Marzo 21st, 2025 Riccardo Fucile
SPINELLI, ROSSI, COLORNI NON ERANO SOLI: SULL’ISOLA DI VENTOTENE I CONFINATI ERANO TREMILA … ALTRO CHE “VILLEGGIATURA”, COME LA DEFINI’ BERLUSCONI, GLI AVVERSARI DEL REGIME VIVEVANO SEGREGATI, IL CIBO ERA SCARSO, SI POTEVA SCRIVERE SOLO UNA LETTERA A SETTIMANA DI NON OLTRE 24 RIGHE, SOTTOPOSTA A CENSURA, E NON ERA CONSENTITO POSSEDERE ALTRA CARTA
Altro che «villeggiatura», come la definì incautamente anni fa Silvio Berlusconi. La
condizione dei confinati politici nelle isole mediterranee, sotto il fascismo, era estremamente dura. A Ventotene Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, autori del famoso Manifesto di cui si è tornato a parlare in questi giorni, vivevano segregati, sotto stretta sorveglianza poliziesca, con rigidi orari di entrata e di uscita dai cameroni in cui trascorrevano la notte.
Gli avversari del regime relegati nell’isola non potevano avere rapporti con gli abitanti, ma soltanto entrare negli esercizi commerciali per l’esiguo tempo necessario a comprare qualcosa. Ben poco, visto che ricevevano dall’amministrazione cinque lire al mese. Non disponevano di documenti personali, che venivano sequestrati al loro arrivo, ma solo di una carta di permanenza che ne specificava gli obblighi, chiamata familiarmente «libretto rosso» per il suo colore.
Il vitto era molto povero e c’erano scarse possibilità d’integrarlo coltivando orti e allevando pollame. Il comunista Arturo Colombi, un uomo robusto che pesava normalmente 80 chili, raccontava di essersi ridotto in quel periodo a 55. L’ex bracciante Giuseppe Di Vittorio, futuro segretario della Cgil, si occupava dell’unica mucca, dalla quale mungeva il latte destinato ai tubercolotici, che avevano un padiglione a parte come le donne.
Ogni giorno i confinati erano sottoposti a due appelli, in alcuni periodi a tre. Gli oppositori considerati più pericolosi dal fascismo erano costantemente seguiti da un milite nei loro spostamenti. Era vietato ascoltare la radio, si poteva scrivere solo una lettera a settimana di non oltre 24 righe, sottoposta a censura, e comunque sui fogli timbrati dalla direzione della colonia.
Non era consentito possedere altra carta, per cui il Manifesto di Ventotene venne stilato a caratteri minuscoli su cartine per le sigarette e portato clandestinamente sulla terraferma da Ursula Hirschmann, moglie di Eugenio Colorni (ucciso dai fascisti nel 1944) e poi di Spinelli. Non si sa bene dove lo tenne nascosto, se nella federa del cappotto o, secondo un’altra versione, nel ventre di un pollo arrosto.
In quel periodo Ventotene era la più importante colonia di confino per gli oppositori del regime. Vi trascorsero periodi più o meno lunghi circa tremila persone: in larga maggioranza comunisti (oltre 500 su 800 nei periodi di maggiore affollamento), ma anche anarchici, socialisti, esponenti del movimento di Giustizia e Libertà (Rossi era uno di questi) fondato da Carlo Rosselli. Spinelli era stato imprigionato in quanto comunista nel 1927, ma poi nel 1937 era stato espulso dal Pci per le sue critiche a Stalin.
Il confino di polizia era stato istituito nel 1926, come parte delle cosiddette «leggi fascistissime» che segnarono il pieno dispiegamento della dittatura. Poteva essere irrogato discrezionalmente dalle autorità di pubblica sicurezza, senza alcun intervento della magistratura, nei riguardi di individui ritenuti pericolosi per la sicurezza dello
Stato. Poteva durare da uno a cinque anni, ma anche essere rinnovato e prolungato alla scadenza.
Nei casi di coloro che avevano cospirato attivamente contro il fascismo – come Spinelli, Rossi e molti altri «ospiti» di Ventotene – il confino veniva irrogato dopo che gli interessati avevano scontato la pena inflitta loro dal Tribunale speciale istituito per giudicare gli oppositori.
Ma si poteva finirci senza passare per il carcere a causa di «trasgressioni» molto lievi, anche semplicemente raccontare una barzelletta su Benito Mussolini. Venivano a volte confinati anche soggetti ritenuti «devianti» come gli omosessuali o i fedeli di un culto non riconosciuto, per esempio i testimoni di Geova. Non mancavano gli esponenti di minoranze etniche perseguitate, sloveni e croati, nonché gli albanesi refrattari al dominio italiano.
La colonia di Ventotene fu creata nel 1930, in seguito alla clamorosa fuga da Lipari, dove erano confinati, di Rosselli, Emilio Lussu e Francesco Fausto Nitti. Le isole Eolie erano troppo vicine alla Tunisia francese, meglio l’arcipelago pontino, al largo del golfo di Gaeta, per evitare il ripetersi di episodi simili.
Ventotene poi, piccola e caratterizzata da coste poco accessibili, si prestava particolarmente. Tanto che nel 1939, quando venne ridimensionata la vicina colonia dell’isola di Ponza, il capo della polizia Arturo Bocchini stabilì che divenisse la principale sede per i confinati ritenuti più pericolosi. Per esempio il socialista Sandro Pertini, pluricondannato per il suo antifascismo e futuro presidente della Repubblica dal 1978 al 1985.
(da agenzie)
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Marzo 21st, 2025 Riccardo Fucile
NON SOLO DA DIRETTORE DEL TG2, FU ACCUSATO DI AVERE UNA LINEA “ANTIFRANCESE”, MA “GENNY SANJULIENNE” NON SPICCICA UNA PAROLA DI FRANCESE (TANTOMENO DI INGLESE)
A decorrere dal primo aprile prossimo Gennaro Sangiuliano assumerà ufficialmente
l’incarico di corrispondente da Parigi per la Rai. A quanto apprende l’Adnkronos, all’ex ministro della Cultura ed ex direttore del Tg2 verrà affidata la responsabilità della sede parigina a decorrere dal primo maggio.
La giornalista Nicoletta Manzione assumerà a sua volta l’incarico di corrispondente da Londra, e dal successivo primo giugno le verrà affidata la responsabilità della sede di corrispondenza. Marco Varvello, corrispondente sinora da Londra per la Rai e prossimo alla pensione, a quanto si apprende rientrerà in Italia a fine maggio per lo smaltimento delle ferie residue.
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Marzo 21st, 2025 Riccardo Fucile
NEL CARCERE DI PESCARA, DOVE BIANCHI È RINCHIUSO, ALMENO 14 DETENUTI SMANETTAVANO CON I TELEFONINI PER COMUNICARE CON L’ESTERNO E IMPARTIRE ORDINI AI LORO COMPLICI… NORDIO E’ TROPPO OCCUPATO A FARE LA GUERRA AI MAGISTRATI? LE CARCERI SOVRANISTE SONO UN COLABRODO, ALTRO CHE CAZZATE SULLA SICUREZZA
Almeno 14 detenuti nel carcere di Pescara hanno usato telefoni cellulari per comunicare
con l’esterno. E tra questi anche Marco Bianchi, rinchiuso dal 2023 nel penitenziario del capoluogo adriatico e una settimana fa condannato all’ergastolo per l’omicidio del 21enne Willy Monteiro Duarte, ucciso nel corso di un pestaggio in strada nel settembre 2020 a Colleferro (Roma).
E’ quanto emerge da un’inchiesta condotta dal pubblico ministero di Pescara Andrea Papalia che ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari: il reato contestato ai 14 è “accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione”. Ne parla diffusamente oggi il quotidiano Il Centro.
L’inchiesta della Procura della Repubblica di Pescara si riferisce a fatti avvenuti tra il 1° gennaio e il 28 marzo 2023 e conferma che a San Donato, come in altri penitenziari abruzzesi, circolano cellulari con i quali i reclusi impartiscono ordini da dietro le sbarre.
“Uno scenario che sfocia in tensioni, consente di introdurre nel penitenziario anche droga – ricorda l’articolo – e degenera fino a portare a rivolte come quella di un mese fa, quando un ventiquattrenne egiziano si è suicidato e, a distanza di poche ore, è scoppiata la sommossa con le fiamme appiccate a materassi e coperte, le scene di devastazione, gli agenti intossicati e i tentativi di evasione”. In particolare, in riferimento a Bianchi, l’articolo ricorda che, arrivato nel carcere di Pescara a inizio 2023, ha cominciato a partecipare ai laboratori, al coro, alle messe e alle lezioni scolastiche che l’Istituto tecnico commerciale Aterno-Manthonè tiene per i detenuti.Dall’ultima inchiesta, scrive Il Centro, è emerso che, “mentre manifestava la volontà di tornare a studiare e prendere il diploma, in realtà il killer di Willy continuava a commettere reati. Nello specifico, tra il 10 e il 28 marzo 2023 ha ‘indebitamente ricevuto e comunque utilizzato due cellulari’ all’interno del carcere”.
(da agenzie)
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Marzo 21st, 2025 Riccardo Fucile
IL FIGHTER-COATTONE DI DUBLINO, CONDANNATO PER STUPRO A NOVEMBRE, È NOTO PER LE SUE POSIZIONI SEMPRE PIÙ VICINE AGLI AMBIENTI SOVRANISTI
Il campione di arti marziali miste Mma Conor MCGREGOR ha annunciato che si candiderà alla presidenza dell’Irlanda nelle elezioni di fine anno. L’ex combattente Ufc, noto per le sue posizioni controverse e sempre più vicino agli ambienti dell’estrema destra irlandese, ha dichiarato sui social media di voler opporsi al nuovo patto europeo sulla migrazione. “Chi altro si opporrà al governo e a questa legge? – ha scritto su Instagram – Qualsiasi altro candidato che tenteranno di proporre non sarà una vera resistenza. Io lo sarò!”.
L’annuncio arriva pochi giorni dopo il suo incontro alla Casa Bianca con Donald Trump in occasione del St. Patrick’s Day, occasione in cui ha ribadito la sua posizione contro l’immigrazione, scatenando polemiche in patria. “L’Irlanda rischia di perdere la sua irlandesità” ha denunciato, accusando il governo di aver “abbandonat
le voci” dei cittadini e sostenendo che le città rurali siano “invase dagli immigrati”. Il leader irlandese Micheál Martin ha criticato le parole del lottatore, che “non riflettono lo spirito del St. Patrick’s Day né il pensiero della popolazione irlandese”.
(da agenzie)
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Marzo 21st, 2025 Riccardo Fucile
TRA COMPAGNIE AEREE, AGENZIE DI VIAGGIO E HOTEL SERPEGGIA TIMORE: SONO IN CALO GLI STRANIERI IN INGRESSO NEGLI USA RISPETTO AL BIMESTRE DEL 2024: -9,5% DALL’ITALIA, -6% DALLA FRANCIA
«Le false dichiarazioni sul motivo del soggiorno o anche un leggero superamento della
validità del visto possono portare all’arresto, alla detenzione e all’espulsione», si legge sul sito web. Non è un’avvertenza — come avviene per destinazioni problematiche come il Medio Oriente o alcune aree dell’Africa —, ma poco ci manca. Diversi cittadini europei — turisti, studenti, scienziati — sono stati respinti alla frontiera statunitense o, peggio, portati in centri di permanenza con motivazioni non sempre chiare.
La tedesca Jessica Brösche, 29 anni, è stata fermata per 46 giorni. Il connazionale Lucas Sielaff, 25, è stato trattenuto per 16 giorni. Allo Spiegel ha raccontato di essere stato portato al centro di deportazione «con una catena attorno allo stomaco, le manette e i ceppi alle gambe». Anche l’inglese Rebecca Burke, 28 anni, è stata fermata per tre settimane. E in un modo paradossale. Al confine canadese — arrivando dallo Stato di Washington — le è stato chiesto di tornare indietro e compilare in modo corretto i fogli per il visto. Ma quando ha rimesso piede negli Usa
è stata ammanettata.
Compagnie aeree, società di gestione aeroportuale, agenzie di viaggio e hotel dietro le quinte c’è più di qualche timore. I visitatori iniziano a essere preoccupati, alcuni decidono di rimandare il viaggio oltreoceano, altri cancellano le prenotazioni.
Il tema «sarà affrontato alla prossima riunione di Airports council international (l’organizzazione che riunisce gli aeroporti, ndr )», anticipa Armando Brunini, ad di Sea, la società di gestione degli scali di Milano Linate e Malpensa. «Al momento le prenotazioni restano solide», dice Carsten Spohr, ceo del gruppo Lufthansa. «Non notiamo un calo significativo della domanda di viaggio verso gli Usa», aggiunge Ben Smith, capo di Air France-Klm. Stessa risposta la fornisce una portavoce di Scandinavian Airlines. «Ma se dovesse verificarsi una riduzione a quel punto sposteremo gli aerei altrove», dice il ceo del gruppo franco-olandese al Corriere . Da Swiss smorzano ogni diplomazia: i vacanzieri svizzeri iniziano a guardare a destinazioni diverse dagli Stati Uniti.
I viaggi di lavoro sono stabili, quelli di piacere in calo. E questo si nota anche dall’andazzo delle tariffe aeree che nelle ultime tre settimane sono nettamente inferiori alla media dell’anno scorso o restano bloccati a ridosso della partenza.
Secondo Tourism Economics i viaggi internazionali verso gli Usa caleranno del 5% quest’anno a causa delle «politiche e la retorica divisiva dell’amministrazione Trump», con una perdita di 64 miliardi di dollari per il settore turistico.I dati del Dipartimento americano della sicurezza interna — analizzati dal Corriere e relativi ai primi due mesi del 2025 — mostrano cali degli stranieri in ingresso negli Usa rispetto al bimestre del 2024: -9,5% dall’Italia, -6% dalla Francia, -7% dalla Germania a fronte di un -1,7% dall’intera Europa.
(da agenzie)
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Marzo 21st, 2025 Riccardo Fucile
TRAVAGLIO: “È IL PASSO DECISIVO VERSO UNA GIUSTIZIA ALLA DE COUBERTIN, DOVE L’IMPORTANTE È PARTECIPARE E VIENE FINALMENTE GARANTITA LA PAR CONDICIO FRA GUARDIE E LADRI: LEALTÀ SPORTIVA VUOLE CHE I DELINQUENTI SAPPIANO IN ANTICIPO PER QUANTI GIORNI VENGONO ASCOLTATI E QUANDO SONO LIBERI DI PARLARE INDISTURBATI”
Già non era male la norma che impone al giudice di avvisare l’arrestando cinque giorni prima, dandogli modo di minacciare i testimoni, far sparire le prove e scappare. Ma ora il limite di 45 giorni per le intercettazioni – esclusi solo i reati di mafia e terrorismo e, per tutti gli altri, i casi di “elementi specifici e concreti” – è il passo decisivo verso una giustizia alla De Coubertin, dove l’importante è partecipare e viene finalmente garantita la par condicio fra guardie e ladri: siccome le guardie possono intercettare i ladri e purtroppo non viceversa, lealtà sportiva vuole che i delinquenti sappiano in anticipo per quanti giorni vengono ascoltati e quando sono liberi di parlare indisturbati.
Se, per dire, un onesto imprenditore del crimine che si guadagna il pane con i sequestri di persona decide di rapire un bambino per chiedere il riscatto, è profondamente ingiusto che le forze dell’ordine controllino sine die i telefoni dei famigliari per risalire al sequestratore, localizzarlo, arrestarlo e liberare l’ostaggio: come fa, pover’uomo, ad avviare la trattativa?
D’ora in poi saprà che deve starsene muto e fermo per un mese e mezzo col bimbo in catene, evitando l’insorgere di “elementi specifici e concreti” di novità. Poi al 46esimo giorno saprà che è tutto spento e potrà finalmente concludere l’affare lontano da orecchi indiscreti.
Lo stesso vale per quei poveri cristi che sbarcano il lunario ammazzando, truffando, molestando, stuprando, truffando, rapinando, stalkerando, schiavizzando, compravendendo il prossimo, o scambiando tangenti, falsificando bilanci, svuotando aziende, mandandole in bancarotta e fregando dipendenti, clienti, azionisti e fornitori: un mese e mezzo di silenzio e di inerzia passa in fretta, poi però bisogna agire, mica si può star lì a pettinare le bambole tutta la vita. Quindi, al giorno numero 46, via alle telefonate!
I 5 Stelle, con l’ex pm Cafiero de Raho, hanno dato battaglia. Ma anche i partiti del cosiddetto centrosinistra avrebbero avuto gioco facile a spiegare ai cittadini e alle forze dell’ordine che votano a destra questa nuova mirabile trovata del governo di destra: purtroppo avevano da fare a Ventotene e dintorni.Invece le truppe dei famosi “veri oppositori” Calenda e Renzi non hanno partecipato al voto. E meno male: se l’avessero fatto, avrebbero votato Sì
Ora non resta che attendere i frutti della grande riforma, e cioè le migliaia di delitti impuniti in cerca d’autore e le migliaia di vittime senza giustizia in cerca di verità. Se poi qualche criminale, avvisato in anticipo delle intercettazioni che scadono e dell’arresto in arrivo, si farà ancora beccare, se lo sarà meritato: ma potrà sempre invocare l’infermità mentale.
Marco Travaglio
per “il Fatto quotidiano”
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Marzo 21st, 2025 Riccardo Fucile
LA PROCURATRICE ANTIMAFIA, ALESSANDRA DOLCI: “VIOLENTATORI E LATITANTI SE LA CAVERANNO STANDO ZITTI 45 GIORNI”
Peggio della falce che cala sulle intercettazioni e rischia di vanificare una miriade di
indagini, forse c’è solo il sigillo rivendicativo. «Dedico questa rivoluzione copernicana al presidente Silvio Berlusconi e all’avvocato Niccolò Ghedini», è l’incipit del senatore azzurro Pierantonio Zanettin, che saluta così pubblicamente, in un convegno a Palazzo Madama, l’approvazione definitiva avvenuta l’altra notte, alla Camera, della proposta di legge che porta il suo nome.
La norma blocca a 45 giorni il limite per le captazioni anche su reati di elevata pericolosità sociale.
Ma cosa cambia, per chi denuncia e per chi indaga? La norma che ora aspetta solo la promulgazione (passata in aula con 147 sì, i 67 no di Pd, M5S, Avs, e l’astensione di Azione) fissa la durata massima delle intercettazioni in un mese e mezzo: salvo che «l’assoluta indispensabilità» di una durata superiore sia giustificata «dall’emergere di elementi» ulteriori, cioé «specifici e concreti».
Elementi che, prescrive la legge, dovranno essere oggetto «di espressa motivazione». La tagliola riguarderà, com’è noto, anche condotte gravissime: non solo sequestro di persona, rapine aggravate, corruzione. Ma perfino omicidi, femminicidi e stragi, passando per pedopornografia e revenge porn.
Gli unici reati per i quali si prevedono richieste di proroga meno stringenti: quelli di mafia e di terrorismo. Non basta, per le opposizioni. E in aula, dai banchi di Pd, M5S, Avs, scattano i cori: «vergogna», «inetti», «fate propaganda anti-pm sulla pelle di donne e bambini violentati» Ma l’ok definitivo riaccende subito lo scontro con le toghe.
È pacato ma netto Cesare Parodi, presidente dell’Anm di Mi (corrente vicina al governo): «Il governo fa una scelta legittima, ma rende più difficile accertare la verità per reati anche gravi: le rapine, le violenze sessuali, i maltrattamenti sui minori».
Più affilato Rocco Maruotti, (Area), segretario del sindacato delle toghe: «Siamo oltre il garantismo, qui siamo al pericolo dell’impunità – dice a Repubblica – questa stretta sulle intercettazioni sembra avere l’unico obiettivo di rendere le indagini una corsa ad ostacoli. E si veicola, ancora, un messaggio di totale sfiducia nei pm: fatti passare come coloro il cui unico interesse è quello di spiare le vite degli altri, senza reali esigenze investigative. Mentre già oggi le intercettazioni sono sottoposte ad un regime regolatorio stringente».
Da Milano, Alessandra Dolci, procuratrice aggiunta della distrettuale antimafia: «Risolvere un omicidio con intercettazioni di soli 45 giorni, più eventuali due proroghe da 20? Sembra ottimistico, ma forse con l’aiuto di una sfera di cristallo si può. Quanto a violentatori, latitanti: se resistono alla tentazione di comunicare con sodali o parenti per un mese e mezzo, magari se la cavano», l’amara chiosa affidata a Repubblica.
Da Napoli, Nicola Gratteri: «Con questa approvazione si chiude il cerchio iniziato con la abolizione dell’abuso di ufficio. I cittadini non avranno tutela contro abusi e sopraffazioni». Il governo, col viceministro Sisto, si è impegnato a prevedere deroghe per femminici e abusi su minori. Ma dopo.
(da La Repubblica)
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Marzo 21st, 2025 Riccardo Fucile
NEL 2017 ANTONIO ANGELUCCI È STATO CONDANNATO IN PRIMO GRADO A UN ANNO E 4 MESI PER TENTATA TRUFFA E FALSO SUI FINANZIAMENTI PUBBLICI A ‘’LIBERO’’ E AL ‘’RIFORMISTA’’. DI QUEL PROCESSO E DEI SUOI SVILUPPI NON SI SA PIÙ NULLA. INTANTO GLI ANGELUCCI HANNO COMPRATO ANCHE ‘’IL GIORNALE’’ E ‘’IL TEMPO’’. E LA CUCCAGNA CONTINUA
La grande cuccagna dei fondi per l’editoria erogati dalla presidenza del Consiglio proseguirà almeno sino alla fine dell’anno prossimo. Lo ha stabilito l’articolo 17 dell’ultima riedizione del decreto Milleproroghe, approvato il 27 dicembre scorso. Il governo ha prorogato per tutto il 2025 e sino al 31 dicembre 2026 alcune norme che erano state varate per l’emergenza Covid, quando i lockdown impedivano ai lettori di andare in edicola e i giornali rischiavano perdite letali.
Per quest’anno e il prossimo è stato prorogato l’abbassamento della soglia minima delle copie vendute su quelle distribuite ed è stata anche prorogata la “clausola di salvaguardia” che prevede che per ogni cooperativa editoriale le risorse pubbliche erogate da Palazzo Chigi rimangano almeno uguali a quelle percepite nel 2019.
I fondi venivano erogati in base al numero delle copie vendute, ma rispetto al 2019 le vendite dei giornali sono calate in modo drammatico. Dunque molte testate sovvenzionate dal governo continueranno a prendere gli stessi soldi nonostante le vendite siano scese.
La distorsione, sottolinea la testata specializzata DataMediaHub, arriva mentre il Dipartimento per l’editoria della Presidenza del Consiglio non brilla per trasparenza proprio sul fronte del controllo dei contributi pubblici ai giornali. I contributi del governo sono erogati alle aziende giornalistiche che ne fanno richiesta in base a una serie di informazioni e dati sui quali si calcolano le erogazioni.
Palazzo Chigi, intanto, starebbe cercando di recuperare 37 milioni tramite azioni legali in sede civile. Un’altra quota di fondi pubblici erogati a chi non ne aveva diritto sarà invece rimborsata a rate o detratta da contributi successivi. Ma nei casi in cui ci sarebbero stati artifici e raggiri il Dipartimento per l’editoria ha anche presentato denunce e sono in corso “procedimenti penali per l’accertamento di ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato”, dice la presidenza del Consiglio
Esemplare è il caso di uno dei quotidiani che negli anni ha ricevuto i maggiori
finanziamenti pubblici, Libero: dal 2003 al 2023 ha ricevuto 111 milioni. Il quotidiano è dell’imprenditore della sanità e politico (da quattro legislature in Parlamento prima con Forza Italia e oggi con la Lega) Antonio Angelucci, che controlla la società editoriale Libero attraverso la Finanziaria Tosinvest. La testata è affittata alla Fondazione San Raffaele, riconducibile sempre agli Angelucci.
Solo nel 2011 e 2012 Libero non ha ottenuto i fondi del governo poiché i magistrati hanno sequestrato 20 milioni. Nel 2017 Antonio Angelucci è stato condannato in primo grado a un anno e 4 mesi per tentata truffa e falso sui finanziamenti pubblici a Libero e al Riformista.
Di quel processo e dei suoi sviluppi non si sa più nulla: Tosinvest e Fondazione San Raffaele non hanno risposto alle domande del Fatto. Intanto gli Angelucci hanno comprato anche il Giornale e il Tempo. E la cuccagna continua.
(da agenzie)
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Marzo 21st, 2025 Riccardo Fucile
“TESLA È L’UNICA COSA DI VALORE CHE HA E LA USA PER PRESTITI A MARGINE. LA JOINT VENTURE DI SHANGHAI È CONTROLLATA AL 100% DAL PCC. ECCO PERCHÉ NON SE LA PRENDE MAI CON IL PARTITO”
L’ex stratega della Casa Bianca Steve Bannon ha definito il fondatore di Tesla, Elon
Musk, “un completo impostore” e lo ha accusato di essere in affari con il Partito Comunista Cinese (PCC).
Bannon ha rilasciato il commento sul podcast Tim Pool Daily Show dopo che Musk ha twittato di essere “aperto all’idea” di acquisire la Silicon Valley Bank (SVB), fallita venerdì, facendo registrare il secondo più grande fallimento bancario nella storia degli Stati Uniti.
Nel caos del crollo della banca, Min-Liang Tan, CEO della società tecnologica di Singapore Razer, ha scritto su Twitter che Musk dovrebbe prendere in considerazione l’acquisto di SVB e trasformarla in una banca digitale. Musk ha ritwittato il messaggio, aggiungendo: «Sono aperto all’idea».
Quando gli è stato chiesto di esprimere la sua opinione, Bannon ha detto che Twitter, che Musk ha acquistato per 44 miliardi di dollari nell’ottobre 2022 , aveva bloccato le voci “anti-PCC”. Ha accusato il CEO della piattaforma di social media di essere “di proprietà del Partito Comunista Cinese”.
Sostenendo che Tesla era l’unica cosa di Musk “di valore reale”, Bannon ha detto che “la usa per prestiti a margine. Vende le azioni. La joint venture di Shanghai è controllata al cento per cento dal PCC. Ecco perché non se la prende mai con il PCC. Elon Musk è un totale e completo impostore. È “posseduto” in blocco, armi e bagagli dal Partito Comunista Cinese».
Tesla fa molto affidamento sulla sua fabbrica di automobili a Shanghai e sul mercato cinese per i suoi veicoli elettrici. Nel 100° anniversario della fondazione del PCC, Musk ha anche elogiato la “prosperità economica” della Cina . Durante la discussione con Bannon, il conduttore del podcast, Pool, ha ricordato come il PCC avesse avvertito Musk di non discutere la teoria secondo cui il virus COVID-19 avrebbe avuto origine in un laboratorio di Wuhan, in Cina. «Volevano che rimuovesse i tweet che aveva fatto la prima volta – ha detto Bannon – Ora, non li ha rimossi, ma si nota che non ne ha più pubblicati dopo».
(da newsweek.co)
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