi prima di vedere un barlume di soccorso e di intervento.
E non è un fatto isolato, a giudicare   da quanto è stato denunciato da molti abitanti, italiani e immigrati, sui media in queste 48 ore: chi in passato ha chiamato i vigili per segnalare anomalie ( tipo lavavetri agli incroci) si è sentito rispondere dai vigili “Non ce ne frega un cazzo”, chi ha segnalato una rissa tra stranieri alla polizia si è sentito buttare giù il telefono.
Storie di ordinaria follia e di abitudine a cui non si reagisce neanche più.
A differenza del quartiere di San Salvario a Torino, dove si è posta in essere una operazione di integrazione degli immigrati nel tessuto sociale del quartiere, per porre rimedio al degrado che ormai si era sviluppato, a Milano nulla è stato fatto
La politica di sicurezza, egemonizzata dalla Lega, è fondata sull’ostilità  ideologica verso lo straniero, qualsiasi forma di integrazione è vista in maniera ostile, inutile nascondersi dietro un dito.
Per la Lega il problema immigrazione è solo un problema di sicurezza e di ordine pubblico: ebbene i leghisti hanno dimostrato di aver fallito anche su questo.
Dati alla mano: a MIlano vi sono 200.000 immigrati regolari, più circa 40.000 clandestini, aumentati del 10% nel corso dell’ultimo anno.
Il che vuol dire circa 20/25.000 unità  di cui nessuno si è evidentemente accorto.
L’importante era respingere a Lampedusa 10.000 profughi in un anno (molti aventi diritto di asilo)   per lo spottone TV, ma farne entrare più del doppio nella sola metropoli lombarda è “normale”.   Continua »

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IL GOVERNO ACCENDE IL NUCLEARE, MA NON INDICA I SITI: LA SOLITA IPOCRISIA ITALIANA?

Febbraio 15th, 2010 Riccardo Fucile

SI FISSANO DEI PRINCIPI GENERICI, MA LA SCELTA DELLE OTTO LOCALITA’ SPETTERA’ AGLI OPERATORI, OVVERO ALLE AZIENDE, POI DOVRA’ ESSERCI IL VAGLIO DEL MINISTERO…CON LE REGIONALI IN VISTA IL GOVERNO NON VUOLE RISCHIARE E RESTA NEL VAGO…PERPLESSITA’ SIA DI CONFINDUSTRIA CHE DEI COMUNI

Il nucleare ritorna in Italia, per adesso solo sulla carta e avvolto nel mistero: il governo ha dato il via libera ai criteri per l’individuazione dei siti per gli impianti.
Ma il decreto di Palazzo Chigi ha creato malumore tra le trecento aziende che partecipano al piano di lavoro allestito da industriali ed Enel.
Nessuna indicazione delle località  nelle quali dovranno sorgere le centrali nucleari, per quelle bisognerà  attendere le scelte degli operatori che poi dovranno passare al vaglio del Ministero dello Sviluppo economico e dell’Agenzia del nucleare.
Praticamente ci si è limitati a tratteggiare vagamente, attraverso regole di buon senso, le norme per localizzare le aree adatte per la produzione e lo stoccaggio, le procedure da seguire, gli incentivi economici alle popolazioni coinvolte.
Secondo il governo, i primi lavori per i cantieri partiranno nel 2013 e la produzione di energia nel 2020.
Caso strano anche i lavori del Ponte sullo Stretto dovrebbero iniziare nel 2013, data che coincide in pratica con scadenza della legislatura.
Promettere non costa nulla, insomma.
Il non aver accennato alle otto località  dove dovrebbero essere costruite le centrali nucleari è da mettere in relazione alle prossime elezioni regionali, onde evitare di mettere in imbarazzo qualche candidato governatore che dovrebbe esprimersi sull’ipotesi di ospitare o meno l’insediamento.
Meglio glissare che perdere voti… Continua »

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NIENTE PIU’ AFFARI CON L’IRAN? SOLO UN BLUFF, L’AZIENDA ITALIA NON RINUNCIA AL BUSINESS

Febbraio 14th, 2010 Riccardo Fucile

SIAMO IL PRIMO PARTNER COMMERCIALE DEL REGIME DI TEHERAN: IN PRIMA FILA ENI, FINMECCANICA, FIAT, EDISON, MEDIOBANCA, INTESA…NESSUN RITIRO POLITICO, SOLO CHIACCHERE, SI STANNO FIRMANDO NUOVI CONTRATTI, ALTRO CHE SANZIONI

A livello mediatico il governo italiano sembra la punta di diamante dell’offensiva contro l’Iran: le parole del premier in Israele hanno pure determinato l’assalto virtuale alla nostra ambasciata a Teheran.
Berlusconi ha annunciato sanzioni contro il regime di Ahmajinehad e la fine della presenza italiana in Iran, se pur a scadenza delle opere in corso.
Una presa di posizione più a uso mediatico che reale, visto che poco dopo l’Istituto per il commercio estero ha svelato il bluff di cui siamo maestri, dichiarando che “le aziende italiane sono attive nei settori petrolifero, siderurgico, energetico, petrolchimico, automobilistico e delle costruzioni e le sanzioni internazionali contro l’Iran sono da evitare perchè   ostacolano gli investimenti stranieri nel settore dell’energia, limitando la presenza dei gruppi italiani interessati”.
Va considerato che anche nel 2009, secondo la Camera di commercio italo-iraniana, ci siamo confermati il primo partner commerciale del regime di Teheran, con 3,5 miliardi di euro di scambi, superando nuovamente la Germania.
In prima fila ci sono i più bei nomi dell’industria italiana, come Eni, Finmeccanica, Fiat ed Edison.
Non mancano la finanza e il credito, con Mediobanca e IntesaSanpaolo che assistono le circa mille imprese italiane sul posto e a volte prestano pure soldi alle banche pubbliche iraniane.
Nel 2008, l’Eni ha estratto in Iran 28mila barili di petrolio al giorno e ha in corso due rilevanti contratti di estrazione: uno riguarda il giacimento off-shore “South Park 4 e 5” nel Golfo Persico, l’altro il campo di Darquain.   Continua »

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NON SOLO FIAT E ALCOA: DALLA GLAXO ALLA MERLONI, ARRANCANO CENTINAIA DI IMPRESE

Febbraio 14th, 2010 Riccardo Fucile

E’ IN CRISI TUTTO IL COMPARTO CHIMICO SARDO, LA MULTINAZIONALE GLAXO ANNUNCIA LICENZIAMENTI A VERONA…NELLE MARCHE LA CRISI DELLA MERLONI METTE A RISCHIO 10.000 LAVORATORI, IN AFFANNO ANCHE LA FINCANTIERI, 7.500 OPERAI A RISCHIO NELLE RAFFINERIE….E PURE VERSACE PREVEDE 350 TAGLI

A rischio licenziamento in Italia non ci sono soltanto i dipendenti Fiat dello stabilimento di Termini Imerese o i lavoratori sardi dell’Alcoa o quelli dell’ex Eutelia (oggi gruppo Omega già  Agile).
Se la chiusura dello stabilimento di Portovesme rischia di lasciare senza lavoro, compreso l’indotto, circa 2.000 persone, non vanno meglio le cose a Porto Torres.
Il disimpegno dell’Eni continua a bloccare gli impianti Vinyls di tutto il comparto chimico sardo, dove sono impiegati alcune migliaia di persone. Sempre in Sardegna, a Ottana, la lenta trattativa per rilevare la fabbrica Pet mette a rischio il posto di lavoro di 120 dipendenti della società  e quello di 1.700 posti di lavoro nell’area industriale dell’isola.
I bollettini di guerra non vanno per aree geografiche, sono ormai estesi ovunque.
La multinazionale farmaceutica Glaxo vorrebbe lasciare a casa 4.000 addetti, di cui 550 lavorano presso il Centro ricerche di Verona ed è già  stato dato l’annuncio di chiusura, motivandolo con il mancato raggiungimento degli obiettivi negli utili, che in un anno di crisi hanno toccato l’11%, rispetto al previsto 14%.
Fino a fine anno è stata garantita l’occupazione, poi si vedrà .
Nelle Marche è crisi per il gruppo Merloni che produce elettrodomestici per conto terzi, da un anno in amministrazione controllata: 3.000 dipendenti in Italia, 7.000 nell’indotto tra Marche, Umbria ed Emilia. Continua »

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MARONI CI PROVA CON TUTTE: DOPO IL FLOP DELLE FORZE ARMATE E DELLE RONDE, ORA STRIZZA L’OCCHIO ALLE GUARDIE GIURATE

Febbraio 13th, 2010 Riccardo Fucile

VA IN SCENA “MILLE OCCHI SULLA CITTA”, L’ENNESIMO PROGETTO PER UN “SISTEMA DI SICUREZZA INTEGRATO”… MARONI SPACCIA PER NOVITA’ UNA COLLABORAZIONE CON LE GUARDIE GIURATE CHE GIA’ ESISTE… CRITICHE DAI SINDACATI DI POLIZIA: “CHE ASSUMA PIUTTOSTO I 20.000 AGENTI CHE MANCANO”

Ormai ci prova con tutte: gli è andata male con i militari a passeggio per le strade delle città  o impiegati a fare la guardia al bidone di benzina, non ha trovato nessuno che si sia iscritto alle ronde, quelle che, se sono gratis, non interessano più neanche al militante leghista “duro e puro”, ora ha dovuto cambiato obiettivo.
Il ministro degli spot, alias Maroni, ne ha pensata un’altra per trovare spazio sui media e spacciare “percezione” di sicurezza tra i cittadini, padani e non: si è inventato un nuovo gioco, chiamato “Mille occhi sulle città “.
Il nome sa già  di thriller, buca bene il video, dà  epidermicamente la sensazione di occhi vigili che proteggono il nostro sonno, che seguono i passi furtivi dei ladri, che individuano criminali seriali.
Beh, ora che avete sognato, scordatevi tutto questo: si tratta semplicemente di un protocollo di intesa, siglato da Maroni e dalle organizzazioni di guardie giurate che dovrebbe portare a un “sistema di sicurezza integrato” e che “aumenterà  la sicurezza nelle città “, parola del Bobo che se ne intende.
In cosa consiste? Continua »

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“MASSAGGIO” A RETI UNIFICATE DI BERTOLASO, PECCATO CHE FRANCESCA ABBIA 30 ANNI E NON 55

Febbraio 12th, 2010 Riccardo Fucile

PER IL GOVERNO E’ NORMALE CHE UN SOTTOSEGRETARIO FREQUENTI ASSIDUAMENTE UN IMPRENDITORE CHE OTTIENE APPALTI DAL MINISTERO?… CHE ALTI DIRIGENTI SI FACCIANO REGALARE AUTO, MOBILI, VACANZE DALLO STESSO?…SI DEVONO VERGOGNARE I MAGISTRATI O CHI LI ACCUSA?

Ieri sera abbiamo assistito a reti unificate, come se fosse il 31 dicembre, al discorso non del Capo dello Stato, ma a quello ben più potente della Protezione civile.
Doveva dimettersi, secondo il buon senso, ma seguendo gli improvvidi consigli del premier che evidentemente “non può permettersi di perderlo”, ha ritenuto di contrattaccare, senza per fortuna il “furore agonistico” di Berlusconi che spesso annebbia la vista, ma con qualche tappullo mal piazzato.
Il sottosegretario di Stato Bertolaso ieri era su tutti i TG, salvo queli delle Tv locali, per raccontare la sua verità , facoltà  che non era stata concessa neanche a Cosentino.
Cosa ha sostenuto Bertolaso?
In primo luogo che lui non poteva controllare i suoi vice e se qualcosa di poco chiaro c’è stato lui non ha responsabilità .
In secondo luogo che soffrendo di mal di schiena ogni tanto doveva andare a farsi massaggiare dalla attempata sig.ra Francesca, al Salaria Sport Village. Sulla cui età , 55 anni, era stato in verità  più preciso il premier nel pomeriggio.   Quindi appello agli italiani a credergli e giuramento sulla sua vita.
E qui i conti non tornano, forse era meglio il silenzio.
Partiamo dal secondo aspetto: le ragazze che lavorano al cosiddetto Centro Benessere della struttura sportiva Salaria Sport Village sono 6, tutte dai 20 ai 30 anni: “Francesca la bruna” (alta e formosa, secondo chi la conosce) non ha proprio l’aspetto   di una signora 55enne, forse Bertolaso era talmente sotto stress che non se ne sarà  accorto e a Berlusconi avrà  fatto vedere la foto della vecchia zia, chissà .
Ma nessuno sottolinea un aspetto in sè politicamente inaccettabile: che un sottosegretario frequenti un imprenditore che ha vinto (come?) cinque appalti importanti con la Protezione civile.
Una persona normale, secondo voi, se ha mal di schiena si rivolge al Salaria Sport Village o a un istituto qualificato?
Prenota un massaggio fissandolo addirittura con il proprietario o con l’ufficio prenotazioni?
Si fa organizzare una festa megagalattica a più mani, con chiusura al pubblico della struttura, sempre dall’imprenditore Anemone?   Continua »

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GIOCO DELLE PARTI DELLA LEGA: ZAIA ORA NON VUOLE IL NUCLEARE IN VENETO, CALDEROLI: ” LA SUA NON E’ LA LINEA DELLA LEGA”

Febbraio 12th, 2010 Riccardo Fucile

ALTRO CHE PARTITO DI LOTTA E DI GOVERNO: ZAIA LE CENTRALI LE VUOLE PURCHE’ NON A CASA SUA, CALDEROLI LE VUOLE OVUNQUE, BOSSI PENSA SOLO ALLE CENTRALI FINANZIARIE E BANCARIE…E LITIGANO TUTTI PER LE CANDIDATURE

“In Veneto non vogliamo il nucleare”: ecco la novità  emersa dalla dichiarazione di un paio di giorni fa del ministro dell’Agricoltura, Luca Zaia, lo stesso per capirci che, in Consiglio dei ministri, ha sempre avallato la politica nucleare del governo, compresa la localizzazione dei siti.
Gli fa il controcanto il ministro che ha semplificato la sua esistenza, creandosi un ministero ad hoc con relative prebende, distribuite ai compagni di merenda leghisti: per Calderoli, quella di Zaia “non è la linea della Lega” sul nucleare. Così la base leghista è servita: chi non vuole le centrali si fiderà  di Zaia, chi le vuole di Calderoli e la presa per i fondelli dell’elettore è compiuta e sono tutti contenti.
In realtà  non esiste in materia una “linea politica della Lega”, ha già  ondeggiato in passato da una parte e dall’altra.
La linea la decide solo il senatur, a seconda della convenienza, sempre che abbia l’avallo della moglie Manuela: gli altri decidono quello che i badanti Rosi Mauro, Cota e Bricolage promulgano col sigillo del “capo supremo” (quello, per capirci, condannato con sentenza definitiva ai tempi di Tangentopoli per   aver incassato 300 milioni di finanziamento illecito e che ora ha la faccia di fare le pulci agli altri).
E’ prassi che nel “federale”, il massimo organismo della Lega, le decisioni vengano approvate all’unanimità , come accadeva in Unione Sovietica ai tempi di Breznev, per capirci.
Gli eventuali dissidenti si adeguano prima dell’incrocio di via Bellerio e vince sempre la linea della convenienza e del conformismo.
Non che manchi il nervosismo.
Un esempio?
La provincia di Brescia aveva due consiglieri regionali uscenti leghisti: la Monica Rizzi è stata infilata nel listino bloccato, così è garantita e non rompe le palle.   L’altro, Enio Moretti, non è stato ricandidato. Continua »

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STOP AI PROGRAMMI RAI? PREFERIAMO I POLLAI DELLA LIBERTA’ ALLE OCHE DA GIARDINO DELLA CENSURA

Febbraio 11th, 2010 Riccardo Fucile

PERCHE’ FAR TACERE PROGRAMMI DI APPROFONDIMENTO ANCHE SE ORIENTATI A SINISTRA?…PERCHE’ ALLORA NON SI CENSURA PER 30 GIORNI ANCHE IL TG1 CHE E’ PEGGIO DEI CINELUCE DEGLI ANNI ’30?…UNA DESTRA SERIA NON HA PAURA DEL CONFRONTO DELLE IDEE, NON CENSURA E NON FA PERDERE TRE MILIONI DI PUBBLICITA’ ALLA RAI PER FAVORIRE LA CONCORRENZA

Nei corridoi del Parlamento, quando nessuno li può “censurare”, sono molti i politici del Pdl a definire “una minchiata” la decisione della Commissione di Vigilanza Rai di azzerare i talk show politici.
Che poi vuol dire mettere a tacere per i trenta giorni che precedono le elezioni regionali i programmi giudicati scomodi come Anno Zero, Ballarò, Report e compagnia cantando.
Trasmissioni che saranno sospese di fatto, in virtù di una norma bizzarra che assimilerebbe l’approfondimento giornalistico alla comunicazione politica.
A sinistra si parla di abuso di potere, nel centrodestra di una tempesta in un bicchiere d’acqua.
Berlusconi   ha detto che “non si tratta di una decisione scandalosa di cui doversi preoccupare, anche perchè alcune sono trasmissioni pollaio e che per una questione di decoro credo sia un bene che siano diverse”.   Nell’occasione, il premier ha ribadito che “la par condicio è una legge liberticida e assurda, la si deve abolire e stabilire presenze televisive proporzionali ai voti”.
Sempre in base alla norma approvata dalla Vigilanza le stesse tribune politiche sarebbero vietate a tutti quei partiti che alle Europee sono rimasti sotto la soglia del 4%, ovvero Rifondazione, Radicali, Verdi e la Destra, tra i principali.
A parte che svuotare della loro funzione di approfondimento politico e di fatto chiudere certe trasmissioni, oltre a essere ingiusto è anche incostituzionale (art 21), è ridicolo che tale divieto valga solo per la Rai, finendo di fatto per favorire la concorrenza.
Inoltre crea un danno economico alla Rai a causa del taglio delle entrate pubblicitarie: una mazzata da 3 milioni di euro che l’Ente non può certo permettersi di questi tempi.
E chi ha appena pagato il canone non avrà  diritto a guardare quello che cazzo gli pare o qualcuno deve decidere per lui?
Come se non esistesse lo zapping e la capacità  di analisi critica per farsi una idea propria.
Lo abbiamo già  detto in autunno e lo ripetiamo: le trasmissioni vicine anche all’opposizione non devono subire pressioni, ricatti o censure. Continua »

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ANCHE LA PROTEZIONE CIVILE E’ ANDATA A PUTTANE: BERTOLASO ASSOLTO DALLA CONFRATERNITA DEI LUSSURIOSI

Febbraio 11th, 2010 Riccardo Fucile

GLI ITALIANI RIMPIANGONO I TEMPI IN CUI L’ESCORT ERA SOLO UN MODELLO DI AUTO…IN CAMBIO DI APPALTI, I CAPI DELLA PROTEZIONE CIVILE RICEVEVANO AUTO, RISTUTTURAZIONI GRATUITE, MOBILI, VIAGGI E SOGGIORNI, ASSUNZIONI DI FIGLI, PRESTAZIONI SESSUALI…. SU BERTOLASO INTERCETTAZIONI INEQUIVOCABILI

Indagato Guido Bertolaso, arrestato Angelo Balducci, suo braccio destro all’epoca dell’organizzazione del G8 della Maddalena.
Si contano altri tre arresti e quaranta indagati, tutti con accuse pesantissime: corruzione, truffa, appalti truccati in cambio di tangenti sotto forma di auto di lusso, azioni, interventi edilizi gratuiti su case di proprietà  degli indagati e prestazioni sessuali di escort di lusso.
Un vero terremoto che azzera il vertice della Protezione civile quanto a credibilità , ma ognuno rimane al suo posto.
Chi rassegna le “dimissioni burla”, dopo esser certo che saranno respinte, chi in Consiglio dei ministri applaude la decisione del premier di confermare Bertolaso, senza neanche aver preso visione degli atti giudiziari (e relative intercettazioni) che lo accusano.
“Ego te absolvo, in nomine Silvio…” e tutti vanno in pace.
Stamane persino i giornali di centrodestra sono perplessi: la difesa che il premier ha fatto ieri di Bertolaso è penosa, in effetti.
I magistrati di Firenze sarebbero “pubblici dipendenti, pagati coi soldi dei contribuenti, che pensano solo a deprimere chi fa il bene del Paese”?
I soliti “magistrati di sinistra”, insomma: peccato che nell’inchiesta che ha originato il filone “lavori per il G8 alla Maddalena” e che inizialmente verteva su opere realizzate a Firenze, quei magistrati avessero invece inquisito due assessori di sinistra.
Le parole del premier non hanno avuto rispetto nemmeno del lavoro dei carabinieri che hanno indagato e intercettato Bertolaso, Balducci e Co., trovando evidenti riscontri alle accuse formulate.
Nessuno è colpevole fino al terzo grado di giudizio, ma come conciliare la permanenza in certi ruoli chiave di fronte a intercettazioni di un certo genere? Nell’ordinanza a carico degli imputati, per Balducci si parla di 5 appalti pilotati, dalla Maddalena al Foro italico, da Tor Vergata all’aeroporto di Perugia.
In cambio avrebbe ricevuto, dall’imprenditore Diego Anemone, auto di lusso, ristrutturazioni di immobili, assunzioni di domestici e figli, favori sessuali. Anemone è di casa nella sede della Protezione civile, sistema anche il figlio di Balducci, si preoccupa dell’inchiesta sugli appalti che segue il giornalista Gatti, parla al cellulare certo di non essere intercettato.   Continua »

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