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ORA IL “DAZISTA” ACCUSA I MEDIA DI FARE INFORMAZIONE “TOTALMENTE ILLEGALE”: NEL MIRINO DELL’IRA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, OLTRE IL QUOTIDIANO LIBERAL “NEW YORK TIMES”, IL BERSAGLIO GROSSO È IL ‘’WALL STREET JOURNAL’’ DI PROPRIETÀ DI RUPERT MURDOCH, CHE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI RITENEVA SUO ALLEATO

Marzo 15th, 2025 Riccardo Fucile

PRESSATO DAI COLOSSI BANCARI E DAI GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO, IL QUOTIDIANO HA FATTO A PEZZI LA DEMENTE POLITICA TARIFFARIA CHE STA FACENDO AFFONDARE LE BORSE, COL SERIO RISCHIO DI FAR PARTIRE INFLAZIONE E RECESSIONE

Come al solito, venerdì il presidente Donald Trump ha attaccato duramente i media, ma è andato oltre definendo “totalmente illegale” la copertura mediatica del sistema giudiziario. Trump ha parlato al Dipartimento di Giustizia, dove ha riproposto molte delle sue vecchie lamentele, compresi i casi penali contro di lui che sono stati da allora archiviati.
Il presidente ha elogiato il giudice Aileen Cannon per aver archiviato il caso dei documenti classificati contro di lui. Un altro caso federale, che riguardava il tentativo di Trump di ribaltare le elezioni di quell’anno, è stato archiviato dopo che Trump è stato eletto.
Secondo la politica del Dipartimento di Giustizia, i presidenti in carica non possono essere perseguiti a livello federale. Poi Trump ha rivolto la sua ira verso diversi organi di informazione, tra cui il Wall Street Journal di proprietà di Rupert Murdoch, che ha criticato la sua politica tariffaria. Nel farlo, ha affermato che la loro copertura è stata “totalmente illegale”

(da agenzie)

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LUCIA ANNUNZIATA: “ELLY NON PUÒ PERMETTERSI NESSUNA AMBIGUITÀ SULLE SCELTE DI POLITICA ESTERA”

Marzo 15th, 2025 Riccardo Fucile

“UNA LEADER CHE AMBISCE AD ANDARE A PALAZZO CHIGI DEVE ESSERE CHIARA SULLA COLLOCAZIONE INTERNAZIONALE DEL PAESE, ANCHE A COSTO DI VEDER ANDARE VIA DAL PARTITO CHI LA PENSA DIVERSAMENTE”

«Vi state divertendo eh!». Lucia Annunziata non perde lo sguardo della giornalista nel commentare la spaccatura della delegazione Pd a Strasburgo, di cui fa parte come indipendente.
Ora non mi venga a dire che il voto dell’altro ieri non è una notizia…
«Dico che è tutto molto esagerato, quello che fanno questi poveri 21 eurodeputati non segna la sorte dell’Europa o dell’Italia. Secondo me non rappresenta nemmeno lo sfascio del Pd».
Metà delegazione non ha seguito l’indicazione della segretaria: non è un proprio un segnale positivo, no?
«Non posso negare che tra noi ci siano state tensioni, ma è un tema complesso, su cui ci sono sensibilità diverse, a Bruxelles come a Roma. Credo che per il Pd non sarà semplice nemmeno il passaggio parlamentare della prossima settimana, sempre sul tema della difesa europea».
Serve un chiarimento politico? Schlein avrebbe dovuto gestire diversamente la partita?
«Credo che Elly non possa permettersi nessuna ambiguità sulle scelte di politica estera. Una leader che ambisce ad andare a Palazzo Chigi deve essere chiara sulla collocazione del Paese a livello internazionale. Anche a costo di veder andare via dal partito chi la pensa diversamente».
Come l’ha convinta ad astenersi?
«Non mi ha convinta, ci siamo sentite al telefono e mi ha spiegato il suo punto di vista. Ma io volevo votare sì e penso che additare chi lo ha fatto come un guerrafondaio sia inaccettabile».
Ha votato sì, in effetti, poi ha chiesto la correzione.
«Mi sono astenuta per una questione di lealtà politica nei confronti della segretaria, visto che sono stata eletta con il Pd. Io non sono iscritta, non sono mai stata iscritta a nessun partito, ma credo sia giusto rispettare la linea. Ammetto che non è stato semplice, visto il mio ruolo istituzionale di componente della commissione Difesa, che segue da vicino questo dossier e conosce i dettagli».
Pensa che l’astensione sia un errore politico?
«Non è stato un grande gesto, ma è stato un passo in avanti, visto che all’inizio si pensava addirittura di votare contro. Invece così siamo rimasti dentro il processo, abbiamo l’opportunità di contribuire a modificare migliorare quello che non va».
Il Pd non si è isolato rispetto ai Socialisti europei?
«Votare no lo avrebbe isolato, per questo è stato importante scongiurare quello scenario. Il no avrebbe significato non solo mettere fuori gioco il Pd in Europa, ma anche tenerlo fuori da una prospettiva di governo dell’Italia, facendo perdere credibilità».

(da La Stampa)

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“NON VOGLIO GUIDARE UN’AUTO COSTRUITA DA UNO STRONZO”: IL SENATORE DELL’ARIZONA MARK KELLY HA DECISO DI VENDERE LA SUA AUTO

Marzo 15th, 2025 Riccardo Fucile

L’EX ASTRONAUTA: “MI RICORDA TUTTI I DANNI CHE LUI E TRUMP STANNO FACENDO AL PAESE”

L’ultimo ad annunciare la propria protesta personale contro Elon Musk è Mark Kelly, ex astronauta americano, oggi senatore democratico dell’Arizona: «Ogni volta che sono salito su questa macchina negli ultimi sessanta giorni circa, mi sono ricordato di quanti danni Elon Musk e Donald Trump stanno facendo al nostro paese». In un video pubblicato su X, Kelly ha aggiunto: «Non voglio guidare un’auto costruita e progettata da uno stronzo».
Il boicottaggio contro i marchi di Elon Musk
La vicenda del senatore dell’Arizona ricorda per certi versi quanto accaduto nei giorni scorsi in Italia, con Fratoianni e Piccolotti – entrambi parlamentari di Sinistra Italiana – che hanno ammesso di possedere una Tesla ma hanno assicurato di aver deciso di venderla per via delle prese di posizione sempre più controverse di Musk. Il protagonismo politico del miliardario americano sta creando non pochi problemi a Tesla, che ha visto i propri affari crollare in un tutto il mondo anche per via della disaffezione dei clienti più progressisti. Sia in Europa che negli Stati Uniti sono nate vere e proprie campagne di boicottaggio contro i marchi di Elon Musk. E anche molti politici di sinistra, che hanno acquistato una Tesla negli anni scorsi pensando di fare una scelta ecologica, hanno deciso di tornare sui propri passi e boicottare il consigliere di Trump

(da agenzie)

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UCRAINA, STARMER: “GIOVEDI’ RIUNIONE OPERATIVA MILITARE DEI LEADER VOLENTEROSI”

Marzo 15th, 2025 Riccardo Fucile

”MANTENERE LA PRESSIONE SU PUTIN AFFINCHE’ VENGA AL TAVOLO”

Il premier britannico, Keir Starmer, ha annunciato per giovedì prossimo una riunione operativa a livello di vertici militari destinata a coinvolgere i Paesi alleati della coalizione dei «volenterosi». L’incontro si terrà sempre a Londra ed è finalizzato a «promuovere piani pratici su come i nostri eserciti possano supportare la futura sicurezza dell’Ucraina». Il premier inglese, dopo il meeting virtuale con circa 25 altri leader da lui stesso convocato, ha poi sottolineato: «Accelereremo il nostro supporto militare, rafforzeremo le nostre sanzioni sulle entrate della Russia e continueremo a esplorare tutte le vie legali per garantire che la Russia paghi per il danno che ha arrecato all’Ucraina».I paesi alleati dell’Ucraina «non possono semplicemente aspettare» che Vladimir Putin si sieda al tavolo della pace per avviare
«discussioni serie», ha precisato Starmer. «Noi – ha insistito – dobbiamo guardare avanti e avanzare preparandoci a una pace che sia sicura e possa durare. Il che significa rafforzare la difesa dell’Ucraina ma anche essere noi stessi pronti a difendere un eventuale accordo attraverso lo strumento di una coalizione dei volenterosi». Il britannico ha rinnovato l’impegno del Regno Unito per la sicurezza dell’Ucraina e ha chiesto nuove «pressioni» sul presidente russo per costringerlo ad abbandonare «i giochetti sul piano di Trump» e a impegnarsi seriamente per la pace. All’incontro è presente anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la premier Giorgia Meloni. La premier ha confermato che l’Italia intende continuare a lavorare con i partner europei e occidentali e con gli Stati Uniti per la definizione di garanzie di sicurezza credibili ed efficaci, ribadendo che non è invece prevista la partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno. Starmer ha quindi ripetuto che occorre altresì «mantenere la pressione su Putin affinché venga al tavolo» negoziale. Pressioni economiche.
«L’Ucraina può contare su di noi»
«Il popolo dell’Ucraina può contare su di noi, ora più che mai», ha scritto Starmer sul suo profilo X, accompagnando il messaggio con una foto che lo ritrae insieme al leader ucraino Zelensky. Il primo ministro ha sottolineato, infatti, che «il popolo ucraino non sarà mai lasciato solo», e ha ribadito l’intenzione della Gran Bretagna di continuare a sostenere Kiev con azioni concrete, non solo a parole. La riunione di oggi rappresenta un passo importante per la coalizione dei volenterosi. Una coalizione che, come evidenziato durante l’incontro del 2 marzo scorso alla Lancaster House, ha come obiettivo quello di garantire la sicurezza dell’Ucraina anche dopo un possibile accordo di pace con la Russia. In quell’occasione, Starmer, assieme al presidente francese Emmanuel Macron e a Zelensky, aveva presentato la visione di una alleanza tra i Paesi disposti a sostenere Kiev in caso di cessate il fuoco.
«Putin non è serio sulla pace»
Nel messaggio introduttivo al meeting di oggi, Starmer ha accusato Putin di non essersi mai mostrato «serio sulla pace». Anzi, a suo avviso, sta solo «rimandando» la tregua. «Non possiamo consentire al presidente Putin di fare giochetti sull’accordo presentato dal presidente Trump», ha detto premier.
Passando poi agli obiettivi degli alleati dell’Ucraina, ha aggiunto: «Se la Russia siederà finalmente al tavolo (della pace), noi dobbiamo essere pronti a sorvegliare il cessate il fuoco per assicurare una pace seria e duratura. Se invece non lo farà, dovremo ricorrere a ogni sforzo vigoroso per intensificare la pressione sulla Russia in modo da garantire la fine di questa guerra».
La telefonata con Macron
Secondo quanto si apprende, prima della conferenza, Starmer ha parlato al telefono con Macron e il premier norvegese Støre. Hanno discusso dei «significativi passi avanti fatti dal presidente Trump e dal presidente Zelenksy su un piano di pace questa settimana».

(da agenzie)

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IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L’OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E’ SOLO UN PRIMO PASSO PER DAR VITA DOMANI A UNA DIFESA COMUNE EUROPEA

Marzo 15th, 2025 Riccardo Fucile

PER METTERE D’ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E DENARO

Bisogna fare una precisazione sulla parola ”riarmo”, che è l’argomento principale che ha spinto Elly Schlein a schierarsi contro il progetto di Ursula Von der Leyen, Rearm Europe. La segretaria multigender si è opposta al piano di Bruxelles sostenendo di preferire ”la difesa europea rispetto al riarmo dei singoli Stati”.
Ma con 27 Paesi membri, questo è l’inevitabile primo passo. Portare la spesa militare al 3% del Pil significa rimettere in moto la struttura difensiva di ogni singolo Paese, colpevolmente trascurata negli ultimi anni dall’Europa, fin troppo comodi nel godere sotto l’ombrello americano.
Ma ora che Trump minaccia di portare gli Stati Uniti fuori dalla Nato, chiudere le basi americane in Europa e disinteressarsi al suo destino, Il “Vecchio Continente” non può ignorare la minaccia rappresentata dalla Russia di Putin, che ha aggredito e invaso un paese sovrano e democratico come l’Ucraina.
Se l’Italia confinasse con la Russia, probabilmente, non ci sarebbero tutti questi pacifisti in piazza a dire no al riarmo.
E infatti, chi i russi li conosce bene come la Polonia, i paesi Baltici, la Finlandia, che confinano con il Paese di Putin, tremano davanti alle pulsioni neo imperialiste del Cremlino (mentre un altro stato confinante, come
l’Ungheria di Orban, ha preferito trasformarsi in un vassallo di Mad Vlad).
Quel che l’Italia investirà nella difesa servirà anche ad assolvere agli impegni, colpevolmente trascurati, previsti dagli accordi Nato: il nostro Paese spende soltanto l’1,5% del Pil in difesa, mentre la Polonia quest’anno si avvicinerà al 5% (l’alleanza prevede, al momento, il 2%, con la previsione di raggiungere nei prossimi anni il 3%).
Partendo dal riarmo dei singoli stati si potrà costruire una futura difesa europea, attraverso meccanismi di coordinamento della spesa, omologazione degli armamenti, e una maggior addestramento congiunto dei soldati. D’altronde, l’Italia, che si tuffa nel Mediterraneo, non può ignorare l’importanza di una difesa moderna ed efficiente, vista la strategicità del suo ruolo di Paese-ponte verso l’Africa.
Africa da cui i russi, attraverso l’alleanza con il generale Haftar in Libia, e con la presenza della brigata Wagner in paesi come Congo e Burkina Faso, possono far arrivare a Lampedusa decine di migliaia di migranti, come e quando vogliono. Un’arma umana usata contro l’Italia e l’Europa.
Gli investimenti in difesa servono a irrobustire la deterrenza verso Mosca che non parla altra lingua che quella della forza (il finto pacifista Putin, infatti, ha speso centinaia di milioni per dotare il suo paese dei missili ipersonici che né Stati Uniti, né l’Unione Europea hanno mai pensato di produrre).
E poi, investire in difesa significa mettere una fiche sulla ricerca in alta tecnologia. Se oggi Elon Musk dispone di migliaia di satelliti attraverso la sua Starlink, e l’Europa invece s’attacca, è perché Bruxelles e i paesi membri hanno per anni trascurato un intero comparto industriale, come quello aerospaziale, preferendo occuparsi di lunghezza dei cetrioli e tappi di plastica. Non è la supremazia tecnologica ad aver creato il gap tra Usa e Ue, ma la pochezza di investimenti.
Sono concetti che un partito di “sistema” come il Pd dovrebbe avere ben chiari. Negli ultimi anni ha governato sia in Italia che in Europa, e non può non sapere che il riarmo dei paesi membri è solo il primo passo per una futura difesa europea.

(da agenzie)

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VOLETE SAPERE COSA FA AL CERVELLO LA KETAMINA, LA SOSTANZA TANTO AMATA DA ELON MUSK? SECONDO ALCUNI STUDI, LE PERSONE CHE NE ABUSANO FANNO PENSIERI DELIRANTI E CREDONO DI ESSERE GLI UNICI DESTINATARI DI MESSAGGI SEGRETI

Marzo 15th, 2025 Riccardo Fucile

ALCUNI HANNO “PROFONDI” DEFICIT NELLA MEMORIA A BREVE E LUNGO TERMINE E MOLTI SONO “NETTAMENTE DISSOCIATI DALL’ESISTENZA QUOTIDIANA”. JOHN LILLY, UN NEUROFISIOLOGO E RICERCATORE PSICHEDELICO, HA ABUSATO DI KETAMINA FINO AL PUNTO DI CREDERE DI ESSERE STATO CONTATTATO DA UN’ENTITÀ EXTRATERRESTRE CHE GLI AVEVA RIMOSSO IL PENE

Il mese scorso, durante l’apparizione di Elon Musk alla Conservative Political Action Conference, mentre sollevava in aria una motosega, inciampava in alcune delle sue parole e si chiedeva se a Fort Knox ci fosse davvero dell’oro immagazzinato, le persone sulla sua piattaforma di social media, X, hanno iniziato a postare post sulla ketamina.
Musk ha detto di usare regolarmente la ketamina, quindi negli ultimi due anni si è continuato a speculare pubblicamente su quanta ne assume, se è fatto o come potrebbe influenzare il suo comportamento. L’anno scorso, Musk ha detto a Don Lemon della CNN di avere una prescrizione di ketamina e di usare il farmaco più o meno ogni due settimane per alleviare i sintomi della depressione. Quando Lemon ha chiesto se Musk avesse mai abusato di ketamina, Musk ha risposto: “Non credo. Se usi troppa ketamina non riesci davvero a lavorare”, quindi ha detto che gli investitori nelle sue aziende dovrebbero volere che continui con il suo regime farmacologico.
Non tutti sono convinti. Il Wall Street Journal ha riferito che Musk assume ldroga anche a scopo ricreativo e nel 2023, Ronan Farrow ha riferito sul The New Yorker che i “soci” di Musk erano preoccupati che la ketamina, “insieme al suo isolamento e al suo rapporto sempre più conflittuale con la stampa, potesse contribuire alla sua tendenza a fare dichiarazioni e decisioni caotiche e impulsive”. (Musk non ha risposto alle mie richieste di commento. In un post su X in risposta all’articolo del New Yorker , Musk ha scritto: “È tragico che Ronan Farrow sia una marionetta dell’establishment e contro il popolo.”)
La ketamina è definita una droga dissociativa perché durante l’effetto, che dura circa un’ora, le persone potrebbero sentirsi distaccate dal loro corpo, dalle loro emozioni o dal passare del tempo. Un uso ricreativo frequente e intenso, diciamo diverse volte alla settimana, è stato collegato a effetti cognitivi che durano oltre l’effetto, tra cui memoria compromessa, pensiero delirante, credenze superstiziose e un senso di particolarità e importanza.
Si può capire perché le persone potrebbero interrogarsi sull’uso di ketamina da parte di un uomo che sta cercando di inaugurare una vita umana multi-planetaria, che si è introdotto nella politica globale e sta tentando di riprogettare il governo degli Stati Uniti. Con il nuovo potere politico di Musk, la sua salute cognitiva e psicologica è motivo di preoccupazione non solo per gli azionisti delle azioni delle sue aziende, ma per tutti gli americani. I suoi post notturni su X, le e-mail di massa ai dipendenti federali e i non sequitur pronunciati in televisione hanno suscitato ancora più domande sul suo uso di droghe.
La grande forza della ketamina è sempre stata la sua capacità di separare gli esseri umani dal mondo che li circonda. Fu approvata per la prima volta come anestetico nel 1970, perché poteva far perdere conoscenza alle persone senza influire sulla qualità della loro respirazione. Negli anni ’90, come droga da strada nota come Special K , la ketamina portò i raver a stati euforici.
Poi, negli anni 2000, i ricercatori scoprirono che dosi di ketamina che non facevano addormentare le persone potevano ridurre rapidamente i sintomi della depressione, perché, si pensava, il farmaco alterava i circuiti fisici del cervello. Nel 2019, la FDA ha approvato uno spray nasale contenente una forma di ketamina chiamata esketamina (venduta con il marchio Spravato) per i pazienti con depressione che non avevano risposto ad altri trattamenti. Spravato era accompagnato da un elenco di regole su come il farmaco doveva essere somministrato: in un ambiente medico certificato da un professionista
sanitario e con quantità di dosaggio limitate determinate dalla durata del trattamento.
Ma l’approvazione di Spravato è stata seguita da un’impennata di prescrizioni di ketamina generica, che, essendo già approvata dalla FDA come anestetico, può essere somministrata off-label senza le regole che regolano l’esketamina. (Anche l’uso ricreativo è aumentato vertiginosamente negli ultimi dieci anni.) Alcuni fornitori abbinano iniezioni a basso dosaggio alla terapia. In tutto il paese, cliniche di ketamina su misura offrono iniezioni e pastiglie per trattare un’ampia varietà di condizioni di salute mentale, tra cui ansia e PTSD; alcune si concentrano su flebo a dosi sufficientemente elevate da rendere impossibile mantenere una conversazione.
Pochi accettano l’assicurazione. Un rapporto di mercato ha stimato che l’industria della ketamina valeva quasi 3,5 miliardi di dollari nel 2023. Fuori dalla clinica, il farmaco è presumibilmente popolare tra l’élite tecnologica della Silicon Valley ed è una caratteristica di alcuni ritiri di benessere, tra cui quelli per lo sviluppo della leadership, il team building aziendale o la consulenza di coppia.
La ricerca non ha ancora stabilito gli effetti collaterali della terapia a lungo termine con ketamina, ma studi più vecchi su consumatori ricreativi offrono qualche spunto su dosaggi pesanti e prolungati. Celia Morgan, ora professoressa di psicofarmacologia all’Università di Exeter, in Inghilterra, ha condotto uno studio del 2010 che ha seguito 120 consumatori ricreativi di ketamina per un anno. Anche i consumatori occasionali, ovvero coloro che ne facevano uso, in media, circa tre volte al mese, hanno ottenuto punteggi più alti su una scala di pensieri deliranti rispetto agli ex consumatori di ketamina, alle persone che assumevano altre droghe e alle persone che non ne facevano uso affatto.
Coloro che ne assumevano in media 20 al mese hanno ottenuto punteggi ancora più alti. Le persone credevano di essere gli unici destinatari di messaggi segreti o che la società e le persone intorno a loro fossero particolarmente in sintonia con loro. Il profilo psicologico di un consumatore frequente di ketamina, hanno concluso Morgan e il suo team, era quello di qualcuno che aveva “profondi” deficit nella memoria a breve e lungo termine ed era “nettamente dissociato nella sua esistenza quotidiana”. Lo studio di Morgan non era concepito per stabilire se le persone più inclini a soffrire di
deliri siano anche più propense a usare la ketamina a scopo ricreativo, ma Morgan mi ha detto che, nella maggior parte dei casi, interrompere l’uso del farmaco riduce drasticamente questi effetti collaterali.
Gli appassionati di sostanze psichedeliche hanno messo in guardia per decenni sui pericoli dell’uso prolungato di ketamina, tra cui gravi danni alla vescica, intensi crampi allo stomaco e difficoltà a smettere di usarla. Nel 1994, il ricercatore DM Turner scrisse: “Una percentuale piuttosto ampia di coloro che provano la ketamina la consuma senza sosta fino a esaurire la scorta”.
John Lilly, un neurofisiologo e ricercatore psichedelico che una volta ha usato l’LSD per studiare la comunicazione dei delfini, ha notoriamente abusato di ketamina fino a credere di essere stato contattato da un’entità extraterrestre che gli ha rimosso il pene. “Per chiunque utilizzi una quantità molto significativa di ketamina regolarmente per un lungo periodo di tempo, penso che ci siano buone ragioni per sospettare che potrebbe avere diversi tipi di forme di compromissione cognitiva e psicologica”, mi ha detto David Mathai, uno psichiatra che offre la terapia con ketamina ad alcuni dei suoi pazienti a Miami.
Tali compromissioni teoriche sarebbero preoccupanti in qualsiasi contesto, ma soprattutto quando si considera una persona che ha raggiunto abbastanza potere da essere descritta senza ironia come co-presidente degli Stati Uniti . Di sicuro, la ketamina potrebbe non avere nulla a che fare con le sue azioni. Potrebbe semplicemente agire in conformità con la sua ideologia politica di estrema destra . Musk si vanta anche di dormire raramente , il che non è mai una buona strategia per discorsi o azioni misurate.
Musk non ha pubblicamente riconosciuto i rischi della ketamina, nonostante abbia affermato in passato che gli SSRI, i farmaci comunemente usati per curare la depressione, “zombificano” i pazienti. Altri promotori della ketamina altamente visibili tendono a fare lo stesso. Dylan Beynon, fondatore della società di telemedicina a base di ketamina Mindbloom, ha scritto di recente su X: “La ketamina non crea dipendenza fisica. Per molti è molto difficile smettere di assumere SSRI”. (La moglie di Beynon, ex responsabile dell’ingegneria presso Mindbloom, ora lavora presso DOGE.)
Sebbene la ketamina non provochi lo stesso tipo di sintomi di astinenza fisica degli oppioidi o dell’alcol, Morgan, professore all’Università di Exeter, ha
affermato che il suo potenziale di abuso è ampiamente accettato, in parte perché le persone sviluppano una tolleranza al farmaco molto rapidamente. Nel Regno Unito, dove i dati sanitari sono più centralizzati, nel 2023 più di 2.000 persone hanno cercato un trattamento per la dipendenza da ketamina. Ancora più concretamente, i rischi più drammatici della ketamina dipendono semplicemente dalla quantità di ketamina che una persona assume e per quanto tempo.
Sparse del mondo della tecnologia sono da tempo attratte dalla filosofia stoica , che incoraggia il distacco da ciò che è fuori dal tuo controllo. Lo stoicismo offre eccellenti strategie di adattamento di fronte alle avversità, utili in un settore in cui la maggior parte delle start-up fallisce, ma portato all’estremo, può anche essere un percorso verso il disimpegno dal mondo e dalle persone intorno a te. La ketamina, allo stesso modo, può offrire ai suoi utilizzatori uno spazio tra loro e la disperazione opprimente, il che potrebbe aiutare a spiegare come può curare la depressione, ha affermato Mathai, lo psichiatra di Miami. Ma ci sono conseguenze per chi si abbandona a quella fuga per troppo tempo.

(da agenzie)

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UN GOVERNO SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI: A GIORGIA MELONI SONO PARTITI DI NUOVO GLI OTOLITI PER L’ENNESIMO SCIVOLONE DEL SUO FEDELISSIMO DELMASTRO: IL SOTTOSEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA, IN UN’INTERVISTA AL “FOGLIO”, HA BOCCIATO LA RIFORMA TARGATA NORDIO (“L’UNICA COSA BUONA È IL SORTEGGIO”)

Marzo 15th, 2025 Riccardo Fucile

POI, SOLLECITATO DA MANTOVANO, HA PROVATO A SMENTIRE MA È STATO SBUGIARDATO DA UN AUDIO … FORZA ITALIA, LA PIÙ SENSIBILE SULLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE, È IN FIBRILLAZIONE. TAJANI HA PRETESO UN CHIARIMENTO E UN VERTICE DI MAGGIORANZA – LE OPPOSIZIONI CHIEDONO LE DIMISSIONI DI DELMASTRO… L’ANM INSORGE: “VOGLIONO SOTTOMETTERE I PM ALLA POLITICA, VIA LE IPOCRISIE”

È l’unica riforma che tiene (quasi) unito il governo, la sola che il governo di Giorgia Meloniveda a portata di mano: e proprio un suo fedelissimo, il super-protetto Andrea Delmastro, la piccona platealmente. Fino a provocare la furia di Forza Italia, il fastidio degli altri, l’irritazione della premier.
Separazione delle carriere e creazione dei due Csm, il sottosegretario alla Giustizia FdI le boccia: «La riforma? Non mi piace. Unica cosa figa è il sorteggio dei togati». Ma soprattutto offre alla schiera di toghe e giuristi già in rivolta contro il ddl di revisione costituzionale la conferma a tutti gli allarmi. «C’è un rischio nel doppio Csm, – spiega Delmastro in un colloquio informale con Il Foglio – o si va fino in fondo e si porta il pm sotto l’esecutivo, come avviene in tanti Paesi, oppure gli si toglie il potere di impulso sulle indagini»
Reagisce l’Associazione nazionale magistrati: «Vogliono sottomettere i pm alla politica, via le ipocrisie». Le opposizioni: deve lasciare. E non sarà né la correzione del sottosegretario, smentito dall’audio che Il Foglio rende pubblico; né le parole ecumeniche di Nordio, a sera, a cancellare la clamorosa grana.
Forza Italia non gliela perdona. Anche il portavoce Raffaele Nevi gela subito l’intervista con due parole: «Considerazioni personali» E con FI, i primi a reagire, ieri mattina, sono i vertici dell’Anm. «Delmastro non è soltanto il sottosegretario, ma la voce della giustizia in Fratelli d’Italia, il governo dia chiarimenti», dice a Repubblica il presidente Cesare Parodi.
Dopo burrascosi contatti telefonici con Chigi e Nordio, il sottosegretario è costretto a inviare una nota per gettare acqua sul fuoco, insistendo su un concetto: «Sfumature interpretative». «L’impianto della riforma è ottimo – scrive – ho argomentato che in fase di stesura della riforma c’era un confronto fra due opzioni, con vantaggi e svantaggi», insomma «no a distorsioni». E il ministro Nordio da Venezia minimizza: «C’è stata un’ enfatizzazione giornalistica di una discussione complessa».
Ma la bufera è in corso. Cavalcata dalle opposizioni che mettono insieme la collezione di “perle” del sottosegretario per chiedere il passo indietro: la condanna in primo grado dopo il caso Cospito, le accuse alle toghe di considerarsi «ayatollah», le parole shock di novembre: «Non dobbiamo lasciar respirare chi sta sull’auto della penitenziaria».
Il presidente dei senatori Pd Francesco Boccia bolla come «imbarazzante balletto» quello della maggioranza: «Ciò che ha confessato il sottosegretario è la verità. La separazione delle carriere dei magistrati e lo sdoppiamento del Csm ha un fine preciso, assoggettare il potere giudiziario a quello esecutivo. Ora la domanda è: come fa un sottosegretario a sconfessare il ministro e a rimanere al suo posto? Come fa Nordio a fingere che non si accaduto? E la premier a tacere?».
E Matteo Renzi: «Stesso governo, stesso partito, stesso palazzo, dicono l’uno il contrario dell’altro. Meloni fa dimettere il ministro o il sottosegretario?».

(da La Repubblica)

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SINDACATI CONTRO FABIO PANETTA: SI E’ FATTO LA PALESTRA IN BANKITALIA

Marzo 15th, 2025 Riccardo Fucile

LUI REPLICA: “HO COMPRATO DI TASCA MIA CYCLETTE ED ATTREZZI”…MA LA POLEMICA CONTINUA

Nel loro rapporto non esattamente idilliaco con il Governatore della Banca di Italia, Fabio Panetta, alcune forze sindacali interne alla banca centrale italiana hanno provato a scatenare nelle ultime ore il “palestra-gate”: per tenersi in forma Panetta avrebbe fatto costruire all’interno della banca una palestra ad uso esclusivo e personale, e ovviamente l’ipotesi è stata accompagnata dalle classiche considerazioni su «paga sempre Pantalone».
Da ambienti vicini al governatore non si nega il fatto in sé, ma lo si minimizza precisando che non un euro pubblico è stato impegnato.
A lanciare la polemica è stata la Federazione autonoma lavoratori della Banca d’Italia (Falbi) in un volantino interno dal titolo “Un Governatore palestrato”, accompagnato da un disegnino di un uomo che solleva pesi. Visti i contrasti di questi mesi e le capacità decisionali manifestate da Panetta, tutt’altro che impaurito dalle minacce sindacali, la Falbi lo ha ribattezzato «Il Re della
Banca di Italia», cercando di scandalizzare gli iscritti con la questa presunta rivelazione: «A fronte della furia nel chiudere e rimodulare per risparmiare, non ha mancato di dimostrare tutta la sua incoerenza quando si è fatto costruire una palestra per uso personale all’interno della Banca».
E aggiungendo che si tratterebbe di «un ambiente confortevole con attrezzistica di primo piano, bagno ampio e stanza per il disimpegno».
«Mentre lavoratrici e lavoratori sono costretti a viaggiare», e il riferimento è alla chiusura di alcune filiali territoriali della banca centrale, «il Re non intende scomodarsi nemmeno per andare in una palestra esterna alla Banca. Sorge spontaneo una domanda: chi ha pagato la palestra? I locali a chi sono stati sottratti? Ed ancora: poteva il Re fare costruire una palestra per uso personale all’interno dell’Istituto? È giusto chiedere enormi sacrifici alle Colleghe e ai Colleghi e rifiutarsi di percorrere un pezzo di strada per raggiungere una palestra? Il dottor Panetta ha scambiato la Banca per un “feudo” e si comporta di conseguenza…». A seguire scontata richiesta di dimissioni del governatore.
La versione ufficiosa di Panetta: due attrezzi acquistati con i suoi soldi
Panetta avrebbe lasciato cadere nel vuoto la provocazione. Ma il Governatore sa bene che ormai se si lascia andare la pioggerellina è un attimo farla diventare tempesta tropicale. E la suggestione della piccola palestra ben presto sarebbe potuta diventare una spa, con centro benessere collegato, massaggi e tutto quello che mano si sarebbe aggiunto. Così da ambienti vicini al direttorio è subito partita all’interno la spiegazione. I sindacati non si erano del tutto inventati la cosa, ma non c’è una palestra. Dovendo fare un po’ di esercizio fisico il Governatore si è comprato una banale cyclette e un tapis roulant pagando di tasca sua. Poi ha aggiunto qualche piccolo peso e una panchetta su cui fare esercizi. Poteva piazzarli a casa e tornarci per una pausa ginnastica. O cercare un abbonamento con una palestra nei dintorni. Ma nell’uno e nell’altro caso in ogni suo spostamento avrebbe dovuto coinvolgere la scorta con costi pubblici e dando fastidio ad altri. Avendo trovato nei sotterranei di via Nazionale un locale di servizio inutilizzato gli attrezzi sono stati messi lì. La spiegazione però non è bastata alle forze sindacali, piene di nuove domande: «E lì accede solo il Governatore o qualcun altro?», oppure «e chi lava gli asciugamani utilizzati allo scopo?». Domande restate però senza risposta anche per non farla diventare una storia
infinita.

(da Open)

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COSI’ ELON MUSK TAGLIA I FONDI PER IL SALVATAGGIO DEI BAMBINI UCRAINI RAPITI E DEPORTATI IN RUSSIA

Marzo 15th, 2025 Riccardo Fucile

LE CONSEGUENZE DELLE ASSURDE RIDUZIONI DI BILANCIO VOLUTE DAL PATRON DI TESLA

Le drastiche riduzioni di bilancio di Elon Musk ora mettono a rischio anche le operazioni di salvataggio dei bambini ucraini rapiti dalle forze armate di Vladimir Putin. Da quanto Musk guida il dipartimento per l’efficienza governativa Doge, ha ridotto di miliardi i fondi per gli aiuti governativi degli Stati Uniti e internazionali, costringendo alla chiusura di numerosi progetti in tutto il mondo. Tra questi anche iniziative per la lotta alla malaria e all’Aids in Africa e progetti per l’accesso all’acqua nei paesi in via di sviluppo. Ora, le misure di contenimento dei costi colpiscono anche un gruppo di esperti che, utilizzando tecnologie open source, hanno aiutato a riportare a casa centinaia di bambini ucraini deportati in Russia. È quanto riporta il Mirror.
20mila bambini rapiti
Secondo il governo ucraino, «quasi 20.000 bambini sono stati rapiti dalle forze di Putin dall’inizio dell’invasione nel 2022». Fino a ora, il governo degli Stati Uniti ha finanziato un team di ricercatori presso il Laboratorio di Ricerca Umanitaria dell’Università di Yale, che ha tracciato la sorte dei bambini scomparsi, inviando le informazioni alle autorità ucraine per facilitare il loro rimpatrio. Ma ora, a causa dei tagli di Musk ai fondi federali, questo lavoro rischia di fermarsi.
La deportazione dei bambini ucraini
Secondo le testimonianze di esperti di intelligence degli ultimi tre anni, i bambini rapiti dalle truppe russe sarebbero stati «trasferiti nei territori occupati dell’Ucraina e successivamente trasportati oltre confine». Una volta arrivati in Russia, sarebbero stati inseriti in una rete di campi e case famiglia, dove vengono sottoposti a programmi di «rieducazione finalizzati a cancellare la loro identità ucraina». Molti di loro verrebbero poi affidati a famiglie russe. Rapimenti di massa che sono diventati parte delle accuse di crimini di guerra che hanno portato all’emissione di un mandato di arresto della corte penale internazionale contro Putin nel marzo 2023.
La prudenza del segretario Usa Marco Rubio
Anche il Regno Unito ha imposto sanzioni contro coloro che sono stati identificati come «responsabili della deportazione forzata e della manipolazione culturale dei bambini ucraini». Il segretario di Stato britannico, David Lammy, ha descritto questi rapimenti come «un tentativo sistematico di cancellare l’identità culturale e nazionale ucraina», aggiungendo che l’attacco di Putin ai bambini ucraini «dimostra fino a che punto è disposto ad arrivare per cancellare l’Ucraina e il suo popolo dalla mappa». Mentre Donald Trump e Elon Musk sembrano favorevoli agli interessi russi nelle discussioni su come porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina, il segretario di Stato Usa Marco Rubio ha cercato di mantenere una posizione neutrale, suggerendo che una risoluzione pacifica debba prendere in considerazione gli «interessi» dell’Ucraina.

(da agenzie)

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