“CON LA STRETTA SULLE INTERCETTAZIONI SIAMO OLTRE IL GARANTISMO, SIAMO AL PERICOLO DELL’IMPUNITÀ”: LE PROTESTE DELL’ANM PER LA LEGGE ANTI PM, APPROVATA DALLA CAMERA, CHE FISSA IL LIMITE DEI 45 GIORNI PER LE INTERCETTAZIONI
LA PROCURATRICE ANTIMAFIA, ALESSANDRA DOLCI: “VIOLENTATORI E LATITANTI SE LA CAVERANNO STANDO ZITTI 45 GIORNI”
Peggio della falce che cala sulle intercettazioni e rischia di vanificare una miriade di indagini, forse c’è solo il sigillo rivendicativo. «Dedico questa rivoluzione copernicana al presidente Silvio Berlusconi e all’avvocato Niccolò Ghedini», è l’incipit del senatore azzurro Pierantonio Zanettin, che saluta così pubblicamente, in un convegno a Palazzo Madama, l’approvazione definitiva avvenuta l’altra notte, alla Camera, della proposta di legge che porta il suo nome.
La norma blocca a 45 giorni il limite per le captazioni anche su reati di elevata pericolosità sociale.
Ma cosa cambia, per chi denuncia e per chi indaga? La norma che ora aspetta solo la promulgazione (passata in aula con 147 sì, i 67 no di Pd, M5S, Avs, e l’astensione di Azione) fissa la durata massima delle intercettazioni in un mese e mezzo: salvo che «l’assoluta indispensabilità» di una durata superiore sia giustificata «dall’emergere di elementi» ulteriori, cioé «specifici e concreti».
Elementi che, prescrive la legge, dovranno essere oggetto «di espressa motivazione». La tagliola riguarderà, com’è noto, anche condotte gravissime: non solo sequestro di persona, rapine aggravate, corruzione. Ma perfino omicidi, femminicidi e stragi, passando per pedopornografia e revenge porn.
Gli unici reati per i quali si prevedono richieste di proroga meno stringenti: quelli di mafia e di terrorismo. Non basta, per le opposizioni. E in aula, dai banchi di Pd, M5S, Avs, scattano i cori: «vergogna», «inetti», «fate propaganda anti-pm sulla pelle di donne e bambini violentati» Ma l’ok definitivo riaccende subito lo scontro con le toghe.
È pacato ma netto Cesare Parodi, presidente dell’Anm di Mi (corrente vicina al governo): «Il governo fa una scelta legittima, ma rende più difficile accertare la verità per reati anche gravi: le rapine, le violenze sessuali, i maltrattamenti sui minori».
Più affilato Rocco Maruotti, (Area), segretario del sindacato delle toghe: «Siamo oltre il garantismo, qui siamo al pericolo dell’impunità – dice a Repubblica – questa stretta sulle intercettazioni sembra avere l’unico obiettivo di rendere le indagini una corsa ad ostacoli. E si veicola, ancora, un messaggio di totale sfiducia nei pm: fatti passare come coloro il cui unico interesse è quello di spiare le vite degli altri, senza reali esigenze investigative. Mentre già oggi le intercettazioni sono sottoposte ad un regime regolatorio stringente».
Da Milano, Alessandra Dolci, procuratrice aggiunta della distrettuale antimafia: «Risolvere un omicidio con intercettazioni di soli 45 giorni, più eventuali due proroghe da 20? Sembra ottimistico, ma forse con l’aiuto di una sfera di cristallo si può. Quanto a violentatori, latitanti: se resistono alla tentazione di comunicare con sodali o parenti per un mese e mezzo, magari se la cavano», l’amara chiosa affidata a Repubblica.
Da Napoli, Nicola Gratteri: «Con questa approvazione si chiude il cerchio iniziato con la abolizione dell’abuso di ufficio. I cittadini non avranno tutela contro abusi e sopraffazioni». Il governo, col viceministro Sisto, si è impegnato a prevedere deroghe per femminici e abusi su minori. Ma dopo.
(da La Repubblica)
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