Settembre 2nd, 2017 Riccardo Fucile
PRENDE AI POVERI PER DARE AI POVERI: HANNO CANCELLATO LA CARTA SIA E LA CARTA ASDI, I SOLDI TOLTI RICOMPAIONO PARI PARI, COME NEL GIOCO DELLE TRE TAVOLETTE
La mancanza di misure antipovertà in un paese europeo come l’Italia che rappresenta la settima
potenza industriale al mondo, è una vergogna talmente grande che la politica, i sindacati, tutta la società civile non dovrebbero parlare d’altro.
Esistono nel nostro paese milioni di cittadini (tra cui moltissimi nuclei famigliari) che non hanno alcun reddito e che, lavoro nero a parte, ma si tratta solo di alcuni — vivono di espedienti, nella precarietà e miseria più assolute.
Tra di loro ci sono cittadini che poveri sono diventati per un accidente della vita — perdita del lavoro, una malattia invalidante come un tumore — e che quando si trovano improvvisamente senza reddito, magari dopo una vita normale e dignitosa, non trovano uno Stato che li aiuta, ma il nulla assoluto.
Per tutto questo la decisione del governo di introdurre un reddito di inclusione per ridurre la scandalosa quantità di poveri nel nostro Paese — e quindi di minori poveri, scandalo nello scandalo — è certamente benvenuta, anche perchè prevede un percorso di inserimento del mondo lavorativo, dunque non solo una semplice “mancia”. Purtroppo, però, come spesso accade, l’annuncio roboante “di una nuova stagione del nostro welfare” (Patriarca del Pd) è falso.
Perchè, per dirla in sintesi con le parole dell’Unione dei consumatori, “gli importi sono vergognosi e la platea è insufficiente”.
Anzitutto una premessa. Chi plaude alla nuova misura con articoli o comunicati di elogio dimentica, come ha scritto in maniera eloquente Luciano Cerasa su Il Fatto quotidiano del 30 agosto, che per una misura introdotta ce ne sono due cancellate: la carta Sia (Sostegno all’inclusione attiva) e la carta Asdi (Assegno sociale di disoccupazione).
La prima è entrata in vigore nell’aprile 2017 e morta praticamente subito. La seconda era una misura specifica per i lavoratori disoccupati beneficiari in passato dell’indennità mensile di disoccupazione (NASpl), anch’essa eliminata.
Non c’è dubbio allora che il titolo dell’articolo di Cerasa, “Il reddito di inclusione prende ai poveri per dare ai poveri”, già ben spiega quanto la misura abbia un carattere farsesco, visto che il governo usa sostanzialmente soldi già messi nel piatto da prima.
Ma soprattutto ciò che non funziona è il contenuto della misura, con la solita ragnatela di vincoli così stretti che si finisce per lasciare fuori gran parte dei bisognosi.
Per accedere al Rei, infatti, bisogna avere un reddito Isee non superiore ai 6000 euro — un tetto bassissimo, persino inferiore a quello che individua la povertà assoluta — un patrimonio immobiliare mai sopra i 20.000 euro (esclusa la prima casa), non più di 10.000 euro in banca; non bisogna possedere un’auto sopra i 1300 cc immatricolata nei 12 mesi antecedenti la domanda o una moto sopra i 250 cc, immatricolata nei 3 anni precedenti la richiesta.
Occorre la presenza di adulti disoccupati nel nucleo familiare.
Quanto agli importi che gli esuberanti articoli non specificano, i tanto sbandierati 584 euro mensili sono riservati a famiglie dai 5 componenti in su — pochissime! — mentre l’assegno parte da 149 euro mensili, soldi che certo non consentono a un singolo o a una coppia di uscire dalla povertà .
Dunque, come spiega con pazienza la sociologa Chiara Saraceno — cui viene assegnato sempre l’ingrato compito di dire la verità qualche pagina dopo rispetto alla notizia della prima pagina — se anche i soldi stanziati raggiungessero i due miliardi mai coprirebbero i 4,5 milioni di poveri assoluti, nè tantomeno i 130mila minori al loro interno.
La combinazione di soglie Isee e di importi molto bassi, scrive sempre la sociologa, favorisce minori, donne incinte, over 50, disoccupati di lungo periodo, disabili, ma chi è giovane o ha comunque meno di cinquantacinque anni, non è disabile e non vive con nessuna di queste categorie di persone, oppure fruisce del Naspi o ha un’occupazione, difficilmente avrà accesso al sostegno a parità di condizioni economiche, anche se sta messo peggio.
Tutto questo rende il Rei scarsamente universalistico, tutt’altra cosa dal reddito di cittadinanza o misure simili, e molto “categoriale”.
A maggior ragione appare assurda la norma che stabilisce che il sostegno non possa andare oltre i 18 mesi, col rischio di tagliare le gambe a chi sta cercando faticosamente di uscire dalla povertà .
In conclusione, dunque, certamente questa misura è meglio di niente. Ma quando la vai a vedere da vicino, scopri che sfiorerà una piccola parte di poveri, che comunque non darà loro un reddito sufficiente a sopravvivere dignitosamente e che si tratta assurdamente di una misura che finisce dopo un tot di tempo, anche quando il bisogno, drammaticamente, permane.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Settembre 2nd, 2017 Riccardo Fucile
SATURO DI COLESTEROLO, NON SOPPORTI LA VISTA DELLA POVERTA’ VERA…IL POTERE INVENTA ERETICI PER ARRUOLARE INQUISITORI
A voi che “io non sono razzista ma…”; a voi che se qualcuno non avesse pronunciato la parola ‘risorse’ non avreste altro termine da vomitare; a voi che “è colpa dell’Europa, della Merkel e della Boldrini”; a voi che gli stupri e gli omicidi degli italiani non ispirano alcun post su Facebook; a voi dei 35 euro, a voi che non basta la PayTV, l’aria condizionata, un’auto per ogni componente della famiglia, la vacanza esotica, il centro benessere, l’aperitivo al costo di 10 pasti, e tutti gli accessori per la seduzione firmati.
A voi che “tanto non c’è più niente da fare” perchè non avete voglia di fare niente; a voi che vi mettete a lutto quando il vostro idolo sportivo si rompe una gamba anche se passa la convalescenza a Montecarlo con i soldi delle tasse che non ha pagato (e che fa pagare a voi); a voi che date del buonista a chiunque per autoassolvervi delle vostre cattiverie; a voi che non differenziate ma semplicisticamente e comodamente dividete: la ‘mia’ e vostra fortuna è solo fortuna d’essere nati nella piccola porzione opulenta del pianeta, anzichè in quella affamata e massacrata dalle guerre fatte con le nostre armi.
La ‘mia’ e vostra fortuna non sottende alcun merito, occorre solo ringraziare il caso. Pensare di accentrare i ‘mali del mondo’ sugli altri servirà solo a odiarci a vicenda. (…e non sto parlando della giustizia che certo è fondamento di ogni buona società , che certo serve aggiustare).
Non siate folli d’avidità e di sensi di colpa nei confronti di voi stessi, perchè non vi siete curati del vostro tempo, gettandolo, perchè non vi siete mai amati tanto da riconoscervi responsabili (seppur in parte, quella più importante) della vostra esistenza che, per natura, come quella di tutti, è costellata di fallimenti e debolezze, e che non avete mai saputo accettarla così da accumulare quel rancore che oggi scagliate verso i primi che trovate, i più facili perchè più visibili dalla vostra miopia tipica di chi è perfettamente integrato in un sistema che altro non vuole se non il vostro odio e il vostro egoismo per potersi riprodurre.
Non facciamo il ‘loro gioco’ del cristallizzarci in miliardi di singoli stronzi impazziti dal ‘volere-tutto’.
A voi che avete convinto le istituzioni al rifiuto umanitario e nemmeno ve ne siete accorti -d’aver vinto-, perchè per molti come voi l’importante è incolpare qualcuno che non sia quello che vedete allo specchio; voi che non sopportate l’umano imbarazzo che ci provoca il vedere l’oscenità della Povertà Vera sbattutaci in faccia tra una partita e l’altra, e che dunque temete possa contagiare, e che dunque temete possa scrollare di dosso le insane convinzioni da occidentali saturi di colesterolo lasciandoci in balia della reale condizione di sussistenza in cui molti non credono di versare dati i consumi da schiavo: spero che tutti i diversi [chi è diverso?] dalla nostra normalità [chi è normale?] spariscano per magia in una sola notte così che in molti possiate provare la solitudine del vostro rancore, sentirne il rantolo, che in fondo vuole solo comunicare quel qualcosa che non va.
A chi darete la colpa, dunque, voi che in cuor vostro — ne sono certo- non sopportando più la nauseante sensazione dell’odiare siete spinti a odiare ancora di più?
Non ci sarà più nessuno da incolpare dell’infelicità che non si sopporta. Che non si sopporta perchè non pare possibile sia condizione comune a tutti.
A voi che “la politica fa schifo” perchè la intendete in modo autoreferenziale e narcisistico fino alla vostra stessa implosione in innumerevoli contraddizioni; finalmente vi siete accorti che il mondo è complesso e la vita un groviglio lacerato da istanti di quiete che solo in pace vale la pena
Non temiate la ‘fatica’ di voler comprendere… ‘qualcuno’ ha dipinto tutto come caotico e difficilmente comprensibile… e lo ha fatto apposta.
Forse, in realtà , basterebbe ascoltare l’intima umanità che ognuno possiede, spogliandola delle assurde vanità moderne e dei banali orgogli.
Siate degni della vita che come incidente ha colpito, che ogni istante e per tutti è suscettibile di dolore e fallimento, che non dipende da miserabili ancor più disgraziati di noi, ma semmai da noi stessi e dal Vero Potere che ci vuole inginocchiati, sacrificali, e pronti a volerci male in Suo nome e per Suo conservazione e spettacolo.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 2nd, 2017 Riccardo Fucile
ESCONO IN DUE DAL GRUPPO, ORA NOGARIN PUO’ CONTARE SU SOLI 15 VOTI, DUE IN MENO DEL NECESSARIO
Edoardo Marchetti e Alessio Batini escono dal gruppo del MoVimento 5 Stelle a Livorno, pur
continuando ad appoggiare il sindaco Filippo Nogarin.
Con i due consiglieri in meno il gruppo del M5S Livorno scende a 15 consiglieri, due in meno rispetto alla maggioranza necessaria.
I consiglieri dell’opposizione sono sedici. Due dei tre consiglieri che avevano annunciato l’uscita dal movimento di Grillo mantengono quindi la promessa fatta dopo l’addio di Gianni Lemmetti e il transito a Roma dell’assessore al bilancio.
«La decisione è stata presa. Ufficializzeremo le dimissioni nel primo consiglio comunale che si dovrebbe tenere il 12 settembre — dice Marchetti al Corriere — entreremo nel gruppo misto mantenendo però le nostre prerogative e appoggeremo la giunta Nogarin. Le nostre dimissioni, infatti, sono per dimostrare il nostro dissenso contro il vertice nazionale del M5S, soprattutto dopo il caso dell’assessore Lemmetti che di fatto è stato scippato alla giunta livornese per portarlo a Roma da Virginia Raggi. E questo non va assolutamente bene».
«Non è un segreto che tutti i consiglieri pentastellati siano scontenti di quello che è accaduto», chiude Marchetti.
Batini e Sarais sono stati sospesi dal M5S nazionale: il secondo ha ricevuto un decreto penale di condanna (al quale si è successivamente opposto) a una multa di 3750 euro per falso ideologico: ha accettato il mandato ma aveva un debito con la tassa dei rifiuti.
Batini invece non aveva pagato multe e ha chiesto la rateizzazione con Equitalia mentre era consigliere.
I due quindi hanno ricevuto la classica sospensione ad libitum di Beppe Grillo in base al nuovo regolamento del MoVimento 5 Stelle ma hanno deciso di non opporsi. Nogarin all’inizio della consiliatura poteva contare su una solida maggioranza di 20 eletti: nel dicembre del 2015 tre consiglieri, Giuseppe Grillotti, Alessandro Mazzacca e Sandra Pecoretti, furono espulsi perchè contrari all’ipotesi del concordato per la municipalizzata della nettezza urbana e formarono un nuovo gruppo.
(da agenzie)
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Settembre 2nd, 2017 Riccardo Fucile
LA VERITA’ VIENE A GALLA, DOPO LE BALLE RACCONTATE AI MEDIA… CHISSA’ COME MAI ORA NESSUNO NE PARLA PIU’
Il cerchio si stringe intorno a Pamela, la donna di 40 anni, accusata di aver aggredito e ferito alla schiena – nella notte tra martedì e mercoledì scorso nel quartiere Tiburtino Terzo, periferia est di Roma – Yacob M., eritreo di 40 anni.
La donna è stata iscritta sul registro degli indagati questa mattina, quando i carabinieri della Compagnia di Montesacro hanno consegnato un’informativa con tutte le testimonianze raccolte nei giorni scorsi, al pm Alberto Galanti.
La donna aveva ammesso durante una testimonianza la lite con l’eritreo che invece ha sempre dichiarato di «non ricordare nulla dell’aggressione».
La procura di Roma ha deciso di indagare la donna con l’accusa di lesioni aggravate dall’utilizzo di arma, ma non viene contestata l’aggravante dell’odio razziale che invece – almeno inizialmente – appariva più che fondata.
Secondo le dinamiche accertate dai carabinieri il nipote di 12 anni che era con lei – e che a sentire alcuni testimoni sarebbe stato l’autore dell’aggressione – avrebbe tirato il «tondino di ferro» contro Yacob solo successivamente non procurandogli alcuna ferita.
Significativi il silenzio della grancassa sovranista e degli assaltatori del centro della Croce Rossa che non c’entrava una mazza: avevano solo trattenuto la donna che aveva ferito l’eritreo in attesa dell’arrivo della polizia perchè non fuggisse, come avree fatto qualsiasi cittadino normale.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 2nd, 2017 Riccardo Fucile
LA MODA LANCIATA DAI GRILLINI FA SCUOLA: TUTTI A FAR FINTA DI ESSERE “POPOLARI”
Il Partito Democratico di Rignano ha pubblicato su Facebook un video in cui si vede Matteo Renzi
che serve la pizza ai tavoli durante la festa dell’Unità del paese.
Inutile dire che la scena del segretario del Partito Democratico ne ha ricordata un’altra a molti commentatori: “Copione, senza originalità e senza nemmeno il minimo di norme igieniche: almeno i pentastellati mettono il grembiule prima di servire. Patetico e ridicolo”, scrive Giorgio nei commenti.
“Quando si finisce col fare quello che qualcun altro ha fatto l’effetto non può essere che modesto e un po’ triste. Credo sia una metafora della mancanza di idee vere in questo PD, della capacità di scaldare i cuori. Che Renzi stia velocemente scolorendo credo non sia un mistero per nessuno e non basteranno cose del genere per risollevare le sue sorti politiche”, sostiene il più apocalittico Arturo.
Il riferimento è alle molte iniziative simili che hanno coinvolto i parlamentari del MoVimento 5 Stelle nelle cene di autofinanziamento per le campagne elettorali delle elezioni regionali.
In mancanza di politici lungimiranti, potremo sempre consolarci con un nutrito gruppo di aspiranti camerieri ai tavoli delle pizzerie.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 2nd, 2017 Riccardo Fucile
L’EX ASSESSORE AL BILANCIO CON SINDACALISTI E GRILLINI DELUSI
“Non posso accettare che finisca così, che tutto il lavoro fatto finora venga buttato, tutte le promesse per cui siamo stati eletti… Mi hanno cacciato via per questo e io gliela faccio pagare”.
A raccontare il duro sfogo di Andrea Mazzillo, assessore al Bilancio di Roma, poi deposto dalla sindaca Virginia Raggi, e sostituito con Gianni Lemmetti, di un altro Comune a 5 Stelle, è La Stampa.
Mazzillo è stato fatto fuori perchè si era opposto alla formula del concordato e ora vuole vendicarsi. “Non lo faccio per me — dice — lo faccio perchè stanno facendo una follia, gliel’ho detto in tutti i modi”
Il concordato, che a suo dire avrebbe messo a rischio i circa 400 milioni di crediti del Comune verso Atac portandosi dietro il possibile commissariamento per l’ente, è invece la strada scelta dalla Raggi per la municipalizzata dei trasporti di Roma gravata da circa 1,3 miliardi di debiti.
Per salvare l’azienda e rilanciarla, il Cda guidato da Paolo Simoni ha deciso per il concordato preventivo, un accordo con i creditori sotto l’egida del tribunale.
Di questa scelta, non priva di insidie, si parla da tempo in Campidoglio ma il M5S la ufficializza rivendicando il “coraggio” nell’azione di risanamento. “Atac deve rimanere pubblica. Finalmente, inizia una nuova vita. Si avvia un percorso di rinnovamento totale dell’azienda di trasporti di Roma con un obiettivo chiaro: migliorare le linee, rinnovare i mezzi, ridurre i tempi d’attesa”.
Mazzillo rievoca gli ultimi mesi, ma ascolta anche tanto, chiede consigli.
Perchè — sono le sue parole a svelarlo — ha un piano. Vuole intestarsi una battaglia assieme a una fetta del M5S delusa da Raggi che la pensa come lui e con la complicità dei sindacalisti che ne condividono le preoccupazioni sui posti di lavoro.
Seduto al tavolo di Via Merulana con due sindacalisti, racconta La Stampa, Mazzillo cerca alleati e prepara un piano
Il sindacalista sembra disponibile a offrire a Mazzillo una sponda, a valutare un patto. Lo fa proponendo una via d’uscita: “Sulla mobilità pensiamo a una grande azienda unica regionale, sul modello delle aree metropolitane del Nord Europa”.
Ma lo fa anche ripercorrendo gli errori che, a suo avviso, ha compiuto Raggi: “Anche lei è rimasta prigioniera del relazionismo di Roma. Non doveva dare spazio a gruppuscoli sindacali come quello della Quintavalle (Micaela, leader della sigla “Cambiamenti M410″). E non doveva nominare Manuel Fantasia (ex amministratore unico, ndr) e lasciare andare via Marco Rettighieri, l’unico davvero competente”.
(da “Huffingtonpost”)
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