STOP AI PROGRAMMI RAI? PREFERIAMO I POLLAI DELLA LIBERTA’ ALLE OCHE DA GIARDINO DELLA CENSURA
PERCHE’ FAR TACERE PROGRAMMI DI APPROFONDIMENTO ANCHE SE ORIENTATI A SINISTRA?…PERCHE’ ALLORA NON SI CENSURA PER 30 GIORNI ANCHE IL TG1 CHE E’ PEGGIO DEI CINELUCE DEGLI ANNI ’30?…UNA DESTRA SERIA NON HA PAURA DEL CONFRONTO DELLE IDEE, NON CENSURA E NON FA PERDERE TRE MILIONI DI PUBBLICITA’ ALLA RAI PER FAVORIRE LA CONCORRENZA
Nei corridoi del Parlamento, quando nessuno li può “censurare”, sono molti i politici del Pdl a definire “una minchiata” la decisione della Commissione di Vigilanza Rai di azzerare i talk show politici.
Che poi vuol dire mettere a tacere per i trenta giorni che precedono le elezioni regionali i programmi giudicati scomodi come Anno Zero, Ballarò, Report e compagnia cantando.
Trasmissioni che saranno sospese di fatto, in virtù di una norma bizzarra che assimilerebbe l’approfondimento giornalistico alla comunicazione politica.
A sinistra si parla di abuso di potere, nel centrodestra di una tempesta in un bicchiere d’acqua.
Berlusconi ha detto che “non si tratta di una decisione scandalosa di cui doversi preoccupare, anche perchè alcune sono trasmissioni pollaio e che per una questione di decoro credo sia un bene che siano diverse”. Nell’occasione, il premier ha ribadito che “la par condicio è una legge liberticida e assurda, la si deve abolire e stabilire presenze televisive proporzionali ai voti”.
Sempre in base alla norma approvata dalla Vigilanza le stesse tribune politiche sarebbero vietate a tutti quei partiti che alle Europee sono rimasti sotto la soglia del 4%, ovvero Rifondazione, Radicali, Verdi e la Destra, tra i principali.
A parte che svuotare della loro funzione di approfondimento politico e di fatto chiudere certe trasmissioni, oltre a essere ingiusto è anche incostituzionale (art 21), è ridicolo che tale divieto valga solo per la Rai, finendo di fatto per favorire la concorrenza.
Inoltre crea un danno economico alla Rai a causa del taglio delle entrate pubblicitarie: una mazzata da 3 milioni di euro che l’Ente non può certo permettersi di questi tempi.
E chi ha appena pagato il canone non avrà diritto a guardare quello che cazzo gli pare o qualcuno deve decidere per lui?
Come se non esistesse lo zapping e la capacità di analisi critica per farsi una idea propria.
Lo abbiamo già detto in autunno e lo ripetiamo: le trasmissioni vicine anche all’opposizione non devono subire pressioni, ricatti o censure.
Siamo in uno Stato democratico e una destra seria non ha paura del confronto di idee.
Preferiamo i pollai della libertà a certe oche da giardino della censura.
Non tanto perchè un provvedimento come quello della Vigilanza denota la paura delle idee altrui e quindi finisce anche per essere controproducente per chi l’ha voluto (Pdl e Lega), ma perchè dimostra che questo Centrodestra vuole ridurre gli spazi di libertà nel Paese e questo è inammissibile per un governo che si autodefinisce “liberale”.
Noi preferiamo una tv urlata a una tv afona, dei media indipendenti a quelli di regime dove la verità è unica, come il pensiero.
Se certe trasmissioni sono troppo”orientate” a sinistra e quindi sarebbe meglio abolirle per 30 giorni, perchè non si è proposto di fare altrettando per il Tg1, un canale che è esclusiva cassa di risonanza del governo e che stravolge a tal fine persino le notizie, comunicandole come più piace al “padrone”, tagliando e cucendo in maniera arbitraria?
Perchè ciò che vale per Santoro non deve valere per MInzolin?
E poi a destra si deve avere il coraggio di fare autocritica (a sinistra pure, ma ci pensino quelli di sinistra): perchè qualcuno a destra non ha mai pensato a far crescere un gruppo di giornalisti capaci, preparati e acculturati, in grado di promuovere contenitori di successo per far da contrappeso a quelli di sinistra?
Forse perchè la cultura non interessa? Forse perchè il potere va gestito diversamente? Forse perchè chi ragiona finisce per essere scomodo?
E adesso si deve ripiegare su personaggi come Belpietro o Paragone, siamo ridotti a questo?
Quando a destra esistono teste e intelligenze, solo un nome a caso, Buttafuoco, in grado di gestire trasmissioni intelligenti di approfondimento? Noi siamo “per”, non “contro”: “crescere” vuol dire non chiudere gli altrui forni, ma avere la capacità di aprirne noi dei nuovi.
Altro che censura, ci vuole concorrrenza di idee e di valori, di passione politica e di ideali.
Le idee si affrontano con altre idee, non bruciando i tubi catodici.
E qualsiasi minoranza deve avere voce.
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